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Locadine Potenza (29/6), Salerno (2/7), Udine (6/7). Finalmente anche al Sud!
Di seguito messaggio al meeting del PCI (sic) del 21 giugno sull'Europa
Care compagne e compagni,
un impegno mi trattiene all’estero,
ma vi invio volentieri un saluto per questo importante e tempestivo incontro
sui temi europei. Due eventi dominano lo scenario europeo in questi giorni. Da
un lato v’è l’insubordinazione italiana che si è sinora espressa soprattutto
sul tema dell’immigrazione, anche se è temuta pure sui temi della governance economica europea, come
dimostrano gli spread a livelli relativamente elevati.
Dall’altro Angela Merkel è stretta
fra le istanze populiste – chiamiamole così per comodità – provenienti
soprattutto dall’Italia e la destra interna (CSU e AFD) che chiede un
irrigidimento delle posizioni tedesche, sia sul fronte dell’immigrazione che su
quello della governance
dell’eurozona.
Questo mostra come non vi sia molto
spazio per una mediazione francese, in barba alle manie di grandezza di quel
Paese. E infatti a Macron non è rimasto altro che starnazzare contro le
politiche del governo italiano sull’immigrazione. In Europa lo spazio per
soluzioni condivise sui due temi, immigrazione e governance economica sono molto limitati. Va dato comunque atto al
nuovo governo italiano di aver smosso le acque.
Diciamocelo chiaramente:
l’immigrazione non è il tema più importante per il Paese. Più importanti sono i
temi economici e dello sviluppo. Però non è un tema secondario, e la gente lo
sente molto. Su questo voglio essere chiaro. Se accanto a misure di sostegno
alla fertilità, e dunque a donne e famiglia, il Paese avrà anche bisogno di
immigrati, questo fenomeno va gestito. E siccome non mi racconto bugie, e non
le racconto a voi, ogni politica di frontiere aperte è un irresponsabile
segnale ai commercianti di esseri umani a fronte di centinaia di milioni di
potenziali immigrati (l’Africa è ancora nel pieno di un boom demografico).
Quindi va lanciato un segnale chiaro alle aspirazioni dei potenziali immigrati,
accompagnato da misure di aiuto in quei Paesi e di soccorso a chi è
intrappolato il Libia. Ma il segnale deve essere inequivoco. Su questo non mi
sento di criticare il governo (al di là del folklore di certe espressioni
salviniane).
Sui temi della governance economica dell’eurozona quello che c’è sul piatto è poco
e preoccupante, come ho anche spiegato nel mio recente libro. Merkel darà un
contentino a Macron nei riguardi del fondo europeo anti-ciclico: un fondo a
vantaggio dei Paesi colpiti da una recessione. Si tratta di briciole,
probabilmente sottratte da altre voci del minuscolo bilancio europeo; per di
più assegnate ai Paesi rispettosi delle regole. In cambio la Merkel vorrebbe
regole più stringenti sul controllo dei bilanci, espropriando ancor di più la sovranità
democratica dei Parlamenti nazionali. Il governo italiano farà bene a porre dei
veti.
Vedremo il governo alla prova dei
fatti sugli altri temi. La flat tax è stata per ora accantonata. Se e quando
rispunterà fuori, dovremo esercitare la nostra opposizione. Piuttosto si tratta
di vedere che direzione prenderà il governo sul tema dell’Europa. Infatti con
spread a 250 punti gli spazi di manovra fiscale si riducono, e con essi la
possibilità di misure sociali (come la Fornero) e di crescita dell’occupazione.
Questa è la sfida che ha davanti. Ancora non è tuttavia chiaro con quale
pacchetto di proposte esso si presenterà in Europa. Quello che accadrà al
Consiglio europeo della prossima settimana sarà rivelatore. Il governo giocherà
di rimessa o avanzerà proposte?
Questo non è il nostro governo. Ma
una sinistra che si limitasse a definirlo fascista (cosa che non mi pare
assolutamente) commetterebbe l’atto finale del suo suicidio politico. Il
governo va incalzato su alcuni temi, contestato su altri (per esempio sulla
giustizia), mentre dobbiamo pensare a un’alternativa per il Paese. Purtroppo i
segnali che vengono da gran parte della sinistra non promettono bene. Ma dio
acceca chi vuole punire.
Spero che per voi non sia così. Vi
auguro un buon lavoro.
SC
21 6 2018
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