domenica 27 novembre 2016

Roberto Artoni: dalle privatizzazioni alla riforma costituzionale



Pubblichiamo col permesso dell'autore un bell'articolo del prof. Roberto Artoni (originariamente in Riforma del capitalismo e democrazia economica, a cura di L. Pennacchi e R. Sanna, Ediesse 2015). Attualissimo il passo di Guido Carli citato all'inizio: “L’Unione europea implica la concezione dello “Stato minimo”, l’abbandono dell’economia mista, l’abbandono della programmazione economica, la ridefinizione delle modalità di composizione della spesa, una redistribuzione delle responsabilità che restringa il potere delle assemblee parlamentari e aumenti quelle dei governi”.


LE PRIVATIZZAZIONI E L’ARRETRAMENTO DEL PERIMETRO PUBBLICO[1]
(Roberto Artoni)

Dopo oltre venti anni non è inopportuno tentare un bilancio della politica di privatizzazione seguita nel corso dell’ultimo decennio del secolo scorso. Si devono cioè chiarire, sia pure in termini molto sintetici in questa sede, i presupposti delle politiche allora intraprese, individuarne i limiti e delinearne gli effetti che si sono progressivamente manifestati.

martedì 22 novembre 2016

Il castigamatti (anche in word!)

E' una risata che vi seppellirà. Nelle Sei lezioni riporto brani di questo divertente articolino di Nando Vianello sulle proposte "simbionesi" di Pivetti e De Vivo al convegno del Cespe del 1976. Eccolo nella sua interezza, sperando sia sufficientemente leggibile.
(Il tavolino magico, l'asino d'oro e il randello castigamatti sono una fiaba dei fratelli Grimm).
Update: un gentile amico lettore, Marco Boleo, ne ha fatto una trascrizione in word allegata in fondo. Grazie!

giovedì 17 novembre 2016

Se l'euro cade, sarà perché non sostenibile politicamente- articolo su Il Fatto




 Da Il Fatto quotidiano, 16 novem
bre 2016. Con l'occasione: giovedì a PISA (vedi locandina); venerdì a Parma; sabato a Rieti.

E' l'insostenibilità politica che farà cadere l'euro
Il dibattito fra economisti su Il Fatto e il manifesto ha visto la contrapposizione fra quelli dell’euro reversibile che cercano di guardare con freddezza oggettiva a costi e vantaggi dell’uscita, e quelli della irreversibilità dell’euro che mancano di proporre un’alternativa alla morte lenta del Paese, limitandosi a frettolosi allarmismi. “Di doman non v'è certezza” per tutti, ma un’evidenza a favore dei primi è che con l’euro il Paese è andato di male in peggio. E vi sono altre certezze a loro favore. La prima è che l’euro entrerà in crisi se e quando in uno o più Paesi esso si rivelerà politicamente insostenibile. L’Italia è una candidata naturale. Come in tutti gli eventi catastrofici, un crollo dell’Italia scaturirà dal combinato disposto di varie cause.

martedì 1 novembre 2016

Fabio Petri su "Rottamare Maastricht"



Fabio Petri, Recensione (intervento alla presentazione) del libro “Rottamare Maastricht”, di A. Barba, M. D’Angelillo, S. Lehndorff, L. Paggi, A. Somma (Deriveapprodi), Roma, 27 ottobre 2016

Lo scopo del libro, dall’Introduzione di Paggi, è aiutare ‘la costruzione di un movimento anti-Maastricht diverso da quello populista’, sottrarre al populismo ‘il monopolio della critica della situazione esistente’; combattere Maastricht come cultura, concezione del mondo, proposta di civiltà; a tal fine aiutare a ‘trasformare la protesta sociale in conflitto distributivo e in alternativa politica’, aiutare ‘la costruzione di un movimento ancora inesistente’, per la qual cosa ‘occorre mettere sul tappeto il problema di una filosofia di governo alternativa e di un programma che indichi, in primo luogo sotto il profilo concettuale, alcuni punti di scorrimento verso un’Europa politica della crescita’.
Il libro non si spinge a proporre esplicitamente questa filosofia di governo alternativa o programma (l’Introduzione si limita a indicare il bisogno di più democrazia più salario più produttività, ma senza entrare nel come raggiungere questi obiettivi); piuttosto fornisce analisi preliminari per dimostrare la necessità di aprire il dibattito; tre messaggi in particolare emergono dai cinque contributi.