Video presentazione 18 dicembre 2021.
oppure copia e incolla
https://www.facebook.com/101082411613150/videos/380739933807905
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Sergio Cesaratto
DEPS, USiena
Abstract
Monetary Policy in Times of Crisis (Rostagno et al. 2021) has three relevant features. The first is its criticism of the absence of an adequate European fiscal policy during the financial crisis. This left the ECB on its own. The second feature concerns the explanation of the theoretical framework that guided the ECB's action. While it is interesting that the authors point out that monetary policy acts on the demand side (and is therefore neutral neither in the short nor in the long-run), a plain explanation of the channels through which the central bank can influence demand is absent. The third feature is the chronicle of events and of the clash of positions within the ECB. This aspect would have, however, gained from a bolder and less conventional interpretative scheme. The book thus appears to be lacking both in a clear exposition of the ECB's analytical background and its evolution during the crisis, and in a comprehensive explanation of its policies. It is likely that the authors' economic training based on the neo-Keynesian mainstream model has greatly conditioned them in a technically convoluted, but too often uninspiring interpretation of events and policies. It is also possible that the difficulty of demonstrating the effectiveness of the monetary policy measures undertaken by the ECB in the absence of a proactive fiscal policy contributed to the widespread technical laboriousness of the argument in many pages of the book. Especially for academic teaching, but also for the informed public debate, a more accessible level would have been advisable. An appendix seeks to explain T-LTRO operations, the logic of which the book fails to elucidate.
Jel Codes
E11, E12, E52, E58, N14
LINK to PDF here
Italy has paid for certain ill-advised policies of the ECB – influenced by Berlin, the dominant power in Europe – with dozens of points of additional debt/GDP and finding itself ever poorer, while Germany symmetrically gained.
Originally published by Micromega 3 December 2021 here
Quei sussidi italiani alla Germania
Sergio Cesaratto da Micromega online Dicembre 3, 2021
English version here
L’Italia ha pagato certe sciagurate politiche della BCE – influenzate da Berlino, potenza dominante in Europa – con decine di punti di debito/PIL in più e trovandosi ancor più povera, mentre la Germania simmetricamente ci guadagnava.
***
Già nella prima edizione delle Sei lezioni di economia denunciavo l’enorme risparmio nella spesa per interessi che il governo tedesco lucrava dalla fuga di capitali dai titoli di stato italiani verso quelli tedeschi, considerati più sicuri.[1] Un istituto tedesco aveva all’epoca quantificato tale risparmio in 100 miliardi di euro. Nell’edizione inglese del 2020 citavo l’autorevole membro tedesco del consiglio esecutivo della BCE, Isabel Schnabel che quantificava nel febbraio 2020 i risparmi di spesa per Berlino in 400 miliardi di euro dal 2017. Questo non solo, naturalmente, in seguito alla fuga dai titoli italiani, che si era progressivamente calmata dal celebre intervento di Draghi del 2012, ma soprattutto per le misure di acquisto di titoli pubblici avviata dalla BCE dal marzo 2015. Questi acquisti erano soprattutto indirizzati a mettere in sicurezza i titoli ad alto debito, come quelli italiani. Ma poiché la BCE deve agire erga omnes, ad avvantaggiarsene furono, ancora una volta, anche i titoli tedeschi. Insomma, vantaggi dalle disgrazie altrui, magari non espressamente cercati, ma comunque evidenti. Disgrazie nei confronti delle quali non si è però innocenti, se è vero che Berlino è stata la principale ispiratrice delle disgraziate politiche fiscali e dell’inazione della BCE sino alla Presidenza Draghi nel 2011, ma nei fatti anche oltre continuando a frenare l’azione della banca centrale.
The future of European governance is still being discussed, but not in Italy. Italy runs the risk of being trapped in deceptively lenient rules
Interview by Lorenzo Torrisi
The original Italian version at Il Sussidiario can be read here
Translated by BRAVE NEW EUROPE
Valdis Dombrovskis and Paolo Gentiloni (LaPresse)
In the week that has just ended, the issue of the future of the Stability and Growth Pact rules, which are still suspended, has resurfaced. The German newspaper Handelsblatt published an exclusive report on the contents of a document drawn up by economists supporting the European Stability Mechanism, suggesting a change in the debt/GDP parameter from 60% to 100%, while leaving the deficit/GDP parameter unchanged at 3%.
Would this be a positive change for Italy? According to Sergio Cesaratto, Professor of European Monetary and Fiscal Policy at the University of Siena, who has just published “Sei lezioni sulla moneta – La politica monetaria com’è e come viene raccontata” (Diarkos), “such a proposal could be misleading in that it is apparently more realistic. The reduction in 20 years of the debt/GDP ratio to 60% envisaged by the Fiscal Compact of 2012 has remained an unimplemented measure because it is unrealistic.
Più sotto indice e introduzione a:
Cesaratto, S. (2021) Sei lezioni sulla moneta- La politica monetaria com’è e come viene raccontata, Diarkos, Reggio Emilia
Recensioni
Riccardo Zolea (Etica ed economia)
Alessandro Bonetti (Il fatto quotidiano) Cliccando si scarica il pdf.
Per l’Italia si tratterebbe di una modifica positiva? Secondo Sergio Cesaratto, Professore di Politica monetaria e fiscale europea all’Università di Siena, che ha appena pubblicato “Sei lezioni sulla moneta – La politica monetaria com’è e come viene raccontata” (Diarkos), «una proposta del genere potrebbe essere ingannevole in quanto apparentemente più realistica. La riduzione in 20 anni del rapporto debito/Pil sino al 60% prevista dal Fiscal compact del lontano 2012 è rimasta misura inapplicata in quanto irreale.
Essa avrebbe comportato surplus di bilancio primari (surplus una volta pagati gli interessi sul debito) tali da far crollare la domanda interna e l’economia rendendo, peraltro, ancora più lontano quell’obiettivo. La natura surreale del provvedimento l’ha reso lettera morta. Rendendolo apparentemente più realistico lo si vorrebbe rendere operativo. Ma gli effetti drammatici sull’economia sarebbero i medesimi sia che si voglia arrivare al 60% che al 100%. Le regole non vanno ideate a tavolino».
Publishers: Springer, Switzerland, 2020. 277 pages
ISBN 978-3-030-54447-8
Book Review
by ÓscarDejuán (University of Castilla-La Mancha, Spain)
To be honest, I have read Heterodox Challenges in Economics starting from the end. I was looking forward to the English adaptation of Sei Lezioni di Economia (2019) to understand why Italian left-wing economists are so critical of the European Monetary Union (EMU). Cesaratto’s opinion was especially of interest to me because our intellectual backgrounds have some common roots. So, I decided to start with chapters 6 and 7 that examine the failure of the Italian economy after the EMU. The emphasis he lays on monetary and international issues led me to chapter 5. And this to chapters 2, 3, and 4, where he explores the theoretical foundations of the role of money and monetary policies.
I timori per un rialzo dei contagi da Covid si sono già riflessi sui mercati e potrebbero anche portare le Banche centrali a proseguire le loro politiche accomodanti oltre i tempi inizialmente previsti. In questo senso domani dal board della Bce potrebbero arrivare indicazioni importanti sulle mosse che si vorranno intraprendere riguardo il programma di acquisto di titoli di stato Pepp o immediatamente dopo la sua scadenza. C’è anche molta attesa per avere ulteriori dettagli sulla revisione del target inflazionistico decisa nelle scorse settimana. Ne abbiamo parlato con Sergio Cesaratto, Professore di Politica monetaria europea all’Università di Siena.
Quell’anti-Maastricht della BCE
Sergio Cesaratto
pubblicato da Micromega 13 luglio 2021
Lo scorso 8 luglio 2021 Christine Lagarde ha presentato la revisione della strategia monetaria della BCE (ECB 2021a) in linea, peraltro, con quanto fatto anche dalla Federal Reserve americana. Commentiamo qui alcune novità salienti di tale revisione integrando alcuni estratti del volume Sei lezioni di moneta – La politica monetaria com’è e come viene raccontata, in uscita per Diarkos il prossimo settembre.
Nel suo rapporto sull’orientamento della politica di bilancio dell’Eurozona, l’European Fiscal Board ha evidenziato l’urgenza di un accordo sulla revisione della governance economica prima che venga disattivata la “clausola di salvaguardia” del Patto di stabilità e crescita, cosa che avverrà, come ha recentemente comunicato la Commissione europea, nel 2023. Si riuscirà in un anno e mezzo a trovare un’intesa considerando gli appuntamenti elettorali di Germania e Francia? E gli eventuali cambiamenti saranno positivi per un Paese altamente indebitato come il nostro?
«Le informazioni che abbiamo dal “Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche” – ci dice Sergio Cesaratto, Professore di Politica monetaria europea all’Università di Siena – sono troppo scarse per rispondere (il rapporto non è al momento disponibile sul sito del Comitato). Da quello che si inferisce l’orientamento è il solito: la riduzione dei rapporti debito/Pil dovrà tornare una priorità, probabilmente con piani nazionali in cui ai Paesi a più alto debito si dà più tempo, magari in cambio di maggiori controlli sulla spesa pubblica. Questa è gente fuori dal mondo, incluso il rappresentante italiano che dovrebbe sapere meglio come stanno le cose».
Sergio Cesaratto DEPS, USiena
Riccardo Pariboni DEPS, USiena
Abstract
This paper aims to stimulate the convergence of the Sraffian approach to demand-led growth theory with insights from monetary circuit theory and stock-flow models. The first Sraffian contribution to this convergence we identify is the extension of Garegnani’s interpretation of Keynes’ General Theory’s originality and limitations to Keynes’ 1937 papers on “finance.” In both cases, it is a question of freeing Keynes from the ties of marginalist theory. After discussing some troubles of the monetary circuit, we identify a complementarity between the Keynesian concept of finance, some insights of the monetary circuit, and the role attributed by the Sraffian take of demand-led growth to the autonomous components of demand (which are also Kalecki’s external markets). This seems to us to be the second Sraffian contribution to this convergence towards a monetary theory of demand-led growth.
Keywords
Keynes, Finance, Monetary Circuit, Effective Demand, Supermultiplier
Jel Codes
B26, E12, E43, E50
Without Eurobonds, Italy risks a debt restructuring accompanied by austerity. The currently planned Recovery Fund is not enough to solve the EU’s problems
Interview by Lorenzo Torrisi
The original Italian version at Il Sussidiario can be read here
Brussels does not seem to be concerned about the stop to the ratification of the Recovery Fund that came from the German Constitutional Court at the end of last week. “We are convinced that the recovery plan will be launched as planned and our goal remains to complete the ratification process by the end of the second quarter of this year,” an EU spokesman said. Almost at the same time as the Karlsruhe judges pronounced their decision, Mario Draghi relaunched Eurobonds at the last European Council. “I know it’s a long road, but we have to get started. It’s a long-term goal, but it’s important to have a political commitment,” said Draghi, who added: “We have to design a framework for fiscal policy that is able to lead us out of the crisis”. Just a coincidence? “Probably not entirely – is the opinion of Sergio Cesaratto, Professor of European Monetary Policy at the University of Siena.
Intervista su Il sussidiario.net
Bruxelles non sembra preoccupata dello stop alla ratifica del Recovery fund arrivato dalla Corte Costituzionale tedesca alla fine della scorsa settimana. “Siamo convinti che il piano di ripresa sarà lanciato come previsto e il nostro obiettivo resta di completare il processo di ratifica da qui alla fine del secondo trimestre di quest’anno”, ha detto un portavoce dell’Ue. Quasi contemporaneamente al pronunciamento dei giudici di Karlsruhe, nel corso dell’ultimo Consiglio europeo, Mario Draghi ha rilanciato gli eurobond. Solo una coincidenza? «Probabilmente non del tutto – è il parere di Sergio Cesaratto, Professore di Politica monetaria europea all’Università di Siena -. La Corte di Karlsruhe ha per ora sospeso la ratifica del Presidente della Repubblica tedesco.
Una
serie di approfondimenti video sugli insegnamenti di Piero Sraffa, in
occasione dei 60 anni dalla pubblicazione del suo libro "Produzione di
merci a mezzo di merci"
Bella iniziativa di Kritica economica
Da vedere anche le altre puntate.
Dibattito sull'MMT con Thomas Fazi
https://www.facebook.com/ESCPalermo/videos/473235780366222
La traduzione della recensione su Brave New Europe (vedi post precedente) ora su Insight. Grazie Mathew Rose e Antonio Lettieri.
Non avrei mai pensato di descrivere un libro di economia come “una lettura deliziosa”, ma “Heterodox Challenges in Economics” di Sergio Cesaratto è esattamente questo. È ben scritto, spesso divertente, e l’analisi della politica economica viene poi applicata alle difficoltà economiche dell'UE e della zona euro. La passione per l'insegnamento di Cesaratto - è professore di Politica monetaria e fiscale europea presso l'Università di Siena - plasma la narrazione. Il libro è stato pubblicato nel 2020 e include l'inizio della crisi COVID, in altre parole è molto aggiornato.
I never thought that I would describe an economics book as “a delightful read”, but “Heterodox Challenges in Economics” by Sergio Cesaratto is exactly that. It is well written, often entertaining and humorous, and explains a great deal about political economy, which is then applied in an analysis of the economic difficulties of the EU and euro zone. The book was published in 2020 and includes the beginnings of the COVID crisis, in otherwords is very up to date.
Thanks to my friend Mathew Rose, uno strano americano a Berlino.
Sergio Cesaratto is Professor of Growth and Development Economics and of Monetary and Fiscal Policies in the European Monetary Union, University of Siena. Many of the topics of this conversation are developed in his latest book: Sergio Cesaratto, Heterodox Challenges in Economics – Theoretical Issues and the Crisis of the Eurozone, Springer, 2020, http://www.springer.com/9783030544478 that will be reviewed on BRAVE NEW EUROPE in the near future.
Can we say that the “Vincolo Esterno”, the neo-liberal EU straitjacket Italy’s oligarchy and technocrats imposed on their nation, has failed or has it achieved the success they sought – or has it done both?
Both. It succeeded in the sense that an icy discipline descended on the working classes, trade unions and fiscal policy. It failed in the sense that discipline brought with it the stalling of growth, later aggravated by the 2008 crisis and the pandemic. Many foreign readers do not know that Italy has a record of discipline in public accounts, measured by budget surpluses net of interest expenditure, unbroken from 1991 until the pandemic. This, together with the loss of a competitive exchange rate, has led to stagnating productivity and growth in Italy since 1995. Public debt was reduced from 120 to 100 % of GDP before the 2008 crisis. But at a very high price (cuts make growth less and nullify the budgetary effects of cuts in a Sisyphean effort). No country in Europe has been as frugal as Italy (read https://www.ineteconomics.org/research/research-papers/lost-in-deflation). Moreover, private debt is very low in Italy, Italian households are also frugal, contrary to what is portrayed in Northern European media.
Ecco la versione italiana, invero un po' logorroica, del pezzo sul NGEU. Grazie a economiaepolitica.it
Next degeneration EU
Sergio Cesaratto
Il cosiddetto Recovery Fund è il Convitato di pietra della crisi di governo, come scusa di litigio od oggetto di appetito politico. La sua importanza è solo relativa, date le sue ridotte dimensioni finanziarie, la sua tempistica inadeguata, l’impronta europea sui contenuti ben lontana da una organica politica industriale per il continente, i contenuti sociali sospesi fra ipocrisia, demagogia e velleità. Il Recovery Fund appare così inadeguato sia come sostegno alla domanda aggregata che alla capacità industriale italiana (ed europea).
Avanzeremo qui alcune osservazioni sul documento del governo italiano (Piano di Ripresa e Resilienza dell’Italia, PNRR - 12 gennaio 2021) [1] ricordando che Il Piano dovrà essere presentato in via ufficiale entro il 30 aprile 2021.
The Next Generation EU programme is full of pitfalls for many EU nations, as here in Italy.
Sergio Cesaratto is Professor of Growth and Development Economics and of Monetary and Fiscal Policies in the European Monetary Union, University of Siena. His newest book, “Heterodox Challenges in Economics – Theoretical Issues and the Crisis of the Eurozone” was recently published by Springer
The original, longer version in Italian was posted by economica e politica
The European Next Generation EU (NGEU) recovery plan to deal with the economic crisis resulting from the pandemic is the uninvited, imposing guest causing the present Italian government crisis, as an excuse for quarrelling or as an object of political diversion. I shall make some observations on the resigning government’s Recovery and Resilience Plan (Piano di Ripresa e Resilienza dell’Italia, PNRR), sure that any future government will not change much of its substance.
Recensione di Paolo Paesani (Uniroma 2 Tor Vergata) su Eticaeconomia a
In queste settimane, i paesi membri dell’Unione Europea stanno definendo i rispettivi piani d’investimento nell’ambito del NextGenerationEU. Dal successo di questi progetti dipende il consolidamento dell’economia e del modello sociale europeo e la ripresa dell’integrazione europea su basi di rinnovata fiducia. Almeno questo è l’auspicio, a fronte di un’emergenza pandemica che ha trovato l’Europa divisa, preda di rivendicazioni contrapposte, e con disuguaglianze crescenti. Tale situazione è il risultato di molteplici cause, in parte strutturali, in parte legate agli effetti della crisi dei debiti sovrani che ha coinvolto alcuni paesi dell’eurozona tra il 2011 e il 2012, a partire dalla Grecia.