Pubblichiamo articolo pubblicato da Micromega online. In origine erano delle note per un giornalista tedesco che è un po'
simpatetico con l'Italia e che sta preparando un articolo per il
giornale tedesco più importante (con la FAZ, ma un po' più aperto), la
Süddeutsche Allgemeinen Zeitung di Monaco.
Le ho trasformate in FAQ su quanto sta accadendo, spero utili.
Economia e pandemia: domande e risposte sull’Italia e l’Europa
Sergio Cesaratto
“A successful and long lasting union,
like the US, helps its members in need. When New Orleans was hit by Hurricane
Katrina, the initial faltering response horrified the nation. Congress then
sent $71bn in aid, equivalent to more than a third of Louisiana’s gross
domestic product. It did not content itself with waiving a balanced budget
clause and allowing the state to plunge into debt. Other US states did not
complain that Louisianans were lazy and corrupt, or wasted money on drinks and
women, as the former head of the eurogroup of finance ministers, Jeroen
Dijsselbloem, infamously said of southern Europeans.” Luigi Zingales (University of Chicago).
Perché l’Europa dovrebbe salvare
l’Italia che è stato un paese cicala?
Contrariamente a
quanto dipinto dai mass media e, in maniera inqualificabile, da Jeroen
Dijsselbloem, l’Italia è da trent’anni un paese frugale. Questa frugalità è
misurabile dai surplus primari del bilancio pubblico [i saldi al netto della
spesa per interessi] che sono in attivo dall’inizio degli anni novanta. In
altre parole, da trent’anni gli italiani pagano più tasse di quanto ricevono
come servizi pubblici o pensioni. E’ la spesa per interessi che manda in
disavanzo lo Stato italiano, non una spesa pubblica allegra (naturalmente molta
spesa pubblica è indirizzata male, ci sono sprechi, c’è molto da migliorare
come efficienza ma, per esempio, il numero dei dipendenti pubblici in Italia è
in rapporto alla popolazione
molto inferiore alla Germania, come anche evidenziato dalla crisi sanitaria). Anche David
Folkerts-Landau, capo economista della Deutsche Bank ha ammesso due anni fa
che “contrariamente a un diffuso pregiudizio, l’Italia è stato un Paese
frugale". Queste sono fra le poche voci “oneste” che si sono
levate.