Pubblichiamo pezzo uscito oggi su il manifesto. I redattori hanno tagliato un piccolo ma significativo punto: alla fine gli sprovveduti commentatori "sognatori" a cui mi riferisco sono del manifesto medesimo. Qui la versione originale.
Le attese mediatiche del QE
Sergio Cesaratto
Una volta Pierangelo Garegnani mi disse: “Keynes è
stato un disastro per la teoria economica perché ha introdotto il termine
aspettativa”, vale a dire l’idea che lo studio delle attese nutrite dai
soggetti circa il futuro sia un elemento portante dell’economia politica.
Compito della politica economica diventerebbe, dunque, quello di orientare le aspettative
nella direzione desiderata. Molti economisti eterodossi vedono addirittura
nell’incertezza in cui si formano le attese il vulnus del capitalismo. Sia
nella versione ortodossa che eterodossa, quella di basare l’analisi economica
sulle aspettative è una teoria assai debole che trascura i fatti reali, che
sono invece quelli che dobbiamo studiare anche per spiegare la formazione delle
aspettative. La diseguaglianza e la conseguente debolezza della domanda
aggregata sono dal punto di vista eterodosso, per esempio, il vulnus reale del
capitalismo e fonte di incertezza nelle decisioni di investimento.
Da questo punto di vista il varo del QE da parte
della BCE ci è apparso come un grande esercizio mediatico, in cui la centralità
assegnata alle aspettative ben si adatta al grande proscenio della comunicazione
in cui non c’è soluzione di continuità fra finzione e realtà.