mercoledì 17 luglio 2019

Video-intervista a Money.it

Sergio Cesaratto - Nessuna catastrofe con l'uscita dall'Euro (titolo redazionale) - Testa o Croce | Money.it


https://www.youtube.com/watch?v=eCG4HrmJKng&feature=share


2 commenti:

  1. Buongiorno Professore. Nel leggere ed ascoltare, Lei ad altri esponenti critici verso la Moneta Unica, mi lascia sempre perplesso un aspetto. Non di natura tecnica ma più sociale. Sia che si voglia puntare ad una stabilizzazione del rapporto debito/PIL anziché ad una riduzione, sia che si punti a diventare una "famiglia" anziché un "condominio", in che direzione andrà lo stato sociale? Oggi gli ospedali si chiudono, le pensioni si pensa ad erogarle sempre in misura minore, in generale il servizio pubblico viene ridotto continuamente, il tutto perchè "ce lo chiede l'Europa" che vuole insegnarci a vivere NON oltre le nostre possibilità. Però ho la sensazione che, quasi quasi, il Vincolo Esterno faccia comodo un po' a tutti, o a molti. Perchè non si tratta solo di avere (o non avere) soldi, si tratta anche, se non soprattutto, di una cultura dominante. Ed allora, che sviscerare e comprendere gli aspetti tecnici sia fondamentale, anche per conoscere quali contromisure eventualmente prendere, è indubbio, ma che la discussione si fermi solo a questi aspetti e non travalichi verso gli aspetti sociali e politici appunto, mi sembra un limite. Si discute di Target2 all'infinito, ma non quale società si sta construendo e se è quella in cui vogliamo vivere. Sarà un mio di limite, ma ho la netta sensazione che su questi secondi aspetti sia calato un velo e si accetti la società attuale (globale, finanziaria, privatistica,...) come inevitabile. Con rispetto, Stefano Petroncini

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  2. Buongiorno Professore. Leggendo ed ascoltando Lei ed altri critici della Moneta Unica e delle sue impostazioni, mi sembra che le argomentazioni non mettano molto (o non più?) l'accento sull'aspetto sociale della questione. Sarà un mio limite ma non riesco a trovarlo (l'accento). Mi perdoni, ma è come se, il Vincolo Esterno, sia un buon alibi, un po' per tutti, di quelli pro ma anche di quelli contro l'Euro, e che in fondo l'ideologia dominante (gloabalismo, finanza, mercati, privato,...) sia quella a cui tutti ci si deve conformare, euro o non euro. Perché ci vogliono convincere che sia così, che sia inevitabile.
    Prendendo lo spunto da un passo della sua intervita, posto che si diventi una "famiglia" e si superi la fase del "condominio", lo stato sociale che strada prenderà? Invertirà la rotta? Si riapriranno ospedali chiusi o se ne continueranno a chiudere? Gli Stati Uniti d'America, per semplificare, potranno funzionare benissimo dal punto di vista delle Aree Valutarie Ottimali, ma non sono affatto un modello socio-economico a cui aspiro. E' li che andremo? Mi sembra che tutte le soluzioni interne all’Euro (stabilizzazione del rapporto Debito/PIL, memorandum vari,…), non tengano conto che difficilmente cambieranno le politiche basate su competizione, riforme strutturali, più mercato meno stato e meno welfare.
    Le discussioni accademiche sui problemi nel caso di uscita dall'Euro (svalutazione, inflazione, Target2, ora anche blocco del sistema dei pagamenti,...), sono importantissime, ma, dopo anni che ne leggo, finiscono per sembrare, non più un tentativo di preparare lo scenario, ma al contrario un tentativo di prenderci per sfinimento. Con rispetto. Stefano Petroncini.

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