Sergio Cesaratto
"Il fatto che i singoli paesi non hanno più le loro valute e le banche centrali metteranno nuovi vincoli alla loro capacità di attuare politiche fiscali indipendenti. ... Ma ancora più inquietante è l'idea che con una moneta comune 'il problema della bilancia dei pagamenti' venga eliminato e, pertanto, che i singoli paesi siano sollevati dalla necessità di pagare le loro importazioni con le esportazioni. Al contrario: l'esistenza di una moneta comune rende un paese più direttamente dipendente dalla sua capacità di esportare, più di quanto non lo fosse prima ... ". Godley 1991
Ci sono due aspetti del dibattito che ha avuto luogo nelle ultime settimane (qui, qui, qui, e qui). Il primo riguarda principalmente il mio primo post e concerne la questione se la sovranità monetaria sia una condizione necessaria e sufficiente per qualsiasi paese per perseguire politiche di sviluppo e di piena occupazione; il secondo riguarda la crisi dell'Eurozona (EZ) che è stata oggetto del mio secondo post. Wray si concentra principalmente sul secondo tema, e io farò lo stesso. Nella parte 1 della mia risposta, però, mi soffermo brevemente sul primo aspetto che è in ogni caso preliminare e che comunque ci porterà a toccare i problemi dell'EZ. Le due questioni di cui ci occupiamo nella parte 1 saranno, rispettivamente, le seguenti: le preoccupazioni sulla bilancia dei pagamenti (BdP) sono irrilevanti per i paesi dotati di piena sovranità monetaria? Una unione monetaria può soffrire di problemi interni di bilancia dei pagamenti? La parte 2 sarà quindi dedicata alle spiegazioni di Wray della crisi dell'EZ.
1. Born in the USA
L'argomento principale del mio primo post era che la sovranità monetaria, anche se è una condizione necessaria per lo sviluppo e le politiche di piena occupazione, non è la bacchetta magica che può risolvere il vincolo estero a quelle politiche. Questo vincolo può essere riassunto come la necessità per i paesi periferici - un insieme che va dai paesi in via di sviluppo ai paesi altamente sviluppati come la Francia o l'Italia - di acquisire liquidità internazionale sufficiente a finanziare l'ammontare delle importazioni generate da un livello soddisfacente di crescita (una utile discussione critica della teoria della crescita vincolata dalla bilancia dei pagamenti, presentata da Thirwall - e ispirata da Kaldor – si trova in Palumbo (2012)).
A meno che un paese emetta una moneta accettata a livello internazionale, la sovranità monetaria non può automaticamente consentire alla politica fiscale di sostenere la domanda interna nei paesi periferici, senza rischiare il circolo vizioso di una svalutazione del cambio e di una elevata inflazione. Quando Mitterand ha preso il potere nel 1981 con forti idee Keynesiane, pochi mesi gli sono stati sufficienti a cambiare idea – cioè a rendersi conto che senza la cooperazione Tedesca, che non c'era, l'espansione in un singolo paese non era possibile (a meno che non si fosse pronti ad adottare misure più radicali come le restrizioni alle importazioni che, in effetti, in quegli anni erano proposte da Godley). E quella era la Francia! Questo non vuol dire che la piena sovranità monetaria non sia rilevante, al contrario, in primo luogo al fine di perseguire un tasso di cambio competitivo e al fine di lasciare più spazio a politiche di sostegno della domanda interna, ma compatibilmente con l'equilibrio delle partite correnti (CA). Purtroppo, almeno fino alla fine degli anni '90, i paesi periferici hanno sempre cercato la scorciatoia della stabilizzazione del tasso di cambio nominale e delle liberalizzazioni finanziarie, al fine di attirare capitali stranieri. In modo significativo l'infelice esperienza di un certo numero di paesi periferici dell'Unione Monetaria Europea (UME) - tra cui Spagna, Irlanda e Portogallo - è stata simile ed è descritta sulla stessa falsariga da Roberto Frenkel (2012), Cesaratto (2012a), , Bibow (2012) e molti altri. Dovremo tornare su questo.
Dal successivo dibattito sui blog, FB, ecc, sembra che la mia posizione abbia convinto un certo numero di persone, probabilmente aprendo gli occhi ad alcuni. [1] Questo è stato molto importante per il mio paese, in cui è molto pericoloso che delle formule troppo semplici entrino nel dibattito politico, che già soffre della vulgata del mainstream che influenza anche la sinistra (vedi Cesaratto and Pivetti), e del "Berlusconismo". Naturalmente, la " Moderna Teoria Monetaria" (MMT) in quanto tale non ha nulla a che fare con questo. [2] Ho anche fatto attenzione a isolare i messaggi importanti che ne derivano, ad esempio, che un paese con la piena sovranità monetaria non può fare default sul proprio debito sovrano, se denominato nella sua propria valuta. Questo è importante e consolante, ma non possiamo fermarci qui.
La MMT riconosce naturalmente che gli squilibri del CA possono essere fonte di problemi, ma probabilmente non ne sono convinti. Con quali argomenti? Citiamo a questo proposito un passo rivelatore di Wray :
"Quindi, sì, gli Stati Uniti (e altri paesi sviluppati a vari livelli) sono speciali, ma i popoli che sono "meno speciali" non sono del tutto senza speranza. Nella misura in cui la popolazione interna deve pagare le tasse in moneta del governo, il governo sarà in grado di immettere la propria moneta in circolazione. E dove la domanda estera di attività in valuta nazionale è limitata, vi è ancora la possibilità dell'indebitamento in valuta estera per promuovere lo sviluppo economico che aumenterà la capacità di esportare. Vi è anche la possibilità di aiuti internazionali in forma di valuta estera. Molti paesi in via di sviluppo ricevono valuta estera attraverso le rimesse (lavoratori in paesi stranieri che inviano a casa la valuta estera). E, infine, gli investimenti diretti esteri [IDE] forniscono un'ulteriore fonte di valuta estera."
Così Wray riconosce la particolarità degli Stati Uniti e di alcuni altri paesi sviluppati che, come l'Australia, hanno istituzioni stabili ed enormi doti di risorse naturali. Ciò che i paesi normali potrebbero fare quindi è fare appello agli interventi pubblici, fare affidamento sulle rimesse o sugli IDE, [3] o, infine ... liberalizzare la finanza e impegnarsi in un tasso di cambio nominale stabile nel tentativo di attirare capitali stranieri (ciò che è implicito nel suggerimento di Wray sui "prestiti in valuta estera"). Una posizione simile espressa da Bill Mitchell è citata dal blogger "Lord Keynes" (che ha parole di apprezzamento per i miei post, grazie!) come possibile risposta della MMT al mio punto di vista. Quel che dice Mitchell è che dovremmo avere un FMI nuovo e progressista che possa alleviare il vincolo estero. Ma non l'abbiamo, e non l'avremo, ammesso che possa essere abbastanza potente da risolvere i problemi dei grandi paesi. [4] Beh, chiunque può giudicare la fragilità di queste risposte. [5] Così noi rimaniamo con un unico risultato: una banca centrale sovrana (intendo piena sovranità monetaria) è una condizione necessaria, un passo essenziale, ma non è la soluzione a qualsiasi problema in qualsiasi paese[6].
2. Born in the EU
Naturalmente, la rinuncia alla piena sovranità monetaria è alla base della crisi dell'EZ, ma, come ho sostenuto nei miei post, in primo luogo dal punto di vista "esterno" per via della perdita di competitività dei paesi periferici e non-così-periferici come l'Italia (vedremo nella seconda parte che Wray nel suo riferimento a Kregel non è lontano dal riconoscere questo fatto; l'unificazione monetaria e la liberalizzazione finanziaria hanno creato ulteriori difficoltà su cui torneremo nella seconda parte). Wray tende tuttavia a negare che l'origine della crisi dell'EZ risieda principalmente negli squilibri esteri.
La sua tesi principale è che se l'EZ fosse stata un'area valutaria come gli Stati Uniti, non avrebbe potuto avere una crisi della bilancia dei pagamenti. Questo perché negli Stati Uniti "si usa la politica di bilancio [cioè i trasferimenti] per cercare di superare gli effetti negativi sulle condizioni di vita nei diversi Stati dovuti ai diversi moltiplicatori e agli altri fattori relativi ai flussi delle partite correnti." (Wray qui). Quindi la conclusione è che la crisi dell'EZ "non è una semplice questione di partite correnti. Si tratta della spiegazione data dalla MMT riguardo ai vincoli imposti dall'organizzazione dell'UEM, che separa la politica di bilancio da quella monetaria ". Si consideri anche (Wray qui): "Siamo andati avanti ad analizzare l'affermazione che la crisi dell'euro sia un semplice problema di Bilancia dei Pagamenti. Anche questo è sbagliato. Se l'UEM fosse stata progettata correttamente, non avrebbe avuto importanza che alcuni paesi membri registrassero dei disavanzi delle partite correnti, proprio come molti stati americani hanno dei disavanzi delle partite correnti". Quindi il problema è che l'EZ non sono gli Stati Uniti, poiché se così fosse, non si sarebbe verificata nessuna crisi di bilancia dei pagamenti! E' come se qualcuno dicesse che non si può guidare una macchina con tre ruote, e qualcun altro rispondesse: non ti preoccupare, basta solo supporre di averne quattro. L'(implicita) risposta di Warren Mosler al mio post ammette: gli squilibri del CA sono un problema che una banca centrale sovrana non può risolvere e la soluzione è che l'Unione Europea abbia dei trasferimenti fiscali delle dimensioni degli Stati Uniti e nessuno parlerebbe più degli squilibri UE. Bene, ma non abbiamo questa Europa e mai l'avremo (io stesso ho scritto in modo chiaro, come "Lord Keynes" correttamente ricorda, che l'EZ potrebbe essere un perfetto paese MMT).
In sintesi, il ragionamento di Wray è il seguente: l'unificazione monetaria avrebbe potuto creare problemi di CA (vedi nella parte 2 di questo post il suo riferimento a Kregel). Trasferimenti da un sostanziale bilancio federale Europeo sostenuti da una Banca Centrale Europea (CB) vera e propria avrebbero compensato questi squilibri senza molta sofferenza per i paesi più ricchi, ma come parte delle politiche per la piena occupazione. [7] Si può quindi dedurre da questo che finché l'Europa non ha questa organizzazione, subirà delle crisi di CA (anche se una crisi di tipo speciale, come io o Frenkel abbiamo fatto notare, ma torneremo su questo). Wray, tuttavia, ne deduce che, poiché l'EZ avrebbe potuto evitare la crisi, se avesse avuto la giusta organizzazione, allora è sbagliato parlare di crisi di CA. Sembra alquanto illogico, no? [8] Tuttavia, una volta che l'argomento viene presentato in modo chiaro - un disegno istituzionale sbagliato di un'area valutaria non-ottimale produce appunto una (specifica) crisi di Bilancia dei Pagamenti - la distanza tra me e Wray può scomparire (vedi Godley 1991 e Kregel). In particolare, le origini di questo "progetto istituzionale sbagliato" non stanno nell'ignoranza dei progettisti politici. Lo stesso inventore dell'area valutaria ottimale (OCA), l'economista conservatore Robert Mundell, ha recentemente sottolineato che l'euro non è stato un fallimento nel momento in cui i disastri che ne derivano stanno portando alla distruzione dei sindacati e dello stato sociale, ma suppongo che anche su questo ci sia un ampio consenso.
[1] Un commentatore ha scritto: "La bilancia dei pagamenti è il tallone di Achille della MMT e sempre più persone stanno iniziando a rendersene conto". Io non credo che questo implichi che la MMT non abbia cose molto interessanti da dire una volta che diventi meno auto-referenziale.
[2]
Le cose sono cambiate nel frattempo. Stephanie Kelton ha mostrato grande comprensione per noi, e credo che il suo sentimento sia condiviso anche dagli altri MMTs. Stiamo pensando di partecipare a un evento insieme a Roma, durante la sua visita in Italia (con Auerbach e Mosler). Ma anche se poi non saremo in grado di organizzarlo, il fatto stesso di aver provato è molto incoraggiante. [1 settembre 2012: purtroppo Barnard , mi han riferito, ha tratto da questo occasione per ulteriori insulti. Speriamo che Kelton e gli altri si dissocino pubblicamente da questi atteggiamenti di Barnard, ripetiamo, non per noi, ma per la dignità delle istituzioni a cui appartengono, e anche per i molti che in Italia seguono Barnard e che hanno diritto (e molti lo chiedono apertamente) ai frutti che potrebbero nascere da un dialogo aperto e alla pari tra economisti MMTs ed economisti eterodossi Italiani.].
[3] In un vecchio paper, che cito in Cesaratto (2012), Kregel avverte che gli IDE sono una pericolosa forma di debito estero.
[4] Ho trovato particolarmente opportuno il riferimento di Ramanan, nella discussione di uno dei miei post, al caso del Messico del 2008, che illustra bene un caso tipico di un paese con piena sovranità monetaria che deve ricorrere al FMI e accettare le sue condizioni al fine di evitare una crisi del tasso di cambio. Egli respinge la tesi che "con una valuta a cambio flessibile ci saranno sempre acquirenti [della moneta] a un certo prezzo", in quanto alla fine "diventerebbe estremamente redditizio per alcuni comprare merci dal Messico" A questo Ramanan ribatte che "se fosse così non ci sarebbe stato alcun bisogno per il Messico di rivolgersi al FMI. Ora si può partire a sostenere che la banca centrale non ha utilizzato questa enorme linea di credito ma è la disponibilità di questa linea di credito che ha dato fiducia ai mercati valutari. In questo caso il FMI ha aiutato, ma non è obbligato a intervenire ogni volta. E ogni volta che si verificano questi eventi, la domanda interna deve cedere per stabilizzare il debito estero. Non si può semplicemente dire che c'è un prezzo e il mercato si regola e questa è la fine della storia. Una caduta del cambio è in grado di stabilizzare temporaneamente, ma questo nell'attesa di un qualcosa che accada, come un intervento. Ora, se la banca centrale non reagisce, si potrebbe creare un ulteriore deflusso di fondi che deprezzerà ulteriormente la valuta. Anche le banche - soprattutto - hanno passività in valuta estera e un flusso in uscita può accrescere queste passività, con la svalutazione che arriva alle banche le quali finiranno con l'avere dei problemi a rinnovare i loro debiti. E' per questo motivo che il Messico ha utilizzato le swap lines della Fed. In altre circostanze, c'è la vendita delle riserve, con assunzione di passività in valuta estera da parte del governo, ecc, per aiutare il funzionamento del mercato valutario. Se quello che pensate fosse vero, non ci sarebbe stato alcun bisogno per il Messico di rivolgersi al FMI. Purtroppo questa è roba di pura fantasia. C'è una vasta letteratura su come la crescita delle nazioni è legata al vincolo della bilancia dei pagamenti e la 'moderna teoria monetaria' appare improvvisamente come il Magic Pudding Economico!" L'Italia, un Paese leader industrializzato, in una situazione simile nel 1975 fu costretta a rivolgersi a un prestito ufficiale della Germania (che il cancelliere socialdemocratico Schmidt concesse utilizzando espressioni sgradevoli sull'Italia).
[5] In questa nota vorrei essere conciliante ed evitare sarcasmi, ma queste risposte mi ricordano la frase che Rousseau attribuì a Maria Antonietta: « Enfin je me rappelai le pis-aller d’une grande princesse à qui l’on disait que les paysans n’avaient pas de pain, et qui répondit : Qu’ils mangent de la brioch». Purtroppo, come le brioches di Maria Antonietta, né un cospicuo aiuto ufficiale, né un FMI progressista, né degli IDE democratici che distribuiscano o reinvestano i profitti nel paese ospitante, né regimi di cambio fisso di successo sono lì per aiutarti.
[6] Il punto di vista particolare della MMT è stato riconosciuto da "Lord Keynes": "La MMT funzionerebbe molto bene per (1) gli Stati Uniti, (2) i paesi con forti surplus commerciali (ad esempio, Germania e Giappone), ( 3) quei paesi che sembrano incorrere in perpetui disavanzi delle partite correnti, ma attirano un sacco di capitale straniero (ad esempio, l'Australia), e (4) anche l'Eurozona, se fosse opportunamente riformata con un'unione a livello di politica di bilancio, sarebbe in grado di conseguire la piena occupazione tramite delle politiche in stile MMT. In breve, per la maggior parte del mondo occidentale ha certamente senso, e può essere considerata solo una forma più radicale di economia di piena occupazione Keynesiana. Questo è il motivo per cui i Post Keynesiani, nel complesso, sono abbastanza ricettivi nei suoi confronti.” A questo Ramanan ha risposto che "per la maggior parte dei paesi occidentali" è inesatto: "La maggior parte dei paesi occidentali comprende la Spagna, che ovviamente ha dei vincoli. Voi ragazzi incorrete sempre in degli eccessi per dimostrare un punto sbagliato". È interessante notare che Dan Kervick ha aggiunto:"Secondo i principi neo-chartalisti, la portata della capacità di un paese di generare domanda per la sua valuta sarebbe determinata dalla portata del suo potere impositivo. Se il Ducato di Grand Fenwick può imporre e riscuotere con successo una tassa pagabile in Fennies, allora può correttamente creare la domanda di Fennies all'interno del suo paese e tra il suo stesso popolo. Ciò non significa che possa creare la domanda di Fennies in Indonesia semplicemente imponendo la tassa sui Grand Fenwickians". E Bruce ha detto: "La MMT non è la pillola magica in grado di trasformare un paese carente di vitali competenze scientifiche e lavorative in una nazione ricca" (non credo che queste persone siano Trolls , anche se preferirei di gran lunga che tutti utilizzassero il loro nome proprio, in particolare gli accademici, che non hanno problemi di privacy professionale). Tutte le citazioni da qui.
[7] L'intervento diretto della BCE per sostenere i debiti pubblici dei paesi periferici non competitivi dell'Eurozona è un surrogato dei trasferimenti fiscali, come allude Wray in una discussione con Ramanan (che, ovviamente, è pienamente d'accordo): "'trasferimento' è la parola sbagliata. Zio Sam emette la moneta e non deve ridurre il reddito in uno Stato per aumentarlo altrove. ... Se avessimo una torta economica fissa allora staremmo trasferendo in termini reali vera ricchezza alle regioni povere. Ma nemmeno questo è vero, perché al di fuori della seconda guerra mondiale non abbiamo mai operato con continuità a un livello che si avvicini al massimo della capacità". In altre parole, sarebbe equivalente se, usando la stessa formulazione della MMT, un funzionario di Bruxelles "scrivesse un assegno" (creando un deposito presso la BCE) finanziando dei "trasferimenti fiscali", o se la BCE acquistasse direttamente il debito pubblico dei paesi in deficit (per un chiarimento del punto di vista MMT vedere Lavoie).
[8] Così la presentazione della mia tesi fornita da Wray è piuttosto ingiusta: "Come discusso al GLF di recente, Sergio Cessaratto [sic] (e altri) pensano che abbiamo sbagliato - la nostra pretesa è 'falsa'. La MMT non è utile per aiutare a capire la crisi. Non è una crisi monetaria sovrana, si tratta di una crisi della bilancia dei pagamenti. Non hanno ancora spiegato perché il South Dakota o l'Alabama o il Mississippi non subiscono lo stesso destino della Grecia." E' proprio perché la Grecia non è il South Dakota, che il paese sta subendo questo destino.
(traduzione a cura di Voci dall'estero)
Nessun commento:
Posta un commento