lunedì 17 settembre 2012

L'e book al Senato




Tutti in giacca e cravatta dunque. Con preghiera di diffusione. 
Lunedì 1 ottobre 2012

ore 17
 
Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”

Sala degli Atti Parlamentari

Piazza della Minerva, 38 - Roma

Presentazione del volume:

Oltre l'austerità

Micro/Mega (2012)

A cura di Sergio Cesaratto e Massimo Pivetti

Ne discutono con i curatori: Stefano Fassina, Alfonso Gianni, Giorgio La Malfa.
Modera: Lanfranco Turci.
 

mercoledì 12 settembre 2012

The Sinister Irreversibility of the Euro (in English)

The Sinister Irreversibility of the Euro
Giancarlo Bergamini and Sergio Cesaratto

Draghi's decision to provide unlimited support to short term bonds of those countries who submit their public finances to European control has been greeted with widespread acclaim in Italy.
Albeit necessary to cut the spreads, which had attained unbearable levels, the BCE initiative is by no means decisive and under the current terms risks being couterproductive. For starters, it is politically indigestible for Spain and Italy, who hope in fact to scrape through without subscribing to any austerity “precautionary program” imposed by Europe and policed by the IMF. In other words, they hope that the expectations triggered by the ECB's announcement can do the trick of lowering the spread on their sovereign bonds, even if nothing concrete follows without conditionality constraints. In reality, if nothing happens the spreads are likely to increase, possibly because the markets expect that the bailout will be requested too late. Let's not get carried away by market euphoria. On occasion of the previous ECB interventions, the SMP of 2010-2011 and the two LTRO's, we had the same immediate reactions, only to be wound up after a few weeks. And this time we haven't even had ECB intervention to speak of, just the threat of it and subject to an abstruse mechanism (request for aid by country concerned, signing of an MOU, participation of EFSF/ESM in the bond actions, and at last ECB purchase in the secondary market). It seems highly impractical, save that in the process the applicant country may lose access to the markets.

lunedì 10 settembre 2012

Un'ospite speciale

Facciamo il punto
di Daniele Cesaratto
(4° anno, Liceo Tasso Roma. L'articolo uscirà sul giornale scolastico)

Nelle sue ultime dichiarazioni il nostro Draghi nazionale ha dichiarato che la BCE sosterrà illimitatamente l'acquisto dei titoli di stato a breve scadenza dei paesi in difficoltà (purché si rivolgano al “Fondo salva-stati”, e accettino i soliti vincoli di austerità). Questo intervento abbasserà i cosiddetti “spread”, poiché l'acquisto dei titoli di stato da parte della Banca Centrale garantisce che il loro valore non scenda, provocando la crescita dei tassi d'interesse che gli stati (e quindi noi) devono pagare. Mario Monti, direttamente dalla riunione del Partito Popolare Europeo, col quale “ammette” di avere una «particolare affinità» (ma va'?), si dice molto soddisfatto di questo «passo avanti importante» (e già che c'è ricorda a tutti come sostenne l'ingresso di Forza Italia nel Ppe nel '94 per via dell'affinità ideale tra i due partiti).
Per capire perché questo intervento servirà a ben poco bisogna innanzi tutto chiarire un equivoco: questa non è una crisi del debito pubblico, e la natura di questa crisi non è unicamente finanziaria.

sabato 8 settembre 2012

Un articolo su il manifesto ...



... con qualche battutina su Pizzuti. Il miglior commento che ho ricevuto sulla mossa di Draghi è quello di GB, un assai acuto ex funzionario di banca ora in pensione. Dice le cose a cui alludo io nel primo paragrafo, ma molto molto meglio:
"Let's not get carried away by market euphoria. On occasion of the two previous bouts of ECB intervention we had the same reaction, only to be wound up after a few weeks. And this time we haven't even had ECB intervention, only the threat of it, and subject to an abstruse mechanism (request for aid by country concerned, signing of an MOU, participation of EFSF/ESM in the bond auctions and at last ECB purchase in the secondary market).It seems highly impractical, save that in the process the applicant country may lose access to the markets.Moreover, in keeping with our understanding of the EZ crisis, the affirmation of an ECB role as lender-of-last-resort makes sense as far as it allows the peripheral economies to pursue a growth strategy that could hopefully restore their competitivity  - which does not appear to be the case."

La sinistra irreversibilità dell’euro
Sergio Cesaratto
La mossa di Draghi di sostenere in maniera illimitata i titoli di stato a breve dei paesi che condizionino le proprie finanze pubbliche a un controllo europeo ha ricevuto unanimi consensi in Italia inclusi quelli, con qualche distinguo, de il manifesto. Misura necessaria per ridurre gli spread giunti a livelli insostenibili, l’intervento della BCE non è certo risolutivo e nei termini posti addirittura controproducente.

venerdì 7 settembre 2012

Sulla mossa della BCE



I draghi e i focolai della crisi
Sergio Cesaratto*
Sarà che i draghi eruttano fiamme, ma la mossa del presidente della BCE di sostenere in maniera illimitata i titoli di stato a breve dei paesi che sottopongano le proprie finanze pubbliche a un controllo europeo ricorda quel volontario della protezione civile che da un lato collabora allo spegnimento dell’incendio, mentre dall’altro attizza altri focolai. Invocato da molti come misura necessaria per calmare la situazione, l’intervento della BCE non è certo risolutivo, e per come è congeniato, al pari del volontario spegne un focolaio per attizzarne un altro. I problemi europei non derivano infatti dalla dissipatezza fiscale dei paesi periferici, ma sono conseguenza della perdita di competitività di questi paesi, del mercantilismo tedesco e dallo scoppio delle bolle immobiliari alimentate dai flussi di capitali dai paesi più forti verso alcuni periferici, tutti processi favoriti dall’euro. La crisi si è poi scaricata sulle finanze pubbliche. Il mancato tempestivo e risoluto intervento della BCE a sostenerle ha fatto sì che i focolai si trasformassero in un devastante incendio.  In aggiunta, le misure di austerità imposte dall’Europa ai paesi in crisi, mentre erano inutili per assalire le cause di fondo della crisi, hanno peggiorato con la recessione i problemi di finanza pubblica. Il crollo della domanda interna ed europea ha ulteriormente aggravato la situazione delle imprese, mentre il costo del denaro – che segue quello dei titoli pubblici – si è fatto esorbitante per le aziende della periferia, svantaggiandole ulteriormente rispetto a quelle tedesche.

giovedì 6 settembre 2012

Traduzione italiana di "Replica a Wray - Parte 2"

Voci dall'estero ha gentilmente tradotto la seconda parte della mia replica a Wray.


Seconda parte dell'intervento di Sergio Cesaratto in risposta a Randall Wray nel dibattito MMT/Eterodossi,  sull'origine della crisi dell'Eurozona.
"La UEM potrebbe facilmente autodistruggersi anche in assenza di deficit delle partite correnti " (Wray qui)

"Le questioni commerciali all'interno della zona euro ... resteranno una fonte di stress economico e politico, anche con una soluzione completa dei problemi di liquidità ..." (Warren Mosler)

Nella parte 1 ho esaminato il punto di vista della MMT secondo il quale la piena sovranità monetaria è la chiave per le politiche di piena occupazione in tutti i paesi, a condizione che quelli con problemi di partite correnti (CA) abbiano un accesso sicuro a fonti alternative di liquidità estera - cosa che non esiste in realtà. Ho anche esaminato l'affermazione della MMT che la zona euro (EZ) non può avere al suo interno problemi di bilancia dei pagamenti (BdP), a condizione che vi siano dei trasferimenti fiscali da un significativo bilancio federale sostenuto da un'autentica banca centrale europea (BC) - cosa che ancora una volta non esiste in realtà. In questo post si tornerà sulla negazione di Wray dell'origine della crisi dell'EZ come crisi di BdP.

domenica 2 settembre 2012

L’insostenibile peso dell’euro - un articolo su Left

L’insostenibile peso dell’euro
Sergio Cesaratto
L’Europa non ha un’idea chiara di dove andare, o forse sì. Che a un certo punto la situazione possa precipitare per l’insostenibilità finanziaria o sociale ha portato il flemmatico Hollande e la Merkel a creare una commissione che dovrà stilare proposte entro ottobre. Ma come questa possa conciliare un’Europa più unita nel rigore tedesco con l’apprezzabile difesa del popolo francese della propria indipendenza non si sa. Più concretamente le dichiarazioni di Draghi che avrebbe fatto di tutto per difendere l’euro hanno evitato la paventata crisi agostana. Ma ora i mercati vogliono vedere i fatti. I giornali ci raccontano dello scontro fra una Merkel convertita a un moderato intervento della BCE e una Bundesbank custode dell’ortodossia. Addirittura il falco Weidman, capo della Bundesbank, e la “colomba” Asmussen, membro tedesco nel Board della BCE, si bisticciano pubblicamente. Lo schema Draghi-Merkel potrebbe essere questo: (a) i paesi che lo ritengano, dovranno chiedere ufficialmente soccorso all’Unione Europea che lo subordinerà a stringenti condizioni di austerità; a quel punto (b) i fondi salva-Stati (EFSF-ESM) potranno intervenire calmierando le aste nel mercato primario, quello dei titoli di nuova emissione (operativamente lo farà la BCE); infine (c) la BCE interverrà calmierando il mercato secondario, relativo ai titoli già in circolazione. Ci sono un mare di problemi che la BCE e gli esperti discutono: quali tassi (o spread) obiettivo si perseguiranno? E con quali differenze fra paesi?

La polemica sull'MMT: traduzione italiana della Parte 1

Voci dall'estero ha gentilmente curato la traduzione della prima parte della mia replica a Wray. La seconda parte in settimana. La contro-risposta di Wray è su Economonitor.

Una risposta a Wray - Parte 1
Sergio Cesaratto

"Il fatto che i singoli paesi non hanno più le loro valute e le banche centrali metteranno nuovi vincoli alla loro capacità di attuare politiche fiscali indipendenti. ... Ma ancora più inquietante è l'idea che con una moneta comune 'il problema della bilancia dei pagamenti' venga eliminato e, pertanto, che i singoli paesi siano sollevati dalla necessità di pagare le loro importazioni con le esportazioni. Al contrario: l'esistenza di una moneta comune rende un paese più direttamente dipendente dalla sua capacità di esportare, più di quanto non lo fosse prima ... ". Godley 1991

Ci sono due aspetti del dibattito che ha avuto luogo nelle ultime settimane (qui, qui, qui, e qui). Il primo riguarda principalmente il mio primo post e concerne la questione se la sovranità monetaria sia una condizione necessaria e sufficiente per qualsiasi paese per perseguire politiche di sviluppo e di piena occupazione; il secondo riguarda la crisi dell'Eurozona (EZ) che è stata oggetto del mio secondo post. Wray si concentra principalmente sul secondo tema, e io farò lo stesso. Nella parte 1 della mia risposta, però, mi soffermo brevemente sul primo aspetto che è in ogni caso preliminare e che comunque ci porterà a toccare i problemi dell'EZ. Le due questioni di cui ci occupiamo nella parte 1 saranno, rispettivamente, le seguenti: le preoccupazioni sulla bilancia dei pagamenti (BdP) sono irrilevanti per i paesi dotati di piena sovranità monetaria? Una unione monetaria può soffrire di problemi interni di bilancia dei pagamenti? La parte 2 sarà quindi dedicata alle spiegazioni di Wray della crisi dell'EZ.