venerdì 28 settembre 2018

L'Italia distruggerà l'Eurozona?

Will Italy destroy the Eurozone?


Euro-critical discourse is mainstream in Italy. The current government is a coalition that encompasses left and right traditions of sovereigntist politics.
The economy is the epicentre of this discussion.
Until earlier this week, the Italian government held up flagship policy commitments that included more redistribution and a smaller tax burden. All that spooked markets, with sovereign bond yields doubling since May 2018. International credit rating agencies and markets are adding to the pressure. The European Commission, once again, calls for fiscal discipline.

Amid this pressure, political and profoundly economic, New Europe sought the help of an economist to understand the Italian mindset. Sergio Cesaratto (SC) is a Professor of International Economics at the University of Siena, Italy. He specialises in Monetary and Fiscal Policy of the European Monetary Union (EMU).

domenica 9 settembre 2018

Gianpasquale Santomassimo su "Patria e Costituzione"

Qui di seguito, autorizzati dall'autore che ringraziamo, il testo della relazione del prof. Gianpasquale Santomassimo (già docente di storia presso l'Università di Siena) per "Patria e Costituzione".

Roma, 8 settembre 2018

Ci troviamo probabilmente all’interno di una vera e propria rivolta popolare in atto nel continente. Che si esprime nelle forme pacifiche di un sommovimento elettorale e che tende ad assumere, per la disastrosa politica delle sinistre tradizionali, una forte connotazione di destra, dal punto di vista politico e culturale.
E’ un esito che non giunge per la verità inatteso, che viene dopo un quarto di secolo di impoverimento costante, di erosione tangibile delle garanzie dello stato sociale, di stagnazione permanente e di perdita di prospettive credibili per le generazioni più giovani. Assistiamo a una gigantesca sostituzione di rappresentanza sociale, che vede i ceti popolari cercare spesso a destra protezione e sicurezza (sicurezza che è una dimensione globale, che significa in primo luogo sicurezza del lavoro e nel lavoro, sicurezza sul terreno della salute e dell’assistenza, e che solo in ultima analisi significa anche tutela dell’ordine pubblico). Una inversione di ruoli e di rappresentanza di ceti e di stili di vita, raffigurato plasticamente da tutte le analisi del voto degli ultimi anni, che hanno contrapposto benestanti soddisfatti dei centri cittadini a popolo delle periferie che esprimeva un bisogno al tempo stesso di ribellione e di protezione. E lasciando alla sinistra la rappresentanza di un ceto medio più o meno riflessivo, fatto di benestanti soddisfatti degli esiti provvisori della globalizzazione e dei diritti civili acquisiti.