CHE DIO CE LA MANDI BUONA di Sergio Cesaratto
«La sinistra al momento è morta. La sinistra
“radical-chic” è anti-italiana e anti-popolare. Se avesse un po’ di
intelligenza guarderebbe con attenzione al governo: a) per incalzarlo
negli errori, ma sostenendolo nelle cose giuste; b) per capire perché
questa coalizione ha avuto il sostegno popolare e per intercettare i
sentimenti della masse quando, come possibile, rimarranno un giorno
deluse da questo governo. Ritrovare la propria identità solo per
contrapposizione a questo governo sarebbe l’errore più idiota che si
possa compiere. Ma lo compiranno, non hanno cultura e senso di
autocritica. Speriamo che qualcosa di nuovo nel frattempo emerga»
L'intervista di SOLLEVAZIONE
a Sergio Cesaratto
* * *
D.
Che idea ti sei fatto del "contratto" di governo M5S-Lega?
Considerando, in particolare, l'aspetto economico, c'è più keynesismo o
liberismo? R. Mi sembra più liberismo. La flat tax è tipicamente
liberista, anche se su due aliquote. Persino se le classi lavoratrici
avessero sgravi, le pagherebbero con più IVA o peggio con tagli ai
servizi sociali, già al limite del collasso. Il reddito di cittadinanza
ha dell’assistenziale – perché no invece un piano del lavoro per il sud?
Rivedere la Fornero va bene. Manca comunque per ora il quadro macro
entro cui collocare le misure. E’ sulla base di questo quadro macro che
poi si va a contrattare in Europa. L’atteggiamento più combattivo verso
l’Europa è l’aspetto accattivante di questo governo, ma davvero dovremmo
appoggiare un governo che va allo scontro con l’Europa per tagliare le
tasse?
D. Qual è il tuo giudizio su Paolo Savona e sulla sua idea di "Piano B"?
R. Spero che ora, stando al governo, si abbiano dati ed expertise per farlo sul serio.
D. Anche tu ritieni che la campagna di stampa contro il governo M5S-Lega preceda un'aggressione dei "mercati" come avvenne nell'autunno 2011?
R. Mah, non credo intanto che la diminuzione di acquisti di BTP da parte della BCE sia stato un atto deliberato, può essere stato solo una casualità (sulla stampa tedesca è successo che venisse mossa una simmetrica accusa in periodi in cui sono stati comprati molti titoli italiani). Nelle scorse settimana v’erano molti titoli tedeschi in scadenza, e la BCE ha un limite mensile totale di acquisti. Dopo di ché i mercati fanno il loro mestiere e il governo farebbe bene a muoversi con cautela, sennò finiamo nel peggiore dei due mondi, nell’euro con spread alti. Altrove ho proposto che il governo si ponga come obiettivo la stabilizzazione del rapporto/debito Pil e chieda in Europa il mantenimento di tassi bassi (il che richiede che la BCE assicuri il roll-over dei titoli italiani acquistati col QE e misure di garanzia sul debito italiano). Questo aprirebbe la possibilità di fare deficit spending sostenendo la domanda interna. Ma niente flat tax e tagli di spesa, che invece sono negativi per la domanda interna.
D. Qual è il tuo giudizio su Paolo Savona e sulla sua idea di "Piano B"?
R. Spero che ora, stando al governo, si abbiano dati ed expertise per farlo sul serio.
D. Anche tu ritieni che la campagna di stampa contro il governo M5S-Lega preceda un'aggressione dei "mercati" come avvenne nell'autunno 2011?
R. Mah, non credo intanto che la diminuzione di acquisti di BTP da parte della BCE sia stato un atto deliberato, può essere stato solo una casualità (sulla stampa tedesca è successo che venisse mossa una simmetrica accusa in periodi in cui sono stati comprati molti titoli italiani). Nelle scorse settimana v’erano molti titoli tedeschi in scadenza, e la BCE ha un limite mensile totale di acquisti. Dopo di ché i mercati fanno il loro mestiere e il governo farebbe bene a muoversi con cautela, sennò finiamo nel peggiore dei due mondi, nell’euro con spread alti. Altrove ho proposto che il governo si ponga come obiettivo la stabilizzazione del rapporto/debito Pil e chieda in Europa il mantenimento di tassi bassi (il che richiede che la BCE assicuri il roll-over dei titoli italiani acquistati col QE e misure di garanzia sul debito italiano). Questo aprirebbe la possibilità di fare deficit spending sostenendo la domanda interna. Ma niente flat tax e tagli di spesa, che invece sono negativi per la domanda interna.
D. Oltre ad essere la seconda potenza manifatturiera europea la ricchezza finanziaria italiana è pari a 10 mila miliardi di euro, 6 mila se escludiamo gli immobili. Il principale punto di attacco di chi paventa lo sfracello del Paese nel caso il futuro governo non si adegui ai diktat dell'euro-Germania, è che ciò causerebbe la polverizzazione dei risparmi. E’ così? R. Prendo per buoni i vostri dati. Non vedo in che senso questa ricchezza dovrebbe collassare. Piuttosto essa è messa in pericolo da una economia che va male attraverso la crisi di banche e imprese. Fuori dall’euro, se questa eventualità si presentasse, va adottata una feroce politica dei redditi e di controllo dei prezzi (per il poco che funziona) per bloccare l’inflazione. Un nuovo riformismo implica rilanciare i grandi sindacati, mi dispiace per gli amici dei sindacati di base, ma l’idea che il Paese si possa trasformare nello sciopero selvaggio è da rigettare. I salari reali cresceranno con la ripresa della produttività. I sindacati di base — che farebbero bene a organizzarsi e unirsi — devono naturalmente costituire un interlocutore. Anzi, uno degli aspetti deleteri di questo governo è di snobbare i sindacati; questo è di destra e dimostra l’assenza di un vero riformismo progressista. Semmai si tratterebbe di democratizzare e sburocratizzare i sindacati.
D. Dei 2300 miliardi del nostro debito pubblico, 580 sono in mano ad investitori internazionali. I capitali esteri investiti in borsa, sono pari a 6-700 miliardi. Gli euroinomani ci dicono che in caso di fuga di questi investitori dal debito italiano, lo Stato non sarà in grado di pagare stipendi e pensioni, che collasserebbe lo stesso sistema sanitario. Solo quest'anno lo Stato deve collocare 93 miliardi di euro a breve termine e oltre 88 a medio e lungo. Per il 2019 ci sono scadenze per un totale di 350 miliardi. Come potrebbe lo Stato italiano finanziare forti investimenti per il rilancio dell'occupazione ove gli attuali creditori cessassero di acquistare titoli pubblici italiani? I Minibot proposti da Claudio Borghi potrebbero essere una soluzione?Come lo Stato potrebbe diversamente finanziarsi? R. Se i mercati non desiderano più titoli italiani, o li acquisterebbero solo a tassi proibitivi, allo Stato non rimane che riemettere una sua moneta sovrana. In Europa non sono fessi, e forme di moneta fiscale costituiscono emissione di moneta. Suppongo che studiare forme di emissione di moneta fiscale possa essere parte del piano B, vale a dire preparare le matrici di nuove banconote e mettere a punto un sistema di pagamenti diverso da Target 2, da cui potrebbero disconnetterci — Target 2 è la piattaforma elettronica su cui viaggiano tutti i nostri ordini di pagamento bancari. [sul meccanismo Target 2 vedi QUI, QUI e QUI]
D. Gli economisti ordoliberisti, le agenzie di rating, le grandi
banche d'affari, ritengono che ove lo spread superasse la soglia del
250, esploderebbe una "crisi di debito" e l'Italia perderebbe l'accesso a
qualunque forma di liquidità della Bce. A quel punto potrebbe
intervenire la Troika...
R. Non so, una volta si parlava del 7% sui titoli decennali come soglia psicologica — nel luglio 2012 ci si arrivò vicino e Draghi fece il suo famoso discorso, probabilmente con l’avallo della Merkel. Se così accadesse, come già detto, o si ricorre all’operazione OMT — quella appunto varata da Draghi nel luglio 2012 — e questo implica la Troika, oppure si esce dall’euro. Le ultime proposte tedesche, per quello che si riesce a capire, sono per un ESM (il fondo salva-Stati) trasformato in uno European Monetary Fund (EMF). Questo dovrebbe monitorare la disciplina fiscale dei Paesi con un grosso potere di imporre, quando una crisi sta per scoppiare, una ristrutturazione del debito con perdite per il settore privato (per i detentori dei titoli). Naturalmente si avrebbero anche misure di condizionalità fiscale (austerità). Se l’Europa approvasse qualcosa del genere, sarebbe una bomba, come lo fu la passeggiata di Merkozy a Deauville nell’autunno 2010, in cui decisero che il settore privato avrebbe pagato per le crisi del debito e si scatenò la tempesta. Persino Padoan direbbe di no a tali nuove proposte tedesche.
R. Non so, una volta si parlava del 7% sui titoli decennali come soglia psicologica — nel luglio 2012 ci si arrivò vicino e Draghi fece il suo famoso discorso, probabilmente con l’avallo della Merkel. Se così accadesse, come già detto, o si ricorre all’operazione OMT — quella appunto varata da Draghi nel luglio 2012 — e questo implica la Troika, oppure si esce dall’euro. Le ultime proposte tedesche, per quello che si riesce a capire, sono per un ESM (il fondo salva-Stati) trasformato in uno European Monetary Fund (EMF). Questo dovrebbe monitorare la disciplina fiscale dei Paesi con un grosso potere di imporre, quando una crisi sta per scoppiare, una ristrutturazione del debito con perdite per il settore privato (per i detentori dei titoli). Naturalmente si avrebbero anche misure di condizionalità fiscale (austerità). Se l’Europa approvasse qualcosa del genere, sarebbe una bomba, come lo fu la passeggiata di Merkozy a Deauville nell’autunno 2010, in cui decisero che il settore privato avrebbe pagato per le crisi del debito e si scatenò la tempesta. Persino Padoan direbbe di no a tali nuove proposte tedesche.
D. Per Oliver Blanchard, ex capo economista del Fmi, in caso di "crisi di debito", non solo l'Italia entrerebbe in una profonda recessione, ma l’eventuale ridenominazione di attività e passività in una nuova valuta, innescherebbe bancarotte a catena. R. La crisi del debito si scatena perché non abbiamo una banca centrale e una nostra moneta, e dunque non c’è controllo dei movimenti di capitale. Sennò il nostro debito estero è molto piccolo, 7/8% del Pil (quello spagnolo è più di dieci volte tanto) e i conti con l’estero sono in attivo. Il punto è che se uscissimo, ormai il 70% del debito pubblico contiene le famigerate CACs, clausole che ne complicano la ridenominazione. Tuttavia forse il problema si porrebbe solo con i detentori stranieri (te le voglio le banche italiane a opporsi alla ridenominazione). Inoltre sebbene il debito netto con l’estero sia piccolo, chi ha attività e chi ha passività non coincide. Per chi ha attività (esempio titoli in dollari) nulla cambia. Per chi ha passività (debito in dollari o euro, se questo sopravvive) ci sono problemi, perché la nuova-lira svaluterebbe dalla parità iniziale. In altre parole, il debito estero in termini di lire per questi soggetti aumenterebbe. Però questo è anche sempre accaduto con le fluttuazioni dei cambi, quindi non è una situazione necessariamente catastrofica. Ripeto, ora il governo ha dati ed expertise per sapere e quantificare.
D. Cosa rispondi al classico paradigma ordoliberista "non può esserci crescita con un aumento del debito pubblico"?
R. Come detto sopra, risponderei che il debito pubblico è il risultato della mancata crescita o di scelte di politica economica sbagliate. Negli anni '80 il rapporto debito/Pil fu il risultato di un auto-imposto vincolo estero. Lo SME portò le partite correnti in rosso e questo implica contabilmente un rosso nei conti pubblici — una manifestazione di questo è negli alti tassi necessari per attirare capitali per finanziare i disavanzi esteri, tassi che allo stesso tempo fecero esplodere il debito pubblico e i medesimi disavanzi esteri. Con Gennaro Zezza abbiamo condotto alcuni test preliminari, e negli anni ottanta sono i disavanzi esteri a generare quelli pubblici. Abbiamo anche cominciato a dimostrare che con tassi di interesse bassi (spread zero) e disavanzi primari (disavanzi pubblici al netto degli interessi), si può ricominciare a crescere stabilizzando il rapporto debito pubblico/Pil. Alberto Bagnai conosce benissimo di cosa parlo (ha degli ottimi post al riguardo).
D. Hai affermato, rispetto al governo giallo-verde, che “non si capisce bene questo governo dove voglia precisamente andare”. Sembra tuttavia molto probabile che in vista della prossima Legge di Bilancio, se di Maio e Salvini vorranno davvero spezzare i vincoli Ue lo scontro con la Commissione europea sia pressoché inevitabile. In questo caso, se questo governo si riprende quote di sovranità nazionale, se adottasse misure sociali a favore del popolo lavoratire, non pensi che il governo meriti di essere sostenuto?R. Se, se , se… Certo, se lo scontro con l’Europa fosse finalizzato a misure progressiste, peraltro le uniche risolutive della crisi, il governo andrebbe appoggiato. E fra le misure progressiste ci metterei pure posizioni non-reazionarie sul tema della giustizia e dei diritti. Anche i toni sull’immigrazione andrebbero abbassati, a fronte di un’azione ferma nel regolarla, azione il più possibile umanitaria nei modi. Mi domando se basti essere anti-europei per avere le nostre simpatie.
D. La sinistra “radicale”, compresa quella “antagonista”, si sta posizionando su una posizione di “opposizione senza sé e senza ma” al governo giallo-verde col motivo che sarebbe il “governo più a destra della storia della Repubblica”. C’è addirittura chi parla di “governo fascista”. Uno spartito che rassomiglia come una goccia d’acqua a quello delle élite liberali e del Pd. Cosa rispondi a questa narrazione?
R. La sinistra al momento è morta. La sinistra “radical-chic” è anti-italiana e anti-popolare. Se avesse un po’ di intelligenza guarderebbe con attenzione al governo: a) per incalzarlo negli errori, ma sostenendolo nelle cose giuste; b) per capire perché questa coalizione ha avuto il sostegno popolare e per intercettare i sentimenti della masse quando, come possibile, rimarranno un giorno deluse da questo governo. Ritrovare la propria identità solo per contrapposizione a questo governo sarebbe l’errore più idiota che si possa compiere. Ma lo compiranno, non hanno cultura e senso di autocritica. Speriamo che qualcosa di nuovo nel frattempo emerga.
Intervista di SOLLEVAZIONE del 5 giugno 2018
"In Europa non sono fessi, e forme di moneta fiscale costituiscono emissione di moneta". La moneta fiscale consiste di titoli di Stato che danno il diritto ad ottenere sconti fiscali a due anni dall'emissione dunque non si tratta di una moneta ma di titoli di Stato che - avendo un valore stabile e garantito dalla possibilità di pagare le tasse - possono funzionare come mezzo di pagamento ad accettazione volontaria che si affianca all'euro. Ovviamente il problema è politico, ma sul piano giuridico non viene violato il monopolio di emissione della moneta legale che fa capo alla BCE
RispondiEliminaForse sarebbe opportuno, ad uso dei lettori meno smaliziati, che il prof. Cesaratto chiarisse meglio come negli anni 80 si sono generati i deficit di bilancio che hanno determinato l'esplodere del debito pubblico. In particolare, vorrei che fosse meglio spiegata la sequenza "auto-imposto vincolo estero", deficit commerciali da appartenenza allo SME, aumento dei tassi per attirare capitali dall'estero, riflessi sul bilancio pubblico. Mi pare che questo sia il punto cruciale per respingere le accuse che ci vengono dall'estero (e non solo) di essere degli spendaccioni.
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