Pubblichiamo, con l'autorizzazione dei partecipanti, una conversazione che si è svolta per e mail i giorni scorsi che crediamo possa essere di interesse sulle prospettive della sinistra nella crisi europea. Lo stile è ovviamente colloquiale. Achilli è un economista (precario). Egli esordisce difendendo una sua provocazione che aveva lanciato su FB.
Riccardo Achilli
Proverò a spiegare ulteriormente il mio punto di vista, premesso
che nessuno di noi, io per primo, ha la bacchetta magica con la Soluzione con
la esse maiuscola.
A mio parere l'idea di fuoriuscita dall'euro non è praticabile, non
solo per motivi economici (isolandosi dai mercati finanziari prima o poi si
paga pegno, ed i controlli sui flussi di
capitale possono essere fatti per un periodo
breve, pena lo strangolamento per autarchia) ma soprattutto per motivi
politici (torneremmo all'Europa degli
Stati nazione in competizione commerciale, in un periodo di grave crisi economica, e la risposta nord europea
alla svalutazione competitiva
mediterranea sarebbe quella di barriere protezionistiche di vario genere. Le conseguenze in termini di tensioni
geo politiche sarebbero evidenti, e tornare a Napoleone III contro Bismarck mi
sembra un pochino pericoloso). Di uscita ordinata e concordata nemmeno a
parlarne. Non ci sono le condizioni politiche, a meno di sterminare l'intero
establishment politico ed economico europeo.