martedì 24 ottobre 2017

Intervista ai giovani comunisti


Intervista a Sergio Cesaratto, Professore ordinario di Economia internazionale, di Politica monetaria e fiscale nell’Unione Monetaria Europea, a cura della redazione di ComINFO, su manovra, europa e crisi internazionale.
In queste settimane è in elaborazione e discussione la manovra finanziaria 2017, una manovra che si preannuncia in continuità con le politiche di liberiste volte alla tutela delle imprese attraverso le decontribuzioni e la riduzione della tassazione sui profitti. Qual è il suo punto di vista?
Non ho francamente molto da dire sulla Legge Finanziaria che se non propone tagli massicci per non mortificare una ripresa già anemica, neppure si proietta a incentivarla. Il sostegno all’occupazione a tempo indeterminato aiuta sì questo tipo di contratti, come si è visto nel 2015-16, ma cosa accadrà poi al termine della decontribuzione? Si pongono poi discrimini per età che sono francamente ingiusti: come se avere 36 anni fosse meglio di averne 35, e 35 meglio di 29.
Van bene i sostegni a favore dell’innovazione – la sinistra non deve opporsi al progresso tecnologico – ma che si monitori l’uso del fondi. A fronte del mantenimento del ridicolo bonus ai diciottenni o al sostegno ai vivai calcistici si lesina nelle assunzioni nella ricerca ( e si perpetua una ingiustizia verso i professori universitari). La conferma del prolungamento dell’età lavorativa a età avanzate (67 anni lo sono) è una vera tortura per chi aveva l’aspettativa di un po’ di anni di riposo in salute. Mai dimenticare che l’alto peso del sistema pensionistico sul Pil in Italia dipende dalla debole base occupazionale, non tanto (o non solo) dall’invecchiamento. E ci sono milioni di giovani italiani a spasso. E certo che non fanno figli!
Il contesto europeo è ahinoi un po’ questo, e gli spazi di politica fiscale limitati. Nel futuro potrebbe andar peggio se il nuovo governo tedesco riuscisse a fare la voce grossa a Bruxelles sul rigore fiscale. O forse non la farà perché ci getterebbero nel baratro. Continueranno a farci campare alla giornata. E non sappiamo come sarà la nuova BCE a guida tedesca. Certo i tassi saliranno, e con essi il costo del debito pubblico.

sabato 14 ottobre 2017

Recensione su il manifesto

Una versione più breve su il manifesto della recensione già pubblicata su MicroMega on line.

«Ricchi per caso», il capitalismo e le istituzioni inefficienti


Sergio Cesaratto
L’Italia si avvia alle elezioni senza che la politica indichi una direzione per il Paese. Il volume “Ricchi per caso” (il mulino, 2017, 319 pp. 19€) indaga le ragioni profonde del drammatico passaggio storico, fra benessere e declino, che l’Italia sta attraversando. Il lavoro è curato da Paolo Di Martino (Università di Birmingham) e Michelangelo Vasta (Università di Siena), primi inter pares in un gruppo di storici economici (che include G. Cappelli, A. Colli, E. Felice, A. Nuvolari e A. Rinaldi). Al centro vi sono le istituzioni socio-politiche che costituiscono la sua costituzione reale – ostacolo ai nobili intenti della Costituzione formale. Gli autori si rifanno a un filone della letteratura economica che identifica nell’appropriatezza di regole e istituzioni, formali e informali, l’anima dello sviluppo in un continuum fra società politica e società civile spesso dimenticato da coloro che si scagliano contro la casta.

venerdì 6 ottobre 2017

Ricostruire la sinistra



Ripubblico dal mio blog su Micromega (il manifesto non l'ha pubblicato) 
La sinistra non abdichi alle proprie responsabilità
Sergio Cesaratto
Risultati immagini per sinistraL’intervista ad Anna Falcone di alcuni giorni fa su il manifesto (29/9/17) suscita alcune perplessità relative a una concezione della politica che sta prendendo piede anche a sinistra. Per cominciare rende perplessi il metodo scelto per arrivare a un programma: oltre cento assemblee ciascuna su “uno o più temi” che produce un “report con le soluzioni ai problemi scelti” fra i quali “la tutela del lavoro, la riconversione energetica, l’intervento dello stato nell’economia, la pace, l’immigrazione, la lotta al terrorismo”. A quel punto “gli utenti registrati sceglieranno, quelle che avranno maggiore consenso entreranno nel programma”. In sintesi assemblee magari di poche ore dovrebbero produrre “soluzioni” a problemi epocali successivamente selezionate on line da una platea più ampia. Un ironico compagno l’ha definita su FB più una ricerca di mercato consona alla Casaleggio & associati che un percorso politico.