mercoledì 25 gennaio 2012

I peggio (ma proprio i peggio) liberisti impazzano su La Repubblica

Emilio Carnevali mi segnala articolo su il Fatto assai simpatico e istruttivo. Suggerisco anche due o tre cose da leggere.

Sarò all'estero per un paio di settimane (a insegnare, ma in un bel posto). Aspettatevi un rallentamento dei pezzi sul blog. Ma torneremo, speriamo ricaricati.
S.
Il liberismo invade anche i giornali progressisti
di Piefranco Pellizzetti,

domenica 22 gennaio 2012

Il TARGET degli economisti tedeschi

Hans-Werner Sinn è senza dubbio il più influente economista tedesco con un ineccepibile, sebbene assai conformista, curriculum. Ossequiato dai suoi altrettanto benpensanti colleghi, presiede il Cesifo, un poderoso gruppo di istituti di ricerca in un paese in cui gli economisti sono tradizionalmente ascoltati dai governi. Le opinioni di questo potente economista sono quanto di più pro-germanico possa immaginarsi, ma anche questa è una vecchia tradizione degli economisti tedeschi più influenti. Nella crisi europea è, naturalmente, generico accusare questo o quel paese.

domenica 15 gennaio 2012

La Merkel, non S&P, affossa l’Europa

Il post di Krugman dice tutto sul suicidio dell’Europa, o forse meglio sarebbe parlare di omicidio. L’economista americano riferisce nel suo blog la spiegazione di S&P per i downgrading di diversi titoli sovrani europei. La sostanza è che la responsabilità della diminuita affidabilità di tali titoli è nelle politiche di restrizione fiscali che l’Europa adotta:

venerdì 13 gennaio 2012

Prof. Monti, dopo Berlino dove si va?

Con un bell'inserimento in prima Micromega on line ha oggi (venerdì 13 gennaio) pubblicato questo pezzo con il titolo e l'incipit qui sotto.


 

Dopo Berlino dove si va?
Lettera aperta a Mario Monti

di Sergio Cesaratto Caro Professore, finalmente lei ha parlato chiaro con la Merkel: guardi signora, che se l’Europa non si smuove, qui si va a fondo tutti. Bravo! Ora però anche lei deve rivedere la sua impostazione per rilanciare la crescita, tutta incentrata sul “lato dell'offerta”. Senza rilancio della domanda europea e italiana la crescita non vi sarà mai.