Pubblicheremo nei prossimi giorni, non appena usciti, due interventi con Turci su L'Unità e Nel merito, ambedue critici dell'impostazione di politica economica del PD. Anticipando l'incipit del primo, scriviamo: <l’asse portante della proposta economico-politica del PD si basa sulla condivisione della necessità dei tagli di bilancio, in Italia come nel resto dell’Europa, sebbene dissenta nei contenuti dalla manovra presentata dal governo. Questo asse deriva, a nostro avviso, da una profonda incomprensione da parte dei vertici del PD – non certo soli in questo – della dimensione europea della crisi in corso. Nel pur apprezzabile decalogo delle proposte presentate dal segretario Bersani ... la questione europea viene liquidata in cinque righe con un generico richiamo alle proposte dei partiti “progressisti” europei e affermando che “soltanto un governo politico dell’area euro per lo sviluppo sostenibile e la gestione comune dei debiti sovrani … può dare senso alle politiche di austerità”, politiche considerate, dunque, pienamente legittime.> Il termine "austerità" evoca a noi i fantasmi inquietanti della fine degli anni settanta.
La manovra è non solo iniqua, ma inutile, anche se diventasse "equa". Essa è recessiva e peggiorerà i conti pubblici. L'Europa ci ha per giunta promesso l'intevento dela BCE a ridurre i tassi di interesse che paghiamo sul nostro debito sovrano. Tale intervento, piccolo e tardivo, ha solo calmierato i famosi spread a 300 insostenibili punti base (come da noi puntualmente previsto in questo blog). Per giunta anche questa timida azione verrà presto a mancare. Già il Presidente tedescoWulff ha dichiarato che la BCE deve rientrare nei ranghi (che nella sua ottusa visione vuol dire smettere di comportarsi come una qualsiasi banca centrale, prestatore di ultima istanza degli stati). Si veda El Pais (citato da Eurointelligence.com).
Dopo il fallimento degli accordi di luglio e la vacuità dell'incontro Merkel-Sarkozy di metà agosto, l'Europa è senza una bussola. Non siamo i soli a dirlo. Segnaliamo un altro importante articolo di Wyplosz (qui). Ma è una magra consolazione.
L'Italia dovrà collocare a settembre decine di miliardi di titoli pubblici: lo farà a tassi disastrosi.
La sinistra doveva battersi per una manovra volta a reperire risorse dagli sprechi, dall'evasione, dai grandi patrimoni per destinarli alla crescita (istruzione, reindustrializzazione ecc) e all'equità sociale e per una diversa politica europea.
ecco che il dubbio che nuove elezioni possano portare ad un vero cambiamento è più che legittimo. Vertici del principale partito di opposizione che rimangono schiacciati nel solco liberoscambista tedesco per assecondare lobby più o meno palesi sono il segnale che per l'Italia, ma penso anche per il resto dell'europa, si prospetti un futuro fatto ancora di concentrazione di ricchezza e compressione salariale, dove si cercherà di nascondere una lotta di classe oramai evidente.
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