sabato 23 febbraio 2013

La BCE interviene (nella campagna elettorale)



 Pubblichiamo articolo in prima su il manifesto
Messaggio della Bce alla vigilia del voto
Sergio Cesaratto, Manfredi De Leo, Sergio Parrinello
La BCE interviene a gamba tesa nella campagna elettorale italiana, ma questa volta non lo fa con una lettera - sarebbe stato troppo – bensì con una tabella in cui, con mesi di ritardo, comunica lo spaccato dei titoli pubblici che essa ha acquistato negli scorsi tre anni. Quasi la metà sono titoli italiani. Federico Fubini sul Corriere della sera non manca di raccogliere il messaggio che rilancia a coloro che pensano che “l’Italia non avrebbe avuto né avrà bisogno di un aiuto europeo”. Irriconoscenti, anzi, ché “senza quegli interventi, il Paese avrebbe perso l’accesso al mercato prima che il governo Monti avesse avuto modo di mettersi al lavoro”.

giovedì 21 febbraio 2013

L'Europa grande assente



 Pubblichiamo un mio editoriale oggi su il manifesto (pubblicato anche come tale sul sito). Nonostante che le mie critiche non risparmino, come si conviene, nessuno, il mio voto andrà a Rivoluzione civile (con magari Zingaretti alla presidenza della regione Lazio, con Fotia per Rivoluzine civile [voto disgiunto]). Al riguardo, in calce all'articolo su il manifesto pubblico il mio intervento alla conferenza stampa di Ingroia a Milano lo scorso 11 febbraio a cui fui invitato. La presenza di Ferrero, Giacché e Burgio in Parlamento mi sembra un buon motivo per votare questa lista.
PS ai lettori: sono molto in ritardo (di mesi) con la pubblicazione dei commenti. Mi scuso, anche per non rispondere. Non ce la faccio.


L'Europa grande assente

Sergio Cesaratto
C’è un sentire diffuso che la campagna elettorale sia stata deludente e inadeguata al frangente storico che il popolo italiano sta attraversando. Se non cambia qualcosa, gli anni a venire vedranno un drammatico impoverimento di questo paese. Non c’è, infatti, ragione per cui il calo del prodotto nazionale che è in corso non prosegua per molto tempo. Già ora ci vorranno anni per recuperare i livelli di benessere del 2007, e di problemi di giustizia sociale e di modernizzazione il paese ne aveva già allora da vendere. Ora si è andati indietro. Che lo snodo principale fosse quello europeo, gli economisti più avveduti si sono sperticati a dirlo. Ma di Europa in questa campagna si è parlato poco, e quando se ne è parlato lo si è fatto in maniera superficiale, per inadeguatezza politica, e anche per impreparazione intellettuale: di economia si mastica poco, ahimè in particolare da parte dei leader di riferimento della sinistra radicale.

mercoledì 20 febbraio 2013

L’Agenda rossa - il centro-sinistra alle elezioni



 Pubblichiamo una versione rivista di un saggio uscito sull'ultimo numero di Micromega. Segnaliamo anche un nostro working paper sulla crisi europea (in inglese): "The endless Eurozone crisis, where do we stand? A Classical-Kaleckian overview" (qui).
 


L’Agenda rossa. Note sul programma del centro-sinistra*
Sergio Cesaratto
“L'Agenda Fassina non è scritta da nessuna parte, mentre da tempo il PD ha la sua che è in rete e tutto sommato non è così diversa da quella del premier”.
Massimo Mucchetti, Corriere della sera, 31 dicembre 12.

Un progetto per la società italiana da sottoporre agli elettori non si misura a numero di pagine, come nella patetica esperienza delle 252 pagine del programma dell’Unione guidata da Prodi nel 2006, ma in una chiara ispirazione di fondo sul dove si intenda guidare la società italiana. Si vota, credo, fondamentalmente su temi economici - che tipo di economia desideriamo - e diritti civili – quali relazioni sociali desideriamo. Con buona pace di tanti bei discorsi, la drammaticità della crisi rende l’economia prioritaria. Inoltre, diciamocelo chiaramente, il secondo tema non pone tanto sfide intellettuali, quanto piuttosto indignazione nell’incontrare pregiudizi e intolleranze. Una sinistra pigra intellettualmente – il che è una scelta politica – fa però talvolta dei secondi il terreno privilegiato, dimenticando che una società in cui sono assicurati i diritti sociali, lavoro e reddito, fa da base a un’evoluzione positiva in senso libertario.
La sinistra si confronta con il disegno di Monti, il quale ha certamente una visione di fondo per l’economia italiana che è poi quella tradizionale della borghesia liberale italiana (su cui si veda Fernando Vianello, Lo sviluppo capitalistico italiano dal dopoguerra al «miracolo economico»: una veduta di insieme, in Il profitto e il potere, Torino 1979). Tale disegno è stato perseguito in maniera cialtronesca da Berlusconi - a cui le classi dominanti italiane si sono affidate per un ventennio, sostituendo il coagulo di consenso popolare rappresentato dalla DC con quello televisivo del Cavaliere (che ora gli è però sfuggito di controllo). E’ con questo disegno che la sinistra si deve confrontare.[1]

giovedì 7 febbraio 2013

Le responsabilità europee nei riguardi della "guerra valutaria

Pubblichiamo una intervista a http://www.formiche.net/2013/02/06/euro-svalutazione-bce/ sulla guerra valutaria.

La guerra monetaria? E’ colpa di Angela Merkel

06 - 02 - 2013Elisa Maiucci
La guerra monetaria? E' colpa di Angela MerkelE' la deflazione nell'Ue ad aver causato le reazioni interventiste delle banche centrali in tutto il mondo. L'economista keynesiano Sergio Cesaratto attacca la Germania che non si assume le sue responsabilità e i politici che non si oppongono all'Europa teutonica.
La guerra valutaria? E’ una logica da scaricabarile, così come è folle quella che governa l’Unione europea, con un’austerity divenuta il cancro dell’economia mondiale e a cui i leader politici, compreso Pierluigi Bersani, non si sanno opporre. E la cancelliera tedesca Angela Merkel ha poco da lamentarsi.
Sergio Cesaratto, docente di politica economica all’Università degli Studi di Siena, non usa perifrasi: “E’ stata la deflazione interna decisa dall’Ue a scatenare le reazioni degli altri Paesi”, spiega in una conversazione con Formiche.net.