martedì 11 giugno 2019

Risposta ai critici: proprio perché l'Italia è una bomba, è il momento di trattare al rialzo

Indossato l'elmetto per le bombe che pioveranno, ecco una risposta più articolata alle critiche all'intervista al sussidiario.net

Europeisti no, realisti sì



Un mia recente intervista ha fatto sollevare più di un sopracciglio ai miei amici, per metterla all’inglese. Uno di questi, che ringrazio, mi ha dedicato addirittura un editoriale su Sollevazione (luogo appropriato per la detta espressione facciale). Leonardo Mazzei riassume quanto dico in quattro punti:

1)     «i parametri di Maastricht hanno perfettamente senso».
2)    “alla lettera UE bisogna dare «una risposta ragionevole con proposte ragionevoli e non sgangherate, come sbattere i pugni sul tavolo o minacciare di ribaltare i trattati»”.
3)    un “invito al governo italiano affinché lavori al seguente compromesso: «L’Europa dovrebbe aiutarci ad abbassare drasticamente i tassi d’interesse sui nostri titoli pubblici e l’Italia impegnarsi, firmando un memorandum, a una stabilizzazione, non riduzione, del rapporto debito/Pil».
4)    “lo strumento "per cambiare l'Europa", ... per Cesaratto è l'aumento progressivo del "bilancio federale", obiettivo da raggiungere anche alleandosi con Macron”.

Forse è bene ricontestualizzare certe affermazioni che, come le mette Mazzei, mi farebbero preoccupare di me stesso.

giovedì 6 giugno 2019

Monetizzare i credti d'imposta per le ristrutturazioni edilizie

Ospito volentieri questo opportuno intervento dell'amico Giancarlo Bergamini (ex funzionario nel settore bancario)

PROPOSTA PIANO RIQUALIFICAZIONE
PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE

Da anni gli economisti continuano comprensibilmente ad auspicare un rilancio degli investimenti pubblici, spesso in polemica con le decisioni di spesa del governo di turno. Col tempo tale appello è diventato una specie di mantra dietro al quale non è dato sapere se ci sia consapevolezza di quali siano l’oggetto e le implicazioni di tali raccomandazioni.  Oltre alle prevedibili difficoltà rappresentate dai parametri europei, il percorso degli investimenti a cui molti pensano è irto di ostacoli, basti vedere il vero e proprio calvario di tante spese deliberate da decenni e non ancora messe a terra. Peraltro, questo fenomeno è presente anche nella virtuosissima Germania, abitualmente biasimata dalla stampa internazionale per le sue “crumbling infrastuctures”. E’ quindi opportuno che chi propone, quasi sovrappensiero, un piano di investimenti publici chiarisca in maggior dettaglio a quali interventi si riferisce.