Segnaliamo la pubblicazione di un working paper di Gennaro e mio, quasi un contro storia degli ultimi cinquant'anni. Qui sotto abstract e introduzione. La pubblicazione completa qui e a breve anche sui working paper di Siena
Farsi male da soli
Disciplina esterna, domanda aggregata e il declino economico italiano
December 2018
Abstract
In questo saggio ripercorriamo la storia dell’economia italiana a partire dagli anni del miracolo economico, mostrando il ruolo della politica economica nelle sue diverse declinazioni (fiscale, monetaria, valutaria) nella determinazione della crescita, e poi del declino. Argomentiamo come i periodi della crescita siano caratterizzati dal tentativo di perseguire il pieno impiego, mentre il successivo periodo del declino è dipeso anche dal tentativo di risolvere i conflitti distributivi interni tramite vincoli esteri sempre più stringenti.
In questo saggio ripercorriamo la storia dell’economia italiana a partire dagli anni del miracolo economico, mostrando il ruolo della politica economica nelle sue diverse declinazioni (fiscale, monetaria, valutaria) nella determinazione della crescita, e poi del declino. Argomentiamo come i periodi della crescita siano caratterizzati dal tentativo di perseguire il pieno impiego, mentre il successivo periodo del declino è dipeso anche dal tentativo di risolvere i conflitti distributivi interni tramite vincoli esteri sempre più stringenti.
JEL code: E52; E62; F41
Key words: Italia;
crescita; debito pubblico; saldi settoriali
Introduzione*
Il saggio mira a fornire una spiegazione dei
problemi di lungo periodo dell’economia italiana che noi ritroviamo nella
mancata opportunità di completare il miracolo economico degli anni cinquanta e
sessanta con un compromesso sociale riguardante la distribuzione del reddito e
con il necessario progresso tecnico e manageriale nel sistema delle imprese. La
tesi sostenuta è che la ricerca della disciplina esterna come surrogato di
opportune istituzioni interne ha probabilmente condotto, col sostegno di teorie
economiche volte a trascurare il ruolo della domanda aggregata nella crescita,
a esiti peggiori del male che si intendeva curare. Attualmente l’ancora vivace
spirito imprenditoriale di parte del paese è intrappolato fra le carenti
istituzioni socio-politiche interne, e il contesto istituzionale europeo
ispirato dall’ordoliberismo tedesco, incompatibile con un’unione monetaria
sostenibile (ma non con gli interessi del capitalismo di quel Paese).
* Una versione finale
di questo lavoro verrà pubblicata in un numero speciale de L’Industria dedicato
a Marcello De Cecco. Ringraziamo Maurizio Pugno per utili suggerimenti su una
stesura precedente. Il saggio trae origine da un lavoro più lungo presentato a
Berlino a una conferenza sulla riforma dell’unione monetaria europea tenutasi
nel giugno 2018. Questo spiega il tono un po’ didattico di alcune parti volte a
introdurre agli amici europei alcuni elementi della storia economica italiana
recente. Esse possono risultare tuttavia utili anche per i lettori più giovani,
ora che l’esterofilia dilagante nella disciplina economica italiana ritiene
accademicamente irrilevante questo tipo di riflessioni. La avanzante povertà ed
autonomia culturale degli studi economici in Italia non è probabilmente
elemento irrilevante della progressiva assenza di spessore dei ceti dirigenti
che essa contribuisce a formare.
° Università degli Studi di Siena. Email:
cesaratto@unisi.it
+ Università degli Studi di Cassino e del
Lazio Meridionale, e Levy Economics Institute. Email: zezza@unicas.it
Sempre interessante leggere la storia in chiave macroeconomica, grazie.
RispondiEliminaCome reazione all'elevata inflazione (che nel 1980 superava ancora il 20%) gli autori individuano tra gli altri 3 momenti della politica economica di particolare importanza:
1) l'ingresso nello SME
2) il divorzio BdI-Tesoro
3) il taglio della scala mobile (decreto di San Valentino)
Il primo dei tre ha pesantemente condizionato i seguenti.
BdI avrebbe effettivamente potuto andare in direzione di una maggiore autonomia senza l'automatismo del finanziamento automatico del Tesoro, ma farlo senza il cappio del cambio fisso avrebbe avuto cosenguenze meno drammatiche sull'occupazione degli anni seguenti.
Il taglio della scala mobile, con l'inflazione che nel 1984 era già stata il larga parte messa sotto controllo (dimezzata rispetto al 1980), ha scaricato sui lavoratori tutti i costi, dando inizio ad una brillante operazione di marketing (brand: Concertazione). Imprenditori, giornali e politica a ruota hanno venduto l'impoverimento dei lavoratori, inizialmente di quelli non rappresentati e poi di tutti.
Il calo della domanda è la naturale conseguenza, contro cui istituzioni nazionali modernizzate e rinnovato spirito europeo nulla potranno.
Grazie