sabato 22 dicembre 2012

La solidarietà-panettone di Benedetto XVI°



Su richiesta de il manifesto (pubblicato 21 dicembre).
 
La solidarietà-panettone di Benedetto XVI°
Sergio Cesaratto
In un articolo natalizio per il Financial Times, Papa Benedetto XVI – Vescovo di Roma e scrittore come si premura di presentarlo il quotidiano – si pone la domanda: “Alla fine di un anno che ha significato difficoltà economiche per molti, che cosa possiamo apprendere dall’umiltà, la povertà, la semplicità della scena della natività?”. Il Vangelo dovrebbe ispirare, risponde il Pontefice, il riconoscimento che “Dio creò l’uomo” e questo spronare i cristiani nel loro “coinvolgimento negli affari mondani – siano essi nel Parlamento o nella borsa per “combattere la povertà e “lavorare per una condivisione più equitativa delle risorse della terra”. I cristiani si oppongono all’”avidità e allo sfruttamento” poiché solo “generosità e amore disinteressato” conducono alla “pienezza dell’esistenza”. Sono naturalmente parole impegnative anche per un non credente (come chi scrive)  e nel loro aspetto laico – l’insopprimibile preminenza del rispetto morale  e materiale per ogni singolo essere umano – punto di partenza per ogni donna o uomo di buona volontà. Come scrisse Croce nel famoso “Perché non possiamo non dirci ‘cristiani’”, la rivoluzione cristiana è un evento unico nella storia dell'umanità perché essa “operò nel centro dell’anima, nella coscienza morale”. Visioni più materialistiche possono naturalmente portare a guardare all’impeto solidaristico come a una possibile strategia di sopravvivenza della specie, o del proprio gruppo sociale.

mercoledì 12 dicembre 2012

Editoriale su il manifesto



Nel pubblicare questo nostro editoriale, rammentiamo l'appuntamento di domani a Pavia:                                                             
 Oltre l'austerità - Con più Europa o meno Europa?
Pavia, 13 dicembre 2012, ore 14.00
Aula A, Facoltà di Scienze Politiche, Università di Pavia - Corso Strada Nuova, 65
Introduce:
Andrea Zatti, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Università di Pavia
 Intervengono
 Sergio Cesaratto, Dipartimento di Economia Politica e Statistica (DEPS), Università di Siena
Guido Montani, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, Università di Pavia
Il populismo e l’agenda Europea
Sergio Cesaratto
Non v’è dubbio che il rientro in campo di Berlusconi sia un fattore di arretramento del dibattito politico e possa spiazzare coloro che avrebbero voluto porre al centro della campagna elettorale il rifiuto dell’austerità e la necessità di una Europa diversa. O forse no. Da un certo punto di vista, infatti, che Berlusconi possa fare del rifiuto dell’agenda europea, e del suo diligente esecutore prof. Monti, il tema demagogicamente agitato in campagna elettorale impone alle forze progressiste, sinistra del centro-sinistra (interna ed esterna al PD) e lista arancione, di misurarsi su questi temi senza sfuggirvi - gli uni evocando generiche speranze di “un po’ più di crescita nel rigore” (un ossimoro); gli altri invocando improbabili fughe in avanti verso modelli sociali ritenuti più avanzati, dando frettolosamente per defunto un modello di sostegno della domanda aggregata attraverso consumi pubblici e sostenibili. Gioco forza, se vuole vincere, la sinistra è ora costretta ad affermarsi come la sola forza che è in grado di sostenere con autorità e competenza il superamento dell’agenda euromontiana. Che l’istanza berlusconiana sia priva di credibilità è facile a dimostrarsi. Il problema è invece quello di sostanziare l’istanza alternativa.

domenica 2 dicembre 2012

La malasanità di Monti (un articolo su il manifesto)

Pubblichiamo un articolo uscito il 1 dicembre su il manifesto.
(Nel frattempo sono in Corea [del Sud] per dei seminari. Seoul è una città immensa e moderna, piena di gioventù, una rete metro fantastica. La gente è ben vestita, educata e di una cortesia infinità e sincera (nè troppo formali come i giapponesi, né un po' rudi come i cinesi ... degli italiani, solo molto più educati e silenziosi). Con un vantaggio tecnologico di qualche anno sulla Cina e un mercato immenso e in crescita - cinese e asiatico - la Corea è certamente un paese ancora dalle grandi prospettive. Sorpredende tuttavia vedere sulla metro file di ragazze/i seduti/e tutti [ma proprio tutti] "smanettare" sui loro smart phone e diavolerie varie. Il wifi libero è ovunque. Che tristezza tornare nell'eurodepressione).
La malasanità di Monti
di Sergio Cesaratto
Roberto Pizzuti ha messo in luce su queste colonne, dati OCSE alla mano, i più forti costi sul Pil della sanità privata negli Stati Uniti a fronte di una copertura solo parziale della popolazione. Non si vede infatti in che senso la sanità privata dovrebbe essere meno costosa e più efficiente di quella pubblica, anche a fronte dell’invecchiamento relativo della popolazione che, non v’è dubbio, contribuirà ad accrescere le spese sanitarie.
Volendo rimanere nell’ambito della “teoria del benessere” – la branca “buonista” della teoria neoclassica dominante – ogni sistema sanitario, pubblico o privato, si fonda su un principio assicurativo: come per gli autoveicoli, tutti si contribuisce a un fondo assicurativo comune utilizzato da coloro che vanno incontro a sfortunati eventi. Questo è fatto con principi redistributivi nel sistema pubblico, per cui a parità di prestazioni chi percepisce redditi più elevati contribuisce in misura maggiore; senza principi redistributivi nel sistema privato, per cui la fascia più benestante della popolazione si crea la propria assicurazione sanitaria in cui paga molto e avrà prestazioni di ottima qualità (e comunque ampia copertura delle spese), mentre la fascia più disagiata paga meno con prestazioni di minore qualità (e comunque solo parziale copertura delle spese). Le spese assicurative sarebbero inoltre assai onerose e dunque negate al crescere dell’anzianità dell’assicurato (essendo, ahimè, la probabilità di incorrere in spese sanitarie legata all’età). Va poi ricordato come le assicurazioni private mirano a realizzare profitti che vanno a ridurre le prestazioni a parità di contributi (nella mia esperienza aderisco a una mutua sociale che, nonostante le nobili origini nel movimento operaio, ha dei costi di gestione che mi appaiono abnormi). Se oltre alla privatizzazione parziale o totale delle modalità di finanziamento della spesa - dalla fiscalità generale alle assicurazioni private - si aggiungesse quella dell’offerta dei servizi (privatizzazione degli ospedali), la ricerca del profitto farebbe lievitare ulteriormente i costi del sistema. Fuori dagli infingimenti assicurativi tipici dell’economia borghese, il colpo al SSN è un ulteriore sferzata alla parte indiretta del salario dei lavoratori relegati a un welfare per i poveri (che, com’è noto, non può che essere un povero welfare state).

venerdì 30 novembre 2012

Recensione a l'Anti-Blanchard di Brancaccio

Col consenso della redazione, pubblichiamo parte della nostra recensione all'Anti-Blanchard di Emiliano. Il resto lo si può leggere qui Moneta e Credito
La Rivista di Politica Economica, diretta da Gustavo Piga, ha ospitato un simposio sul tema dal titolo A New Textbook Approach to Macroeconomics, con una relazione introduttiva di Marcello Messori e repliche di Emiliano e di Alessia, Amighini e Giavazzi.
Inoltre, se giovedì 13 siete nei dintorni di Pavia, siete invitati all'evento qui sotto (io intanto vado in Corea del sud sino al 9):

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA                                                                                UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA    Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali                                                                      Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali                                                                           
 Oltre l'austerità - Con più Europa o meno Europa?
Pavia, 13 dicembre 2012, ore 14.00
Aula A, Facoltà di Scienze Politiche, Università di Pavia - Corso Strada Nuova, 65
Introduce:
Andrea Zatti, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Università di Pavia
 Intervengono
 Sergio Cesaratto, Dipartimento di Economia Politica e Statistica (DEPS), Università di Siena
Guido Montani, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, Università di Pavia

Il Dibattito conclude il Corso di Finanza Pubblica Europea  della Facoltà di Scienze Politiche  e mira a porre a confronto due diverse “exit strategy” dalla crisi, caratterizzate, in particolar modo,  da una visione alternativa e ben distinta del ruolo e delle responsabilità del livello di governo europeo. 

Recensione      
BRANCACCIO E. (2012), Anti-Blanchard. Un approccio comparato allo
studio della macroeconomia, Franco Angeli, Milano, pp. 144, ISBN:
9788856847925, 16 €.

Nelle sue diverse edizioni e con diversi co-autori, il manuale di Oliver
Blanchard (2012) è probabilmente il libro di testo di macroeconomia più
diffuso in Italia e altrove. Il testo di Brancaccio è un utile strumento a
livello elementare per cominciare a instillare negli studenti il seme del
dubbio, cioè l’idea che, contrariamente a quanto sostenuto da Blanchard e
dagli economisti convenzionali, non esiste una scienza economica che, pur
con qualche variazione sul tema, veda un consenso generalizzato di tutta la
professione attorno a una serie di proposizioni di base. Molto
opportunamente Brancaccio comincia nel capitolo 1 con l’esporre in
maniera chiara e critica il modello di Blanchard, mostrando poi nel capitolo
successivo come, modificando alcune assunzioni, i risultati del modello
possano radicalmente ribaltarsi. È questo un esercizio utile per i nostri
studenti, abituati ormai da decenni a prendere per ‘oro colato’ qualunque
lezione venga loro impartita. Nel terzo capitolo Brancaccio propone alcuni
approfondimenti con particolare riferimento alla crisi economica e a temi di
politica economica e distributiva.

martedì 27 novembre 2012

Ciccone su Garegnani a un anno dalla scomparsa (Italian and English)


A poco più di un anno dalla scomparsa, publichiamo col consenso della redazione un estratto (in italiano e più sotto in inglese) della commemorazione di Garegnani  scritta da Roberto Ciccone . Il testo completo su
Moneta e Credito, vol. 65 n. 259 (2012), 243-267
http://ojs.uniroma1.it/index.php/monetaecredito/article/view/10140/10031

We publish with the consent of the editors and excerpt of a memory by Roberto Ciccone on the late Garegnani. The complete text is here:
PSL Quarterly Review, vol. 65 n. 262 (2012), 311-331
http://ojs.uniroma1.it/index.php/PSLQuarterlyReview/article/view/10152 

Pierangelo Garegnani: rifondare la teoria economica
ROBERTO CICCONE
1. Il 15 ottobre 2011 è venuto a mancare Pierangelo Garegnani, uno
degli economisti italiani più acuti e innovatori, i cui lavori hanno avuto
grande influenza e alimentato occasioni di dibattito con studiosi quali
Blaug, Bliss, Hahn, Hollander, Joan Robinson, Samuelson. La sua opera
ha costituito un punto di riferimento per diverse generazioni di studenti e
di ricercatori, sia in Italia che all’estero, e ciò anche indipendentemente
da una piena condivisione dell’impostazione di teoria economica alla
quale egli aderiva. L’attenta ricostruzione delle strutture analitiche entro
le quali si collocano le proposizioni teoriche considerate, che era propria
del modo di procedere di Garegnani e degli obiettivi della sua ricerca,
consentiva infatti, e anzi – si può dire – imponeva, a chi entrava in
contatto con i suoi studi, di assumere consapevolezza di aspetti e
problemi che altrimenti potevano non essere altrettanto evidenti. E questa
ricaduta ‘didattica’ del lavoro di Garegnani non mancava di lasciare il
segno, rendendo di fatto necessario quanto meno confrontarsi con i suoi
argomenti.

venerdì 23 novembre 2012

PIGS in MADRID - la mia introduzione al meeting (in English)


 Pubblichiamo la mia relazione introduttiva al Meeting di Madrid. Qui materiali usciti in Spagna in merito su Pubblico.es (quotidiano on line qui e qui):  L'appello "Irlandese" è nel frattempo stato pubblicato da Pagina 12, un diffuso quotidiano argentino (oltre che su vari siti internazionali).
Aggiornamenti: meeting riuscitissimo, grande sala piena di ragazzi per tutta la mattinata, e poi nel pomeriggio per la loro discussione. Bel clima di amicizia e cameratismo come solo i ragazzi fra loro possono creare. Oggi seconda giornata. Torneremo con alcune riflessioni in merito (e qualche foto). Qui intanto le notizie, ricche, uscite sulla stampa nazionale on line:


I video sono qui, probabilmente ne verranno messi altri migliori.

PIGS in Madrid
Sergio Cesaratto
Cesaratto@unisi.it
Dear students and colleagues, ladies and gentlemen, companeros y companeras (if I am allowed to say so),

I wish first of all to thank the organisers and the supporters of this event.[1] I believe this is a beautiful opportunity to work side by side with the young people who are fighting against the present state of things and the critical economists. This is not a conference against Europe, or of one part of Europe against the other. As people of “troubled Europe” we feel perhaps more concerned than the majority of our northern fellows. But I think that the message of this meeting should arrive especially at your young northern fellows not just asking for solidarity (a word that I personally look suspiciously at), but because the dismantlement of the social rights in our countries might be the premise to the reduction in their own. I believe that they would defend the idea of their countries being part of a peaceful and prosper continent, and be outraged by the idea of their countries as islands in the midst of deprivation and resentment. I also believe that  youth is the time of hope and generosity, the time in which the outrage for social injustice is felt the most. So I hope that our messages, the messages from the young people here, will arrive at the most sensible ears of northern Europe, those of the young people there (let us not forget here the young socialists massacred by the crazy Nazi guy  in Norway). It is particularly important that, through any possible channel, more information about the situation in our countries be directed at the likely victims of disinformation, be they youths of Germany, Austria, the Netherlands etc,. We should take some initiative in this direction.

domenica 18 novembre 2012

Studenti ed economisti “PIGS” a Madrid. Due articoli di presentazione



Pubblichiamo due articoli di presentazione dell'iniziativa di Madrid, il primo mio con Armanda Cetrulo di LINK pubblicato da il manifesto, il secondo di Daniele Cesaratto del Collettivo del Liceo Tasso di Roma dal sito dell'Unione degli studenti.
Si segnala mio pezzo (un po' lungo) su Economia e politica.
 
Un programma degli economisti critici per superare l'austerity
Sergio Cesaratto e Armanda Cetrulo*
Il 22 e 23 Novembre saremo a Madrid per un incontro di studenti ed economisti critici provenienti da Spagna, Grecia, Portogallo e Italia, i famosi PIGS. Link e UDS sono le associazioni studentesche italiane presenti. Il meeting (Economy4Youth.org) è organizzato dagli economisti spagnoli di Econonuestra.org. Il loro proposito è  di accrescere la consapevolezza pubblica che le scelte economiche sono opzioni politiche, dunque contestabili, e non scelte ineluttabili. Questo è uno snodo politico importante. L’austerità non è una punizione degli dei per redimerci da passati peccati, ma è una scelta che dipende da una diagnosi sbagliata della crisi a cui seguono cure nefaste. C’è della malafede in questo: si colpevolizza la gente comune di aver “vissuto sopra i propri mezzi”, troppo stato sociale e diritti lavorativi, per far fuori questi ultimi.

martedì 13 novembre 2012

Studentesse e studenti per un diverso insegnamento dell'economia



Pubblichiamo un documento delle ragazze e ragazzi di LINK (universitari) e Unione degli studenti (medi) (che assieme fanno la Rete della conoscenza) sulla necessità di un insegnamento più pluralista dell'economia. In calce le adesioni iniziali.
Lezioni da riscrivere per l’economia
(appello-manifesto)
Perché riscrivere le lezioni di economia
Con lo scoppio della crisi alla fine del 2007, sembrava che alcune delle idee principali su cui era stato costruito l’impianto di teoria economica dominante fossero oggetto di una profonda messa in discussione. Eppure, le vicende recenti dimostrano chiaramente la persistenza di un consenso diffuso accordato alla “narrazione neoliberista” che rappresenta come naturali e universalmente valide le relazioni di mercato, ormai utilizzate come strumento per spiegare i fenomeni più disparati, dalla democrazia alle migrazioni. Le relazioni economiche sembrano oggi sovrastare con le loro leggi presentate come ineluttabili lo spazio della politica e dei bisogni sociali e hanno imposto un linguaggio univoco, incomprensibile ai più, che fornisce un’unica interpretazione delle “realtà”, dalla quale deriva un’univoca ed apparentemente indiscutibile indicazione “tecnica” per governarla. L’utilizzo di un linguaggio apparente neutrale e inaccessibile se non a selezionati addetti ai lavori è in realtà uno strumento politico che  impedisce agli individui di criticare le soluzioni presentate come uniche e necessarie per uscire dalla crisi, in particolare le politiche di austerity. E’ essenziale l’ampliamento delle capacità critiche in grado di mettere in discussione i modelli economici per favorire una reale partecipazione democratica che sappia contestare le trappole “retoriche” delle spiegazioni tecniche e preconfezionate.

lunedì 12 novembre 2012

Studenti ed economisti PIGS a Madrid



 il Fatto on-line ha pubblicato una nostra presentazione dell'evento del 22-23 novembre a Madrid. Domani pubblicheremo l'appello degli studenti di LINK per un maggiore pluralismo negli insegnamenti di economia.
Studenti ed economisti PIGS a Madrid
Sergio Cesaratto

 econoNuestraIl 22 e 23 Novembre si tiene a Madrid un significativo incontro di studenti ed economisti critici provenienti da Spagna, Grecia, Portogallo e Italia, i famosi PIGS. Link e UDS sono le associazioni studentesche italiane presenti. Sostenuto da fondi europei, il meeting (Economy4Youth.org) è organizzato da Econonuestra.org, economisti spagnoli che si propongono di portare l’economia “fra la gente” sì da accrescere la consapevolezza pubblica che le scelte economiche sono opzioni politiche, dunque contestabili, e non scelte ineluttabili. Questo appare uno snodo politico importante di questa crisi, anche nel nostro paese. L’austerità non è una punizione divina per redimerci da passati peccati, ma è una scelta che ad avviso di molti economisti dipende da una diagnosi scorretta della crisi a cui seguono cure sbagliate. Alcuni ritengono che in ciò ci sia malafede, colpevolizzando l’opinione pubblica di aver “vissuto sopra i propri mezzi”, troppo stato sociale e diritti lavorativi, per far fuori questi ultimi.

sabato 10 novembre 2012

Per una condizionalità keynesiana - For a Keynesian conditionality (Italian and English)



Pubblichiamo un documento sottoscritto dopo un intenso workshop in Irlanda (Amit Bhaduri è fra i sottoscrittori!). Il testo in inglese è in calce. Una versione spagnola dovrebbe apparire a breve. Un mio pezzettino fa da premessa.
We publish below the Italian and original English versions of a document approved by a group of heterodox economist who met in Galway (Ireland) for a very intensive workshop. Amit Bhaduri (who could not be present) subscribed it. The document is preceded by a short presentation. A Spanish version will be published soon.

Per una condizionalità keynesiana
Sergio Cesaratto
Non c’è solo Firenze. La talpa della migliore economia critica scava anche in altre direzioni. Dopo tre giorni di serrata e documentata discussione a Galway (Irlanda), un workshop internazionale di economisti critici, molti assai noti, ha messo a punto il documento qui a fianco, stringato e solido. Esso muove dall’evidente fallimento delle politiche di austerità di cui gli economisti critici sono stati facili profeti . Esso propone dunque il ribaltamento dell’ordine delle priorità della politica economica europea: la crescita dell’occupazione è l’obiettivo prioritario, da perseguirsi con un’adeguata politica fiscale e distributiva che sostenga la domanda aggregata; la politica monetaria risulta subordinata a quella fiscale nell’assicurare livelli di interesse minimi. A differenza dell’OMT di Draghi - il programma d’intervento della BCE condizionato alla sottoscrizione di un memorandum di impegni di austerità - qui la condizionalità è invertita. L’intervento della BCE è assicurato per i paesi che s’impegnino in politiche anti-austerity, precisamente quelle che coniugano crescita e stabilizzazione dei conti. Quindi nessun avventurismo, ma una “condizionalità Keynesiana”: i paesi si impegnano in una “fiscal rule” di stabilizzazione attraverso politiche fiscali espansive assecondate dalla BCE. L’inflazione non è uno spauracchio visti gli ampi spazi di capacità produttiva inutilizzati. L’avventurismo, cieco e cinico, è quello dell’austerità e dei suoi paladini, nostrali ed europei.

lunedì 5 novembre 2012

Intervista su Forexinfo.it

Prendendo tempo, pubblico una intervista in cui mi han chiesto di tornare sulla polemica con Wray (http://www.forexinfo.it/Forexinfo-intervista-l-economista). Sono di ritorno da un piccolo, ma molto intenso workshop in Irlanda. Abbiamo prodotto un documentino che pubblicherò appena ultimato.

Forexinfo.it intervista Sergio Cesaratto, professore ordinario di Economia presso l’Università di Siena.
Su forexinfo è possibile leggere il contributo di Sergio Cesaratto contenuto in "Oltre l’Austerità": "Il vecchio e il nuovo della crisi Europea".
Nelle scorse settimane abbiamo proposto la traduzione dei contributi di Wray ad un dibattito via web tra Cesaratto e Randall Wray su alcuni aspetti della crisi Europea e la visione della stessa da parte della corrente denominata MMT: La replica di Randall Wray a Sergio Cesaratto: parte prima; La replica di Randall Wray a Sergio Cesaratto: parte seconda.
In relazione a questo dibattito abbiamo intervistato il Prof. Cesaratto che ci ha risposto quanto segue:

mercoledì 24 ottobre 2012

Intervista sulla crisi

Un blog è anche un impegno verso i propri venticinque lettori. Ma questo è un periodo di tante ore di insegnamento, e di preparazione di alcuni impegni fra il politico e la ricerca. Tanto per battere un colpo, qui c'è una intervista di un'oretta e più con una radio locale di Siena.
http://www.inthenews.it/home/2012/10/23/sergio-cesaratto-a-close-up-fai-le-tue-domande/#more-267
 A presto. S.

venerdì 12 ottobre 2012

Meeting Internazionale “Gioventù, periferia economica Europea e divisione sociale - Madrid 22-3 novembre

Meeting Internazionale “Gioventù, periferia economica Europea e divisione
sociale”

Ecco la traduzione da parte di Voci dall'estero che ringraziamo

Europa: Fratture, disuguaglianza e periferia

La recessione sta avendo effetti economici, sociali, politici e istituzionali devastanti. La situazione
sta peggiorando di giorno in giorno, e le previsioni sull'economia globale sono sconfortanti. Questa
crisi è particolarmente distruttiva per i paesi situati nella periferia dell'Europa, come Spagna,
Grecia, Italia, Portogallo e altri, perché impoverisce parte della popolazione, e lascia i giovani
senza né presente, né futuro.
E' diventato sempre più evidente che gli assunti su cui si basano le politiche economiche del
governo si sono dimostrati errati, mentre è anche diventato chiaro che pochi privilegiati stanno
approfittando di questo errore. Per molto tempo, questo ha portato a fomentare scioperi, che
rispecchiano l'indignazione della popolazione, e cercano di mostrare il suo dissenso, la domanda di
nuove politiche e nuovi orizzonti e, soprattutto, di soluzioni. Molti economisti critici, impegnati nei
movimenti sociali, hanno iniziato a confutare i presunti fondamenti su cui si basa la nostra politica
quotidiana, formulando proposte alternative.
Il gruppo di economisti che compongono EconoNuestra vogliono contribuire a questo dibattito, e
così, abbiamo organizzato per il 22 e il 23 novembre un incontro con altri economisti provenienti
da Spagna, Italia, Grecia e Portogallo, insieme con i cittadini che si preoccupano di questi problemi
e i partecipanti ai social networks e ai movimenti sociali. Gli abbiamo dato il titolo di “Juventud,
periferia económica europea y fractura social”, o "Giovani, periferia economica europea e
divisione sociale".

giovedì 11 ottobre 2012

International Meeting “Youth, European economic periphery and social fracture”

 Il 22 e 23 novembre a Madrid si svolgerà un meeting di studenti dei paesi europei periferici con gli economisti critici Economy 4 YOUTHS Il bel sito dove sono anche altri dettagli è questo: http://www.economy4youth.com/en/. Terrò la relazione di apertura, e debbo dire è una cosa che mi fa assai piacere perché in Spagna, dove non c'è l'effetto soporifero Monti, ji sembra che studenti ed economisti siano assai più avanti in un concreto lavoro collettivo. Qui c'è la presentazione (segue il programma). Se ci sono volontari per la traduzione, di modo da poterla rilanciare sopartutto sui siti dei movimenti giovanili, sono benvenuti. L'Unione Europea, bontà sua, ha fianziato. 
LINK e Unione degli studenti hanno aderito e invieranno rappresentanti.

Europe: Fractures, inequality and periphery

The recession is having devastating effects on economical, social, political and institutional issues. The situation is getting worse daily, and forecasts for the global economy are bleak. This crisis is particularly destructive for countries like Spain, Greece, Italy and Portugal, and others situated in the periphery of Europe, impoverishing parts of the population, and leaving young people without a present, or a future.
It has become increasingly evident that the established bases for the government’s economical policies are proven wrong, while it has also become clear that a privileged few are taking advantage of this mistake. For a long time, this has resulted in fomenting strikes, mirroring the indignation amongst the population, and trying to show their inconformity, demand for new politics and horizons and above all, solutions. Many critical economists, committed to social movements, have started to refute the supposed fundamentals, upon which our daily politics are based, by formulating alternative proposals.
The group of economists that compose EconoNuestra, want to contribute with this debate, and so, we have organised for November 22nd and 23rd, an encounter with other economists from Spain, Italy, Greece and Portugal, together with citizens concerned about the problem, and participants of social networks and movements. We have given it the title “Juventud, periferia económica europea y fractura social”, or, “Youth, European economic periphery and social division”.

lunedì 8 ottobre 2012

Oltre l'austerità a Rai-economia

Un video per Rai-economia in cui spiego le nostre posizioni.
 http://www.economia.rai.it/articoli/oltre-lausterità-lebook-sulla-politica-economica-post-crisi/16929/default.aspx
Il sito è da spulciare, per esempio parecchie interviste a Antonella Stirati
http://www.economia.rai.it/cerca.aspx?s=antonella%20stirati

mercoledì 3 ottobre 2012

Agenda Monti, il PD punti sulla discontinuità (un articolo di Turci su l'Unità)




Pubblichiamo un articolo di Lanfranco Turci su l'Unità del 1 ottobre. Rammentiamo che la presnetazione dell'e book al Senato è scaricabile qui http://www.radioradicale.it/scheda/361392. Interessante è il fondo del NYT

http://www.economonitor.com/blog/2012/10/the-roots-of-the-euro-crisis-lie-at-the-doorsteps-of-the-ecb/ 
Questo sembra succoso, ma l'ho appena guardato
http://www.eurointelligence.com/eurointelligence-news/home/singleview/article/the-eurozones-giant-sucking-sound.html
(ma leggete il commento del "German citizen" - Keynes è proprio incomprensibile per un tedesco, ma anche la sinistra italiana...).


Agenda Monti, il PD punti sulla discontinuità

di Lanfranco Turci
In un precedente articolo su l’unità del 4 agosto scorso indicavo una serie di fattori che rendevano tutt’altro che tranquilla la ipotizzata marcia dal governo Monti al governo Bersani. Le ragioni di quelle preoccupazioni aumentano di giorno in giorno. L’Europa continua a restare incastrata nei meccanismi del fiscal ¢ompact e del ricatto dei mercati finanziari che già hanno fatto abbassare le altisonanti promesse di Hollande. La Bce ha messo a punto un progetto che se, per un verso, ridurrebbe il rischio sul piano monetario, aggraverebbe però ulteriormente le politiche di austerità e recessione dei paesi coinvolti. Tant’è vero che Monti e lo stesso Rajoy – e quest’ultimo ne avrebbe più bisogno di noi - sono titubanti a chiederne l’intervento per paura dei mastini della troika e della definitiva perdita della sovranità nazionale. Intanto tutti gli indici del nostro paese precipitano a picco, mentre si intensificano i rischi di deindustrializzazione. Ciononostante, come se vivessimo nel migliore dei mondi possibili, domina il mantra della intoccabilità dell’Agenda Monti su cui battono la grancassa le classi dirigenti del paese (da non confondersi con Batman, Scilipoti e soci), nonché i centri di potere finanziario e le cancellerie europee e americane. Questa Agenda è anche l’arma di Renzi e di una parte importante dei gruppi dirigenti del PD, più seria e accreditata del Gianburrasca fiorentino, la quale la usa come strumento di ricatto verso Bersani e l’area a vocazione socialdemocratica di quel partito. A completare il quadro è ora giunta, non inattesa, la dichiarata disponibilità di Monti a continuare i compiti anche dopo le elezioni, dando a quella campagna anche l’obiettivo esplicito e credibile del Monti-bis per il dopo voto.

lunedì 1 ottobre 2012

In Senato Oltre l'austerità



Ecco la mia introduzione alla presentazione dell'e book al Senato. E' un po' lunga. Nei giorni prossimi un sunto su MicroMega online.
Ecco la registrazione del dibattito su Radio Radicale (che ringrazio)
http://www.radioradicale.it/scheda/361392/oltre-lausterita-presentazione-dell-e-book-a-cura-di-sergio-cesaretto-e-massimo-pivetti
Presentazione al Senato.
L’e book rappresenta uno sforzo collettivo di denuncia delle politiche europee di austerità. Fra i partecipanti vi sono fra i migliori economisti eterodossi italiani, assai noti all’estero. Vorrei qui solo brevemente ricordare il successo del recente workshop per giovani economisti organizzato dal Centro Sraffa che ha tenuto oltre 50 giovani di mezzo mondo a discutere di temi eterodossi. E’ importante che il pensiero economico critico sia difeso e mantenuto vivo nell’accademia – un invito qui ai politici presenti – contro il tentativo di utilizzare la giusta valutazione della ricerca per far fuori chi dissente da una teoria economica dominante che la crisi economica ha certamente screditato, ma non rimosso dalle posizioni di potere. Altro che quarantenni! verrebbe da dire. Parlare oggi con un giovane economista tipico (un bankitaliota per capirci) fa mettere le mani nei capelli a chi ha studiato con i Garegnani, Caffè, Sylos, Graziani e tanti altri maestri (ma naturalmente il menzionato workshop dimostra che vi sono ragazze e ragazzi che pensano con la testa propria). La difesa del pluralismo degli insegnamenti di economia appare dunque ineludibile, e un appello verrà in tal senso diffuso a breve da studenti e docenti. Su questi temi vorrei che davvero da qui uscisse un impegno.
Il libro è anch’esso rappresentativo di un pluralismo di idee. Vi è, tuttavia, più di un elemento che unisce i contributi. In primo luogo che da una diagnosi sbagliata delle cause della crisi non può che seguire una cura sbagliata. L’origine della crisi non è fiscale; l’austerità l’aggrava in una inutile fatica di Sisifo di riaggiustare i conti. Ci unisce anche l’idea che occupazione, crescita, e si badi bene, produttività dipendano fondamentalmente dalla domanda aggregata e non da politiche dell’offerta, necessarie ma non sufficienti. Peraltro nei riguardi di queste politiche siamo assai distanti dalle posizioni dominanti e dai vincoli europei e per un intervento pubblico nella politica industriale. E comunque qualunque politica di modernizzazione del paese è difficilmente perseguibile in un clima di deflazione.

lunedì 17 settembre 2012

L'e book al Senato




Tutti in giacca e cravatta dunque. Con preghiera di diffusione. 
Lunedì 1 ottobre 2012

ore 17
 
Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”

Sala degli Atti Parlamentari

Piazza della Minerva, 38 - Roma

Presentazione del volume:

Oltre l'austerità

Micro/Mega (2012)

A cura di Sergio Cesaratto e Massimo Pivetti

Ne discutono con i curatori: Stefano Fassina, Alfonso Gianni, Giorgio La Malfa.
Modera: Lanfranco Turci.
 

mercoledì 12 settembre 2012

The Sinister Irreversibility of the Euro (in English)

The Sinister Irreversibility of the Euro
Giancarlo Bergamini and Sergio Cesaratto

Draghi's decision to provide unlimited support to short term bonds of those countries who submit their public finances to European control has been greeted with widespread acclaim in Italy.
Albeit necessary to cut the spreads, which had attained unbearable levels, the BCE initiative is by no means decisive and under the current terms risks being couterproductive. For starters, it is politically indigestible for Spain and Italy, who hope in fact to scrape through without subscribing to any austerity “precautionary program” imposed by Europe and policed by the IMF. In other words, they hope that the expectations triggered by the ECB's announcement can do the trick of lowering the spread on their sovereign bonds, even if nothing concrete follows without conditionality constraints. In reality, if nothing happens the spreads are likely to increase, possibly because the markets expect that the bailout will be requested too late. Let's not get carried away by market euphoria. On occasion of the previous ECB interventions, the SMP of 2010-2011 and the two LTRO's, we had the same immediate reactions, only to be wound up after a few weeks. And this time we haven't even had ECB intervention to speak of, just the threat of it and subject to an abstruse mechanism (request for aid by country concerned, signing of an MOU, participation of EFSF/ESM in the bond actions, and at last ECB purchase in the secondary market). It seems highly impractical, save that in the process the applicant country may lose access to the markets.

lunedì 10 settembre 2012

Un'ospite speciale

Facciamo il punto
di Daniele Cesaratto
(4° anno, Liceo Tasso Roma. L'articolo uscirà sul giornale scolastico)

Nelle sue ultime dichiarazioni il nostro Draghi nazionale ha dichiarato che la BCE sosterrà illimitatamente l'acquisto dei titoli di stato a breve scadenza dei paesi in difficoltà (purché si rivolgano al “Fondo salva-stati”, e accettino i soliti vincoli di austerità). Questo intervento abbasserà i cosiddetti “spread”, poiché l'acquisto dei titoli di stato da parte della Banca Centrale garantisce che il loro valore non scenda, provocando la crescita dei tassi d'interesse che gli stati (e quindi noi) devono pagare. Mario Monti, direttamente dalla riunione del Partito Popolare Europeo, col quale “ammette” di avere una «particolare affinità» (ma va'?), si dice molto soddisfatto di questo «passo avanti importante» (e già che c'è ricorda a tutti come sostenne l'ingresso di Forza Italia nel Ppe nel '94 per via dell'affinità ideale tra i due partiti).
Per capire perché questo intervento servirà a ben poco bisogna innanzi tutto chiarire un equivoco: questa non è una crisi del debito pubblico, e la natura di questa crisi non è unicamente finanziaria.

sabato 8 settembre 2012

Un articolo su il manifesto ...



... con qualche battutina su Pizzuti. Il miglior commento che ho ricevuto sulla mossa di Draghi è quello di GB, un assai acuto ex funzionario di banca ora in pensione. Dice le cose a cui alludo io nel primo paragrafo, ma molto molto meglio:
"Let's not get carried away by market euphoria. On occasion of the two previous bouts of ECB intervention we had the same reaction, only to be wound up after a few weeks. And this time we haven't even had ECB intervention, only the threat of it, and subject to an abstruse mechanism (request for aid by country concerned, signing of an MOU, participation of EFSF/ESM in the bond auctions and at last ECB purchase in the secondary market).It seems highly impractical, save that in the process the applicant country may lose access to the markets.Moreover, in keeping with our understanding of the EZ crisis, the affirmation of an ECB role as lender-of-last-resort makes sense as far as it allows the peripheral economies to pursue a growth strategy that could hopefully restore their competitivity  - which does not appear to be the case."

La sinistra irreversibilità dell’euro
Sergio Cesaratto
La mossa di Draghi di sostenere in maniera illimitata i titoli di stato a breve dei paesi che condizionino le proprie finanze pubbliche a un controllo europeo ha ricevuto unanimi consensi in Italia inclusi quelli, con qualche distinguo, de il manifesto. Misura necessaria per ridurre gli spread giunti a livelli insostenibili, l’intervento della BCE non è certo risolutivo e nei termini posti addirittura controproducente.

venerdì 7 settembre 2012

Sulla mossa della BCE



I draghi e i focolai della crisi
Sergio Cesaratto*
Sarà che i draghi eruttano fiamme, ma la mossa del presidente della BCE di sostenere in maniera illimitata i titoli di stato a breve dei paesi che sottopongano le proprie finanze pubbliche a un controllo europeo ricorda quel volontario della protezione civile che da un lato collabora allo spegnimento dell’incendio, mentre dall’altro attizza altri focolai. Invocato da molti come misura necessaria per calmare la situazione, l’intervento della BCE non è certo risolutivo, e per come è congeniato, al pari del volontario spegne un focolaio per attizzarne un altro. I problemi europei non derivano infatti dalla dissipatezza fiscale dei paesi periferici, ma sono conseguenza della perdita di competitività di questi paesi, del mercantilismo tedesco e dallo scoppio delle bolle immobiliari alimentate dai flussi di capitali dai paesi più forti verso alcuni periferici, tutti processi favoriti dall’euro. La crisi si è poi scaricata sulle finanze pubbliche. Il mancato tempestivo e risoluto intervento della BCE a sostenerle ha fatto sì che i focolai si trasformassero in un devastante incendio.  In aggiunta, le misure di austerità imposte dall’Europa ai paesi in crisi, mentre erano inutili per assalire le cause di fondo della crisi, hanno peggiorato con la recessione i problemi di finanza pubblica. Il crollo della domanda interna ed europea ha ulteriormente aggravato la situazione delle imprese, mentre il costo del denaro – che segue quello dei titoli pubblici – si è fatto esorbitante per le aziende della periferia, svantaggiandole ulteriormente rispetto a quelle tedesche.

giovedì 6 settembre 2012

Traduzione italiana di "Replica a Wray - Parte 2"

Voci dall'estero ha gentilmente tradotto la seconda parte della mia replica a Wray.


Seconda parte dell'intervento di Sergio Cesaratto in risposta a Randall Wray nel dibattito MMT/Eterodossi,  sull'origine della crisi dell'Eurozona.
"La UEM potrebbe facilmente autodistruggersi anche in assenza di deficit delle partite correnti " (Wray qui)

"Le questioni commerciali all'interno della zona euro ... resteranno una fonte di stress economico e politico, anche con una soluzione completa dei problemi di liquidità ..." (Warren Mosler)

Nella parte 1 ho esaminato il punto di vista della MMT secondo il quale la piena sovranità monetaria è la chiave per le politiche di piena occupazione in tutti i paesi, a condizione che quelli con problemi di partite correnti (CA) abbiano un accesso sicuro a fonti alternative di liquidità estera - cosa che non esiste in realtà. Ho anche esaminato l'affermazione della MMT che la zona euro (EZ) non può avere al suo interno problemi di bilancia dei pagamenti (BdP), a condizione che vi siano dei trasferimenti fiscali da un significativo bilancio federale sostenuto da un'autentica banca centrale europea (BC) - cosa che ancora una volta non esiste in realtà. In questo post si tornerà sulla negazione di Wray dell'origine della crisi dell'EZ come crisi di BdP.

domenica 2 settembre 2012

L’insostenibile peso dell’euro - un articolo su Left

L’insostenibile peso dell’euro
Sergio Cesaratto
L’Europa non ha un’idea chiara di dove andare, o forse sì. Che a un certo punto la situazione possa precipitare per l’insostenibilità finanziaria o sociale ha portato il flemmatico Hollande e la Merkel a creare una commissione che dovrà stilare proposte entro ottobre. Ma come questa possa conciliare un’Europa più unita nel rigore tedesco con l’apprezzabile difesa del popolo francese della propria indipendenza non si sa. Più concretamente le dichiarazioni di Draghi che avrebbe fatto di tutto per difendere l’euro hanno evitato la paventata crisi agostana. Ma ora i mercati vogliono vedere i fatti. I giornali ci raccontano dello scontro fra una Merkel convertita a un moderato intervento della BCE e una Bundesbank custode dell’ortodossia. Addirittura il falco Weidman, capo della Bundesbank, e la “colomba” Asmussen, membro tedesco nel Board della BCE, si bisticciano pubblicamente. Lo schema Draghi-Merkel potrebbe essere questo: (a) i paesi che lo ritengano, dovranno chiedere ufficialmente soccorso all’Unione Europea che lo subordinerà a stringenti condizioni di austerità; a quel punto (b) i fondi salva-Stati (EFSF-ESM) potranno intervenire calmierando le aste nel mercato primario, quello dei titoli di nuova emissione (operativamente lo farà la BCE); infine (c) la BCE interverrà calmierando il mercato secondario, relativo ai titoli già in circolazione. Ci sono un mare di problemi che la BCE e gli esperti discutono: quali tassi (o spread) obiettivo si perseguiranno? E con quali differenze fra paesi?

La polemica sull'MMT: traduzione italiana della Parte 1

Voci dall'estero ha gentilmente curato la traduzione della prima parte della mia replica a Wray. La seconda parte in settimana. La contro-risposta di Wray è su Economonitor.

Una risposta a Wray - Parte 1
Sergio Cesaratto

"Il fatto che i singoli paesi non hanno più le loro valute e le banche centrali metteranno nuovi vincoli alla loro capacità di attuare politiche fiscali indipendenti. ... Ma ancora più inquietante è l'idea che con una moneta comune 'il problema della bilancia dei pagamenti' venga eliminato e, pertanto, che i singoli paesi siano sollevati dalla necessità di pagare le loro importazioni con le esportazioni. Al contrario: l'esistenza di una moneta comune rende un paese più direttamente dipendente dalla sua capacità di esportare, più di quanto non lo fosse prima ... ". Godley 1991

Ci sono due aspetti del dibattito che ha avuto luogo nelle ultime settimane (qui, qui, qui, e qui). Il primo riguarda principalmente il mio primo post e concerne la questione se la sovranità monetaria sia una condizione necessaria e sufficiente per qualsiasi paese per perseguire politiche di sviluppo e di piena occupazione; il secondo riguarda la crisi dell'Eurozona (EZ) che è stata oggetto del mio secondo post. Wray si concentra principalmente sul secondo tema, e io farò lo stesso. Nella parte 1 della mia risposta, però, mi soffermo brevemente sul primo aspetto che è in ogni caso preliminare e che comunque ci porterà a toccare i problemi dell'EZ. Le due questioni di cui ci occupiamo nella parte 1 saranno, rispettivamente, le seguenti: le preoccupazioni sulla bilancia dei pagamenti (BdP) sono irrilevanti per i paesi dotati di piena sovranità monetaria? Una unione monetaria può soffrire di problemi interni di bilancia dei pagamenti? La parte 2 sarà quindi dedicata alle spiegazioni di Wray della crisi dell'EZ.

mercoledì 29 agosto 2012

Replica a Wray - Parte 2



Ecco la seconda parte. La risposta di Wray è qui http://www.economonitor.com/lrwray/2012/08/29/minsky-and-mmt-in-the-news/. Utile perché contrappone due scuole: Kaldor-Thirlwall per i quali il vincolo della bilancia dei pagamenti è l'ostacolo principale alla crescita, l'altra (l'MMT) secondo cui con una moneta sovrana, oplà, il problema scompare.

A reply to Wray - Part 2

“The EMU could easily have self-destructed even with no current account deficits anywhere.” (Wray here)
“Trade issues within the eurozone …will remain a point of economic and political stress even with a full resolution of the liquidity issues…” (Warren Mosler)

In the part 1 I reviewed the MMT view that full monetary sovereignty is the key to full employment policies in all countries, provided that those with current account (CA) troubles have safe access to alternative sources of foreign liquidity - what is not the case in reality. I also examined the MMT’s claim that the Eurozone (EZ) cannot suffer from internal balance of payment (BoP) troubles as long as fiscal transfers from a significant federal budget backed by a genuine European CB are provided - what again is not the case in reality. In this post we shall return on Wray’s denial of the BoP origin of the EZ crisis. I agree with Wray, Bell-Kelton and other MMTs that in a currency union local states are partially deprived of fiscal policy as a tool to sustain aggregate demand[1]  (without forgetting that this power is anyway in many countries subject to the foreign constraint even with full monetary sovereignty), while the institutional design of the EMU is not able to assure full employment and the preservation of the traditional European welfare state in a non-OCA. As Godley 1991 pointed out:
The fact that individual countries no longer have their own currencies and central banks will put new constraints on their ability to run independent fiscal policies. However, the collective formulation of fiscal policy would be a far more difficult business than passive ‘coordination’. Fiscal policies of the whole Community could be co-ordinated and expansionary: but they could also be co-ordinated and contractionary. How is the common formulation of fiscal policy to be achieved? By what institutions and according to what principles?”
But Godley found even
“more disturbing … the notion that with a common currency the ‘balance or payments problem’ is eliminated and therefore that individual countries are relieved of the need to pay for their imports with exports. Quite the reverse: the existence or a common currency makes a country more directly dependent on its ability to sell exports and import substitutes than it was before, particularly as it will then possess no means whereby it can (in the broadest sense) protect itself against failure” (hat tip to Ramanan).
Indeed, the crisis did not stem from an undisciplined fiscal behaviour of some peripheral countries  – they knew very well that “markets” would have punished them (the EMU was designed for this purpose) – but from the loss of competitiveness of some member countries, as Godley feared, and from some additional events brought about by monetary unification that nobody (with one exception) foresaw.

martedì 28 agosto 2012

Replica a Randall Wray - Parte 1


 Nakedkeynesianism ha appena pubblicato la prima parte della mia risposta a Wray, e a seguire inserirà la seconda. Certamente degli amici italiani le tradurranno. Buona lettura. La risposta di Wray è qui http://www.economonitor.com/lrwray/2012/08/29/minsky-and-mmt-in-the-news/. Utile perché contrappone due scuole: Kaldor-Thirlwall per i quali il vincolo della bilancia dei pagamenti è l'ostacolo principale alla crescita, l'altra (l'MMT) secondo cui con una moneta sovrana, oplà, il problema scompare.


A reply to Wray - Part 1
 The fact that individual countries no longer have their own currencies and central banks will put new constraints on their ability to run independent fiscal policies. … But more disturbing still is the notion that with a common currency the ‘balance or payments problem’ is eliminated and therefore that individual countries are relieved of the need to pay for their imports with exports. Quite the reverse: the existence or a common currency makes a country more directly dependent on its ability to sell exports and import substitutes than it was before…”. Godley 1991

There are two aspects of the discussion that has taken place in the last weeks (here, here, here, here). The first mainly concerns my first post and regards whether monetary sovereignty is a condition both necessary and sufficient for any country to pursue development and full employment policies; the second concerns the Eurozone (EZ) crisis and was the subject of my second post. Wray mainly focuses on the second issue, and I will do the same. In part 1 of my reply I will, however, briefly dwell on the first aspect that is anyway preliminary and which will lead us to touch upon the EZ troubles anyway. The two questions we deal with in part 1 will, respectively, be: are balance of payments (BoP) preoccupations irrelevant for countries endowed with full monetary sovereignty? Can a currency union suffer of internal BoP troubles? Part 2 will then be devoted to Wray’s explanation(s) of the EZ crisis.

venerdì 24 agosto 2012

Un'agenda per l'autunno. Un articolo su il manifesto


 Pubblichiamo un nostro (lungo) articolo uscito su il manifesto - che invitiamo ad acquistare anche se la qualità ha spesso a che desiderare (scrivete e chiedete più autorevolezza negli interventi di economia!)
Un'agenda per l'autunno
Sergio Cesaratto
1. L’elemento da cui deve partire un ragionamento di sinistra sul che fare nel prossimo autunno è che, rebus sic stantibus, reddito e occupazione in Italia continueranno a calare nel quadro di una stagnazione complessiva dell’Europa che costituirà, a sua volta, causa principale del rallentamento dell’economia globale. Non c’è luce in fondo al tunnel. Tale preoccupazione traspare nell’intervista pre-ferragostana che Stefano Fassina, il braccio destro economico di Bersani, ha rilasciato al Foglio (9/8); assai meno nella coeva intervista rilasciata da Bersani al Sole in cui egli rivendica la continuità europeista coi Ciampi e Padoa-Schioppa e, viene da desumere, col Montismo: “noi siamo quelli dell'euro… lealtà al governo Monti, lealtà verso il grande obiettivo europeo, responsabilità nella tenuta dei conti, nella riduzione del debito e nella costruzione di un avanzo primario”; sebbene la Germania abbia le sue responsabilità e abbia guadagnato dall’euro “noi paesi cosiddetti periferici dobbiamo riconoscere che dopo l'euro non abbiamo fatto i compiti a casa, non abbiamo approfittato dell'abbassamento dei tassi”.

venerdì 10 agosto 2012

L’euro e i pompieri di Crasso. Un articolo di De Leo su il manifesto

Pubblichiamo un articolo di De Leo di "Economisti oltre l'austerità" da il manifesto. Con l'occasione segnaliamo l'intervista su questi argomenti alla TV della Svizzera italiana dell'economista post-Keynesiano  Sergio Rossi dell'Università di Fribourg (Svizzera). Può infine far piacere sapere che l'e book "Oltre l’austerità” sarà tradotto in portoghese (e sicuramente almeno in parte in spagnolo).
L’euro e i pompieri di Crasso
Manfredi De Leo*

In Europa la casa è in fiamme: Atene brucia ormai da quasi tre anni, eppure nulla sembra risolversi, nonostante le misure di austerità, nonostante gli interventi delle istituzioni europee, nonostante una significativa ristrutturazione del debito pubblico.
Si narra che nell’antica Roma, quando un edificio andava in fiamme, giungevano come fulmini i pompieri galli, schiavi al soldo del ricco Crasso. Questi si presentavano sempre accompagnati da un contabile che si offriva, a nome del facoltoso possidente, di acquistare la casa che bruciava: le fiamme che divoravano l’edificio erano senza dubbio i migliori alleati di Crasso e dei suoi affari, poiché prima della casa facevano crollare il suo prezzo. Il proprietario, disperato, accettava così di vendere la sua casa ad un prezzo irrisorio, sempre meglio di niente. Crasso comprava ed i pompieri entravano in azione, cosicché le case, a Roma, raramente si riducevano in cenere.