giovedì 17 settembre 2015

Teoria e politica economica: chi parla male, pensa male

Ripubblichiamo, con il permesso dell'autore, un vecchio saggio di Fabio Petri che ci sembra tuttavia ancora utile come introduzione all'importanza che una solida base di analisi economica ha per trarre valide conclusioni di politica economica.

Teorie economiche alternative: implicazioni per la politica economica

Fabio Petri

Docente di Economia Politica presso l'Università degli Studi di Siena
26/01/1995
         C'è da chiedersi innanzitutto se problemi come la disoccupazione siano da considerare come mali inevitabili, da addebitare ai lavoratori che si ostinano a pretendere salari troppo alti, o se invece si tratti di qualcosa di curabile attraverso interventi governativi che non rendano necessaria una diminuzione dei salari. Questo è un primo gruppo di questioni per le quali aderire ad una scuola teorica o ad un'altra fa una grande differenza. Mi soffermerò su questa differenza e poi parlerò del problema del debito pubblico che è la questione di cui si più si parla in Italia. Come vedremo, anche in questo caso ci si chiederà: il debito pubblico nel nostro Paese va o no azzerato in tempi brevi, mediante un attivo del bilancio dello Stato -cioè tramite entrate dello Stato superiori alle spese?

lunedì 14 settembre 2015

Natura della crisi europea. Un dibattito con Marc Lavoie

This is a continuation of the post from the end of 2014, although reading that isn’t necessary. 
In a new paper, Marc Lavoie continues his debate with Sergio Cesaratto on whether the Euro Area crisis is a balance-of-payments crisis or not.

sabato 5 settembre 2015

Impressioni di settembre...

...o forse di luglio, infatti tanto per battere un colpo pubblichiamo un pezzo, il terzo di fila, che il manifesto ha censurato a fine luglio - si sono arrabbiati perché ho usato la parola censurato, e cosa sennò visto che hanno un pensiero unico!



La lacerazione europea
Sergio Cesaratto
Lasciando da parte la bassa bottega del potere, la questione europea costituisce senza dubbio il motivo divisivo più importante nella sinistra, ragione persino di lacerazioni inter-personali. Un tentativo di riconciliazione è lontano e forse impossibile. Sfortunatamente le vicende e l’analisi non sono dalla parte dei “più Europa”.