martedì 23 maggio 2017

Dalla moneta parallela al fango sugli economisti

Mentre da noi il dibattito sulla moneta parallela è continuato raggiungendo anche le alte sfere della politica (si fa per dire), ci siamo lasciati sfuggire quanto dichiarò Dimitris Papadimitriou - già presidente del Levy Institute e sostenitore della proposta - all'atto del suo insediamento a Ministro dell'economia del governo Tsipras (una carica peraltro piuttosto inutile). 
Qui sotto la dichiarazione che rilasciò il 7/11/2016 (fonte attendibilissima: ekathimerini). Traduco solo le sue affermazioni più rilevanti:

<The new Economy Minister Dimitris Papadimitriou officially assumed his role on Monday in a handover ceremony with his predecessor Giorgos Stathakis, pledging to focus on attracting much-needed foreign investments.Papadimitriou, an economist who has lived for many years in the USA, indicated that statements he made during his academic career regarding the possibility of a parallel currency for Greece were "a mistake." "Until last week I was an academic. Academics can say many things.
However, when they are called upon to implement a program, they see that some things they have said may have been wrong."

"There is no parallel currency for Greece and nor will they be one, at least for this government," he added.
The administration's goal, he said, was to attract investments, always in the context of euro membership and with respect for European institutions. 
Greece's "comparative advantage" is that it offers stability as a Eurozone member state, he said.
"We are rolling our sleeves up from today and we will try to reduce the ailments that are obstructing growth," Papadimitrious said. >
["Fino alla scorsa settimana ero un accademico. Gli accademici possono dire molte cose. Tuttavia, quando sono chiamati a attuare un programma, essi vedono che alcune cose che essi hanno detto posso essere state sbagliate. Non c'è moneta parallela per la Grecia e né ce ne sarà una, almeno con questo governo"


Naturalmente si potrebbe infierire sulle altre affermazioni: obiettivo del governo è di attrarre investimenti esteri; la Grecia si sta rialzando; rispetto per euro e istituzioni europee. Non meritano ovviamente molta considerazione. Ci appare invece significativo che questo signore rinneghi una proposta sbandierata fino al giorno prima come risolutiva dei problemi. Questo sembra confermare l'obiezione politica di fondo sollevata da molti alla proposta della moneta parallela: all'atto pratico è per lo meno ingenuo voler far fessa l'Europa con un escamotage. Di questo si è reso evidentemente conto Papadimitriou. Meglio tardi che mai. Ci appare tuttavia gravissimo che l'abbia fatto gettando discredito sulla professione degli economisti presentandoli come inutili personaggi che vivono fuori dal mondo e avanzano proposte irrealistiche. Poteva limitarsi a dire che la proposta era giusta, ma che non v'è attualmente spazio politico (già una bella ammissione dei suoi limiti, comunque). Crediamo che con queste affermazioni l'unico a essere caduto nel discredito è il sig. Papadimitriou.
(ringrazio il collega Stavros Mavroudeas dell'Università di Macedonia per la segnalazione, restando ogni responsabilità dl post completamente mia)

3 commenti:

  1. Bene.. il criterio per giudicare una soluzione è se Tsipras e i suoi cialtroni l'adottano. Visto che sono per l'Euro e l'Austerità allora l'Euro e l'Austerità sono ok e il dibattito è chiuso

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  2. Qui non si tratta di far fessa l'"Europa". Si tratta di prendere atto che ogni giorno che l'Italia trascorre all'interno dell'eurozona e' un giorno in piu' di distruzione del tessuto produttivo; svendita di qualsiasi cosa abbia un valore agli "investitori" stranieri, tanto osannati; abbattimento dei diritti dei lavoratori; attacco al risparmio in tutte le sue forme, comprese quelle immobiliari; annientamento dello Stato; disattivazione della Costituzione. Sappiamo bene quanto e' lungo l'elenco delle sciagure.

    Siamo tutti d'accordo che la soluzione e' una rapida e concordata dissoluzione dell'eurozona. Abbiamo letto Bagnai, Giacche', Barra Caracciolo, milioni di ore sono state impiegate da un piu' o meno folto gruppo di "illuminati" a spiegare e capire. Abbiamo capito. Ma non se ne vede l'albore di questa agognata dissoluzione. Al contrario, siamo sempre nel buio pesto della notte dell'euro.

    Sono piu' o meno imminenti le elezioni politiche in Italia. Se non vincono (e a mio parere non vinceranno) le forze anti-euro, cosa facciamo? Passiamo altri 5 anni ad assistere alla distruzione e colonizzazione sistematica del nostro Paese? O magari proviamo a pensare ad un piano B che deve necessariamente passare comunque dal recupero della sovranita' monetaria? La moneta parallela, se ben congeniata, potrebbe quantomeno aiutare a ritardare una disfatta che, non facciamoci illusioni, a questo punto pare l'epilogo piu' probabile.

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