lunedì 28 maggio 2018

Cosa si poteva (e doveva) fare

Questo post è stato prima in attesa de Il Fatto (suppongo fuori linea), poi di Micromega online (ero sovraesposto vista la pubblicazione della recensione di Formenti al libro), infine E&P era cortesemente disponibile a pubblicarlo, ma io stesso l'ho ritirato dopo gli eventi di domenica 27 maggio. Col senno del poi è però utile riproporlo anche per gli amici stranieri che leggono l'italiano. E' chiaro che quello che è successo domenica è gravissimo, e la conferma che l'Europa monetaria è nemica della democrazia. Oltretutto, come o a quali costi il presidente (minuscolo) Mattarella ritiene di portare il paese alle elezioni nel mezzo di una strisciante crisi finanziaria, a meno di sospendere la democrazia. La nomina di un uomo del FMI a presidente del consiglio rende il tutto ancora più oltraggioso. E grazie Germania per la tua leadership! Davvero non cambiate mai.


Abbattere il rapporto debito/PIL, anzi stabilizzarlo. Per crescere.
Sergio Cesaratto
Come molti ritengo che il programma M5S-Lega abbia luci ed ombre. 

domenica 27 maggio 2018

Senso comune

Uscire dall’austerità? Si può. Intervista a Sergio Cesaratto - Senso comune






Domanda: La sua impostazione pare ricalcare, richiedendo un nuovo interventismo statale, le linee dello sviluppo dell’economia italiana più improntate al keynesismo. Ma molti considerano tale sistema entrato in crisi negli anni ’70 per motivi strutturali, non solo affossato per motivi politici. Secondo lei sarebbe possibile ripristinare un impianto simile? E nel caso con quali differenze rispetto al passato? 
Risposta: Il modello era entrato in crisi perché la piena occupazione creava indisciplina sociale e perché l’Unione Sovietica entrò in crisi, e non rappresentava più una sfida al capitalismo, che poté così tornare al suo volto peggiore. Il primo problema si cura con un compromesso sociale e una economia partecipata. Il secondo, la fine di una possibile aspirazione al socialismo, non ha al momento una cura. Ma già sarebbe tanto tornare a un capitalismo progressivo.

martedì 22 maggio 2018

Carlo Formenti sulla doppia morale dell'euro

 Ecco la recensione di Carlo Formenti su Micromega online

L’Italia e la doppia morale dell’Europa a trazione tedesca

di Carlo Formenti

In un breve quanto denso e provocatorio saggio (“Chi non rispetta le regole? Italia e Germania le doppie morali dell’euro”, Imprimatur editore), Sergio Cesaratto versa benzina sul fuoco della polemica fra europeisti e antieuropeisti.

Provo qui di seguito a sintetizzarne le tesi e a discutere quelle che sono, a mio avviso, le sue più evidenti implicazioni politiche. Parto dal titolo: perché vi si allude a una doppia morale? L’autore parte dalla constatazione che le accuse che la Germania (e altri Paesi del Nord Europa) rivolgono ai membri dell’area mediterranea della Ue evocano sovente toni etico-religiosi, contrapponendo il rigore protestante dei popoli nordici all’accomodante lassismo cattolico dei popoli meridionali. Ma è realmente questa la radice del conflitto? Siamo stati davvero noi “terroni” a violare le regole della moneta unica, oppure i primi a farlo sono stati i nostri fustigatori, i quali tentano di camuffare interessi nazionali e ambizioni egemoniche dietro un arrogante moralismo?

lunedì 21 maggio 2018

"La Città futura" sul nuovo libro

L’ombrello dell’Europa

 Recensione di Ascanio Bernardeschi al mio libro pubblicata da La Città futura. Mi sembra che Ascanio critichi il libro per l'assenza di quello che ne è invece il cuore: alla base della scelta scellerata dell'importazione della disciplina dall'esterno v'è un conflitto di classe irrisolto. Dissentiamo naturalmente su come il conflitto vada (o poteva essere) risolto: attraverso un compromesso socialdemocratico a mio avviso, con la fuoriuscita dal capitalismo secondo lui. Per il resto, una bella recensione.

L’ombrello dell’Europa

Nel libro di Cesaratto si denuncia la politica di dumping sociale e di mercantilismo della Germania, ma manca la critica del capitalismo.



Mark Twain molti anni fa disse che le banche sono come colui che ti presta l’ombrello quando non piove e lo rivuole indietro quando piove. Non poteva prevedere che invece le banche americane, anni dopo, preparando la crisi dei mutui subprime, avrebbero prestato fin troppo, scommettendo su un andamento continuamente favorevole del mercato immobiliare e andando a gambe all’aria con lo scoppio di questa bolla speculativa.

martedì 8 maggio 2018

Da Schaüble a Schulz a Scholz: cosa si sta preparando in Europa?



Traccia dell’intervento all’incontro
C'È UN FUTURO PER LA SINISTRA IN ITALIA?, VI ASSEMBLEA NAZIONALE DEL NETWORK PER IL SOCIALISMO EUROPEO, Fiuggi 5/6 maggio 2018.
Registrazione su Radio Radicale
(non tutto letto, e con qualche postilla che susciterà qualche reazione isterica)
Sergio Cesaratto
La risposta  al quesito che mi ponete è incoraggiante: per ora non si sta preparando nulla. Visto ciò che si discuteva, questa è una buona cosa. Ma non è che l’attuale assetto istituzionale-economico europeo non sia già abbastanza penoso, per cui non v’è molto da festeggiare.
Non è neppure facile districare i termini delle posizioni e delle questioni.
Intanto quando si parla di riforme dell’eurozona si parla di poca cosa (ma con potenziali devastanti).