Una nessuna centomila – Le molte verità di Target2
Abstract
Questo saggio è indirizzato principalmente (ma non
esclusivamente) a un pubblico non-accademico, e in questo senso è un proseguo
delle Sei lezioni, anche
nello stile. Metto tuttavia questo pubblico (e non solo) a dura prova. Le note
sono utilizzabili anche a scopo didattico. Dopo aver spiegato cos’è Target 2,
si fanno tre casi in cui insorgono passività Target 2, mostrando come queste
ultime abbiano la natura economica di un debito. Per questa ragione, nel caso
di un’uscita di un Paese dall’euro (o di una rottura di quest’ultimo) e di una
mancata regolazione di quelle passività, i Paesi creditori subirebbero una
perdita nella loro ricchezza nazionale netta. Questo non vuol dire che questi
debiti non possano diventare oggetto di negoziazione, anzi questo sarebbe molto
probabile. Una appendice contiene una rassegna critica di alcuni interventi
sulla stampa e in rete relativi alle recenti dichiarazione di Draghi in merito.
Commenti e integrazioni sui probabili errori e imprecisioni sono più che
benvenuti. “Se mi sbaglio mi corrigerete”
“I saldi Target
...hanno trasformato la Germania nel ‘negozio
della cuccagna’, un negozio dove si può tranquillamente comprare e segnare
tutto sul conto, senza dover mai pagare la fattura al proprietario” (H.W.Sinn,
2017)
Ho visto le menti
migliori della mia generazione rompersi la testa su Target 2 (T2). Che una
piattaforma elettronica su cui si svolgono le nostre operazioni di pagamento
bancarie possa assurgere da arcani manuali tecnici alle pagine dei quotidiani,
sembra sorprendente. L’ha fatto nel 2011, quando il più influente economista
tedesco, Werner Sinn, sollevò la questione, e di nuovo recentemente dopo alcune
dichiarazioni di Draghi (2016). Anche
un bambino può capire cos’è T2; più complesso è interpretare il suo ruolo in
una unione monetaria in tempi di crisi (e il rischio per tutti di dire
sciocchezze è elevato).
prosegue qui