Pubblichiamo le parole che dirò oggi dal palco della manifestazione di Micromega "Per la Costituzione e l'ineleggibilità di Berlusconi". Non è che creda molto che Berlusconi lo si combatta con le leggi, ma proprio per questo è una occasione per dire qualcosa sui temi che riteniamo più centrali. Con l'occasione segnaliamo il numero di Micromega dedicata alla diseguaglianza in cui v'è un nostro contributo. Ci sentiamo assai dissenzienti verso altri contributi, e scriveremo qualcosa nei prossimi giorni.
Il pareggio di bilancio in Costituzione
Sergio Cesaratto
Negli altri interventi sono stati commentati
articoli che in genere mostrano la bellezza della Costituzione e ne lamentano
l’inapplicazione. A me tocca l’ingrato compito di commentare un articolo, quello
n. 81 recentemente introdotto (e in vigore dal 1 gennaio 2014) sul pareggio di
bilancio. Qui la Costituzione è brutta, e auspichiamo la disapplicazione o meglio
la cancellazione dell’articolo.
Vi è un motivo
di principio per cui tale introduzione è
stata sbagliata: una Costituzione, credo, debba affermare principi generali,
non condividere singoli punti di vista (che so, l’evoluzionismo piuttosto che
il creazionismo). La logica del pareggio in bilancio rispecchia una precisa
teoria economica, quella neoclassica dominante, per giunta nelle sue versioni
più conservatrici. E’ la medesima logica oscurantista che ha condotto a
inscrivere l’indipendenza della BCE con unico obiettivo di combattere
l’inflazione nel pseudo- statuto Europeo. Belle e buone violazioni della
democrazia. Vogliamo poter votare per governi progressisti che perseguano la
piena occupazione, e solo in subordine l’inflazione, attraverso politiche
monetarie e fiscali espansive, ma sono le medesime Costituzioni a impedircelo! Per
cui anche la riforma dello statuto della BCE è un obiettivo dei progressisti
per rimuovere il primo grande ostacolo alla ripresa e alla democrazia europee –
l’altro essendo le politiche di austerità e l’assenza di istituzioni europee
adeguate.
E’ vero che fatta la legge, trovato l’inganno.
Nessuno si sogna più che pareggio di bilancio e fiscal compact possano
seriamente trovare applicazione (prova ne è la caramellina che l’Europa ha
concesso all’Italia nel poter ridurre i crediti delle imprese verso la PPAA). Ma
la questione è che questo limbo di sotterfugi, quando non di azioni negative,
in cui l’Europa giace da quando è cominciata la crisi deve finire, in un modo o
nell’altro. Il nostro paese sta morendo, se non ve ne siete accorti. A
differenza del pareggio di bilancio e del’indipendenza della BCE che riflettono
precise teorie economiche, l’adozione dell’Euro – che, suppongo, pure in questa
piazza ancora qualcuno vorrebbe inscritta in Costituzione – è stata effettuata
in violazione di qualunque logica economica, se non quella assai politica di
importare la disciplina tedesca. Mentre a giocare allo sport preferito dai
tedeschi abbiamo regolarmente perso, l’Euro oggi non è fallito, sta funzionando
benissimo nel cercare di demolire a colpi di disoccupazione le conquiste di
oltre un secolo. Ma naturalmente anche in questa piazza si mormorerà che le
colpe sono nostre (o magari della finanza cattiva) e non dell’Euro. Di colpe ne
abbiano molte, lo sappiamo tutti. Ma se non si acquisisce la consapevolezza che
l’Europa così come è stata congeniata porta esattamente a questi risultati, non
si avrà mai la capacità di andare in Europa con schiena dritta e idee chiare
per affermare che la nostra Costituzione fonda la democrazia sul lavoro, e non
sull’euro. Se l’unione monetaria cambia, bene, sennò amici come prima, senza
terrorismi su cosa potrà mai accadere. Peccato che il M5S stia perdendo questa
occasione per condizionare un nuovo governo in questa direzione.