Europeisti no, realisti sì
Un mia recente intervista ha fatto sollevare più di un sopracciglio ai miei
amici, per metterla all’inglese. Uno di questi, che ringrazio, mi ha dedicato
addirittura un editoriale su Sollevazione (luogo appropriato per la detta espressione
facciale). Leonardo Mazzei riassume quanto dico in quattro punti:
1) «i parametri di Maastricht hanno perfettamente senso».
2)
“alla lettera UE
bisogna dare «una risposta ragionevole con proposte ragionevoli e non sgangherate,
come sbattere i pugni sul tavolo o minacciare di ribaltare i trattati»”.
3)
un “invito al
governo italiano affinché lavori al seguente compromesso: «L’Europa dovrebbe aiutarci ad abbassare drasticamente i tassi
d’interesse sui nostri titoli pubblici e l’Italia impegnarsi, firmando un
memorandum, a una stabilizzazione, non riduzione, del rapporto debito/Pil».
4) “lo strumento "per cambiare l'Europa", ...
per Cesaratto è l'aumento progressivo del "bilancio federale",
obiettivo da raggiungere anche alleandosi con Macron”.
Forse è bene ricontestualizzare certe affermazioni che, come le mette Mazzei, mi farebbero preoccupare di me stesso.