martedì 12 dicembre 2023

Nella notte europea tutti i Patti sono stupidi II

 Intervista a Il sussidiario 12 dicembre 2023 (a cura di Lorenzo Torrisi)

RIFORMA PATTO DI STABILITÀ/ “La Germania vuole meno flessibilità per non cambiare l’Europa”

La posizione tedesca sulla riforma del Patto di stabilità si sta facendo più rigida. All'Italia servirebbe un impegno per l'azzeramento degli spread

Un accordo sulla riforma del Patto di stabilità non è ancora stato raggiunto, ma dopo Eurogruppo ed Ecofin si è parlato di “passi avanti”. Cosa ne pensa?

Un passo avanti e due indietro verrebbe da dire. La Germania, impegnata in un assurdo aggiustamento dei propri conti pubblici per rispettare lo schwarze Null (pareggio di bilancio) in seguito alle contestazioni dell’Alta Corte di Karlsrhue, ha indurito la propria posizione esigendo obiettivi di aggiustamento uniformi e predefiniti, soprattutto per i Paesi ad alto debito.  

lunedì 11 dicembre 2023

Nella notte europea tutti i Patti sono stupidi I

 

Sulla riforma del Patto di stabilità: dal Fatto quotidiano 11 dicembre 2023

Sergio Cesaratto*

Le  trattative europee sulla riforma del Patto di stabilità non sembrano essere giunte a un compromesso. Le proposte della Commissione già da tempo avanzate sarebbero più flessibili in quanto i sentieri di rientro da debiti e deficit pubblici “eccessivi” sarebbero contrattati dai singoli Stati al fine di modularli a seconda delle situazioni loro specifiche. La Germania ha però indurito la propria posizione esigendo obiettivi di aggiustamento uniformi e predefiniti, soprattutto per i Paesi ad alto debito (vedi box). Il governo italiano ha a sua volta irrigidito la propria posizione ritenendo tali obiettivi impossibili, l’opposto dell’ulteriore flessibilità che intendeva ottenere nella trattativa.

sabato 9 dicembre 2023

Milei e la dollarizzazione argentina

 Articolo con Matias Vernengo sul nuovo presidente argentino e la sua proposta di dollarizzare il Paese, pubblicato su Il Fatto quotidiano lo scorso 27 novembre 2023.

Il ritorno del neoliberismo in Argentina

Matias Vernengo* e Sergio Cesaratto**

Il presidente eletto dell'Argentina, Javier Milei, è un populista di estrema destra, con tendenze autoritarie semi- fasciste. È un ammiratore di Trump e Bolsonaro e ha affinità con molti leader di estrema destra europei come Giorgia Meloni. È anche nemico del Papa, definito come "il rappresentante del Maligno sulla terra” per le sue critiche al capitalismo liberista. Le sue proposte vanno dal pericoloso - come la dollarizzazione, la chiusura della Banca Centrale, la drastica riduzione della spesa sociale, l'allentamento delle leggi sul possesso di armi e la criminalizzazione degli aborti - al folle - come l'istituzione di un mercato degli organi umani. Molte sue opinioni sono neo-autoritarie, come la sua critica alla democrazia e la sua minimizzazione delle violazioni dei diritti umani da partev dell'ultima dittatura. Durante la campagna elettorale ha affermato che potrebbe non fare nulla di ciò che ha promesso, con una eccezione: la dollarizzazione.

Ancora sui danni collaterali della politica monetaria

 Secondo articolo sui danni collaterali della politica monetaria pubblicato su Il Fatto quotidiano del 23 ottobre 2023

Danni collaterali del rialzo dei tassi: quel sussidio italiano alle banche tedesche

Sergio Cesaratto*

Oscar Wilde aveva ragione nel cogliere un aspetto melodrammatico nella politica monetaria. Al centro dell’attenzione c’è ora la politica della BCE di rialzo dei tassi di interesse, la sua efficacia sull’inflazione, i suoi costi in termini di reddito e occupazione. Meno note sono le tecniche con cui BCE e le altre banche centrali implementano le loro decisioni, ovvero fanno in modo che i tassi effettivi si adeguino ai tassi obiettivo. Sono aspetti specialistici ma che presentano ora risvolti, segnatamente un costo rilevante per i contribuenti, su cui è bene informare. Nel Regno Unito la faccenda è finita in parlamento, in Italia non se ne è parlato. Per capire dobbiamo fare un passo indietro.

Effetti collaterali del rialzo dei tassi

 

 E' tempo di riavviare questo blog. Posto due pezzi simili usciti qualche settimana fa, il primo su Lavoce.info

Per saperne di più qui 

Danni collaterali del rialzo dei tassi

Sergio Cesaratto*

La BCE e le altre maggiori banche centrali stanno erogando alle banche commerciali un considerevole flusso di interessi sulle cospicue riserve bancarie che esse hanno accumulate negli anni del quantitative easing (QE). Nella zona euro al tasso corrente del 4% su €3.587 miliardi (al 20/10/2023) fanno più di €143 miliardi all’anno. Per quanto in diminuzione, si tratta di cifre notevoli, soprattutto se cumulate su più anni. Tali costi comportano probabili perdite per le banche centrali nazionali (BCN) dell’Eurosistema che azzerano la loro capacità di trasferimento dei diritti di signoraggio ai propri governi oltre a intaccarne il capitale. All’estero se ne è discusso ma ancora poco in Italia. Eppure l’ampia remunerazione sulla liquidità bancaria sembra andare a vantaggio soprattutto delle banche dei Paesi del nord dove si concentra la liquidità in eccesso, e non di quelle italiane. Le norme impongono che il suo costo vada però condiviso fra tutte le BCN dell’Eurosistema, sicché la Banca d’Italia si trova a sussidiare le banche tedesche intaccando i profitti trasferiti al Tesoro italiano, inclusa la restituzione degli interessi sui titoli che la Banca ha acquistato gli scorsi anni. Proviamo a riassumere la vicenda (per i dettagli rimando a un mio working paper).