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sabato 15 ottobre 2016

Anni di alta teoria (e non solo): Garegnani alla Svimez

Pubblichiamo il mio intervento all'incontro organizzato dalla Svimez e dal Centro Sraffa



Lo “Studio Svimez” di Garegnani del 1962 – Note preliminari
Sergio Cesaratto
Cesaratto@unisi.it
Anni di alta teoria
Non c’è stato modo di rintracciare con chiarezza quale sia stato il rapporto formale di Garegnani con la Svimez, il che avrebbe implicato un lavoro d’archivio presso l’associazione. Nel saggio “Note su consumi, investimenti e domanda effettiva”, basato sulla prima parte dello “Studio Svimez” (Garegnani 1962), come per brevità lo definiremo qui, e pubblicato in italiano da Economia internazionale nel 1964-65, Garegnani stesso ci informa che lo Studio fu steso nel 1960-61 e pubblicato in forma ciclostilata (“per uso interno degli uffici”) nel 1962. Quello che sappiamo dalle note biografiche di Fabio Petri (2001), per le quali posso immaginare si sarà avvalso di Garegnani, quest’ultimo, conseguito il dottorato a Cambridge, dal 1958 è a Roma assistente di Volrico Travaglini; è visiting al MIT nel 1961-62, e consegue la cattedra nel 1963 a Sassari (dove era stato però assistente nei due anni precedenti). Anni molto intensi dunque. Nel Rapporto Svimez Garegnani non ringrazia nessuno in particolare, mentre in “Note su consumi” egli ringrazia “per i loro commenti ai manoscritti dell’articolo i professori Claudio Napoleoni, Sergio Steve, Paolo Sylos-Labini, Volrico Travaglini” (Garegnani 1979, p. 4). Da un resoconto di  Fabrizio Barca, la Svimez di Pasquale Saraceno della seconda metà degli anni cinquanta emerge come un vero e proprio “ufficio studi dei governi che videro Ferrari Aggradi, Vanoni, Campilli e La Malfa alla guida dei principali ministeri economici” (Barca 1997, p. 603). I collaboratori stranieri includevano i maggiori studiosi dello sviluppo come Colin Clark, Vera Lutz, Gardner Ackley, Richard Echaus, Hollis Chenery (manca Raùl Prebisch). Nel consiglio direttivo sedevano Paul Rosenstein Rodan, Jan Timbergen e Robert Marjolin. Interessante che il Piano Vanoni, che Garegnani prende a riferimento nella parte empirica dello Studio Svimez, “venne sicuramente elaborato nella sede romana della Svimez” e dovuto “soprattutto alla stesura di Saraceno” (ibid, p. 604). Nel giudizio di Saraceno, scrive Barca, le politiche meridionaliste nella fase successiva alla ricostruzione dovevano realizzare l’azione coordinata di due modelli: quello del Centro-Nord sostenuto dalla domanda e quello del Sud sostenuto dall’offerta” (ibid, p. 605).