DAL PRIMO SETTEMBRE IN LIBRERIA
SEI LEZIONI DI ECONOMIA
Conoscenze necessarie per capire la crisi più lunga (e come uscirne)
di SERGIO CESARATTO
IMPRIMATUR editore
Via ch’eccoli dicono a Gubbio
in quella meravigliosa corsa di matti che è la festa dei Ceri. Via ch’eccolo il libro “divulgativo”
che (pochi sapevano) da qualche mese ho fatto la scommessa di scrivere.
Battendomi in tempestività (e complice una mia vacanzetta last minute), Alberto
Bagnai già l’ha annunciato con generose parole su FB (le bastonate arriveranno su Goofy, speriamo di cavarcela). Sotto trovate 1) il
comunicato stampa dell’editore che riproduce quello che c’è in copertina; 2) più
sotto qualche riga di sunto del libro (non mi sono dilungato sui due capitoli
sull’Europa: come potrete immaginare picchio duro); 3) infine l’indice.
Quali istruzioni per l’uso? Comincerò il prima possibile
con dei post sul blog di integrazione al libro. I messaggi su FB e i commenti
ai post potranno essere veicolo per richieste di chiarimento, integrazione e,
ovviamente, critica.
Ovviamente un libro è poi un’occasione per incontrarsi e
discutere. Presentarlo in giro sarà un piacere. A voi di organizzare queste
occasioni.
Naturalmente la preghiera è di dare pubblicità al volume
presso amici, parenti, mailing list, social network e quant’altro. Parlatene
male ma parlatene.
Comunicato stampa editore
Dai perdenti della
globalizzazione alla bancarotta dell’euro passando per Marx, Sraffa e Keynes.
Lo scontro fra le grandi teorie economiche, gli arcani delle politiche di
Draghi e il fallimento dell’Europa raccontati con passione intellettuale e
impegno civile.
Questo libro si rivolge a chi in
questi anni non ha accettato le spiegazioni convenzionali di una crisi
devastante e l’idea che «siamo un Paese corrotto, fortuna che Europa ed euro ci
fan rigare dritti».
Da Adam Smith a Schauble,
l’ambizione del volume è di intrecciare la teoria economica alle drammatiche
vicende della crisi europea, dell’euro, del declino del nostro Paese.
Non basta prendersela col “neoliberismo”, le “banche malvagie”, la “finanza speculativa” o la “corruzione”.
Si deve scavare nelle fondamenta della teoria convenzionale che è dietro le politiche monetarie e fiscali europee, la deregolamentazione finanziaria, lo smantellamento dei diritti sociali (le cosiddette “riforme strutturali”), il mercantilismo tedesco.
Non basta prendersela col “neoliberismo”, le “banche malvagie”, la “finanza speculativa” o la “corruzione”.
Si deve scavare nelle fondamenta della teoria convenzionale che è dietro le politiche monetarie e fiscali europee, la deregolamentazione finanziaria, lo smantellamento dei diritti sociali (le cosiddette “riforme strutturali”), il mercantilismo tedesco.
Muovendo dalle teorie di Sraffa e
Keynes e dalla letteratura eterodossa, il volume mostra la debolezza di quelle
fondamenta e la natura conservatrice della costruzione europea. Analisi
economica critica e realismo politico ci suggeriscono che, sfortunatamente, un’
“altra Europa” non è possibile in quanto le entità̀ politiche e monetarie
sovranazionali hanno un’insopprimibile impronta liberista, e sono funzionali a
smantellare gli spazi nazionali in cui si esprime il conflitto sociale che, se
regolato, è il sale della democrazia.
Sergio Cesaratto
è fra i più noti economisti critici internazionali. Ha studiato alla Sapienza,
dove ha conseguito il dottorato, e all’Università di Manchester. È̀ professore
ordinario di Politica monetaria e fiscale dell’Unione Economica e Monetaria
europea, Economia della crescita e Post-Keynesian Economics all’Università di
Siena. Ha pubblicato sulle principali riviste eterodosse internazionali e si è
occupato, fra l’altro, di teoria della crescita e di economia delle pensioni.
Da sempre legato all’impegno civile, è stato fra i primi a denunciare il
contributo della moneta unica, con la connivenza della politica italiana, al
degrado economico e civile che si è abbattuto sul nostro Paese.
Suoi interventi sono apparsi su diversi quotidiani; il suo blog è politicaeconomiablog.blogspot.it
Suoi interventi sono apparsi su diversi quotidiani; il suo blog è politicaeconomiablog.blogspot.it
Sunto
Il volume si compone di sei lezioni. Si scende dalla
teoria verso la pratica, ma da subito cerco di dimostrare la rilevanza pratica
delle idee.
Per esempio nella prima lezione (Classici e Marx), la
teoria del sovrappiù dei Classici riscoperta da Sraffa è funzionale a darsi
ragione del mercantilismo tedesco. Similmente, la seconda lezione
(marginalisti) è volta a spiegare su quali basi la teoria ortodossa ritiene che
la flessibilità del mercato del lavoro porti alla piena occupazione.
E’ un punto fermo del libro che non si possa fare buona
analisi della realtà se non si sono capite le teorie. Per questo me la piglio
con gli economisti “da Social Forum”. Solo una teoria (migliore) può battere
un’altra teoria (da dimostrarsi peggiore). Questo Marx lo capiva bene, e lo
capirono bene i primi marginalisti che sudarono per avere una teoria da
contrapporre a Ricardo-Marx. Ma a confronto con gli anni settanta, ora a
sinistra lo si capisce assai meno.
In questa logica, la seconda (marginalismo) e terza
lezione (Keynes) sono legate nel mostrare come la critica di Sraffa al
marginalismo sia funzionale a liberare Keynes dai retaggi ortodossi.
Le lezioni terza (Keynes) e quarta (moneta endogena) sono
assai legate nel delineare una teoria macroeconomica diversa da quella
dominante. La lezione quarta introduce anche quello che secondo gli economisti
eterodossi è il principale vincolo alle politiche di piena occupazione (in
paesi monetariamente sovrani): il vincolo estero. Su questo il dibattito con
gli MMT certamente si farà vivo.
La quinta lezione impiega molti dei concetti presentati
per spiegare le origini della crisi europea. La lezione sesta spiega le
politiche monetarie seguite dalla BCE, e i loro limiti.
Naturalmente il libro è ricco di tanti altri piccoli e
grandi aspetti, molti approfonditi in specifici box, e ciascuno potrà
incuriosirsi di questo e quel punto.
Ciascuna lezione si chiude con una guida bibliografica.
Mia intenzione è continuare un lavoro di chiarimento, approfondimento e
discussione coi lettori utilizzando il mio blog.
II volume si rivolge a un pubblico ampio, ma può anche
essere impiegato come complemento a testi più istituzionali (e convenzionali)
nei corsi di economia.
INDICE
Introduzione
L’economia: rigore e politica
Chi c’è oggi alla prima ora?
Guida bibliografica
Prima lezione – La teoria del sovrappiù
1. Il sovrappiù
classico
2. Surplus in the Sky
with Diamond
3. Dal Neolitico a Schäuble
4. Il Minotauro globale e quello europeo
5. Adam Smith, il liberista eretico
6. Il prezzo della lotta di classe
7. Ricardo l’apriscatole
8. Ricardo l’agrimensore
9. Ricardo il laburista
10. Ricardo il criminale
11. Ricardo l’anti-keynesiano
12. Marx il ricardiano
13. La teoria del valore-lavoro lavora male
14. Sraffa il simultaneo
15. Gli orfanelli del valore-lavoro
16. Marx in crisi
17. Il
proletariato non ha nazione…
Guida bibliografica
Seconda lezione – L’economia marginale
1. La parabola dell’economia critica
2. Marginali, anzi
dominanti
3. Domande utili e curve avvenenti
4. Offerte disutili e curve rigide
5. A ciascuno il suo
6. Il
migliore dei mondi è possibile
7. Il
ruolo marginale della moneta
8. La storiellina di Friedman
9. Tiro alla fune
10. Le
due sfide al marginalismo
10.1. La rivoluzione (incompiuta) Keynesiana
10.2. Il ritorno ai Classici e la controversia
sul capitale
11. Dove andiamo?
Guida bibliografica
Terza lezione – La Teoria Generale di Keynes fa ottant'anni: pochi o tanti?
1. Keynes,
uno e trino
2. Keynes
il copernicano
3. Spiegamelo
ancora Gardner
4. L’uovo
o la gallina
5. Keynes
l’evangelico
6. Implicazioni
di politica economica
7. Keynes
il depresso
8. Keynes
in trappola
9. Keynes il riassorbito
Approfondimento – Dei pani e dei pesci
Guida bibliografica
Quarta lezione – La moneta e il vincolo estero
1. Quell’oggetto oscuro di
desiderio
2. Siamo in riserva, torniamo al
deposito
3. Keynes l’endogeno
4. Apriamoci e tiriamo un bilancio
5. Il vincolo estero
6. È maleducato dire “chi se ne
importa”
7. Facciamo i conti
8. Un mondo di buffi
9. Il peggiore dei due mondi
10. Paesi monetariamente sovrani possono svicolare
dal vincolo?
Guida
bibliografica
Quinta lezione – La congiuntura più lunga
1. Le occasioni mancate
2. L’Italietta argentina
3. Il compromesso storico
4. Il magone del ‘77
5. Il golpe bianco
6. La trappola
7. Una crisi sud-americana
8. Il ciclo di Geronimo Stilton
alla Vuelta
9. Mario Nintendo
10. Il mercantilismo monetario
11. L’Europa può cambiare?
Guida bibliografica
Sesta lezione – Il cavallo di Dragonball
1. Una banca centrale non
convenzionale
2. Tassi in corridoio
3. La Santa Barbara non
convenzionale: 2008-2009
4. Ipocrisie, pasticci e trucchi
monetari: 2010-2011
5. L’acronimia aumenta: 2012-2013
6. L’arcano di TARGET2
7. Il significato dell’austerità
8. Dragon of last resort
9. La deflazione isterica:2014
10. Aspettando QEdot: 2015-2016
11. Fantasie quantitative
12. Ch€rnobyl
Approfondimento A: L’organetto di Draghi
A1. I soldi vanno e vengono
A2. Il Meno in piena
A3. Verso l’infinito e oltre
Approfondimento B – Lo strano caso di TARGET2
B1. Come funziona
B2,
La controversia
Guida bibliografica
Epilogo
Ultimi scampoli di
bibliografia
Sicuramente interessante.
RispondiEliminaEsiste un'edizione digitale ?
Grazie.
Roberto Biancalani.
Buongiorno, ho appena acquistato il libro è già dalle prime pagine lo trovo molto interessante.
RispondiEliminaEgregio professore,
RispondiEliminaComplimenti per l'ottimo testo.
Mi permetto solamente di segnalarLe una piccola imprecisione a pagina 165. Non é vero che la banca che effettua un pronto contro termine passivo (PcT) deve cancellare il titolo venduto dalle attività. Gli IFRS - che in Italia sono obbligatori per tutte le banche - prevedono infatti che in questo caso il titolo sia tenuti in bilancio (non vi sia la derecognition) perché sostanzialmente tutti i rischi relativi sono stati trattenuti (cfr AG 40 in http://ec.europa.eu/internal_market/accounting/docs/consolidated/ias39_en.pdf ).
Ciò inoltre valeva in Italia già prima degli IFRS perchè le circolari della Banca d'Italia contenevano una norma equivalente.
Dal lato della banca centrale facci notare che il bilancio consolidato dell'Eurosistema (che non segue gli IFRS) applica il medesimo principio (cfr pg A22 in https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/annrep/ar2015en.pdf?51b9735eed394d1acf8eecf58bb0452e ).
Cordiali Saluti
Rag. Christian
"Sei lezioni", una meraviglia; vitamine per il pensiero che non si voglia appiattire sui luoghi comuni del mainstream.
RispondiElimina