Pubblichiamo un pezzo uscito su il manifesto di sabato 25 gennaio.
Con l'occasione vorrei ricordare Federica Roà, una cara amica che aveva collaborato all'e book Oltre l'austerità, che è mancata dopo una severa malattia. Federica si occupava di consulenza alle imprese. Proprio per questa sua esperienza aveva lavorato in anni recenti con Pierangelo Garegnani sul problemi dell'organizzazione del lavoro nel socialismo: come fare a conciliare la natura alienante di molte attività lavorative con la necessità che esse vengano svolte con il necessario impegno pur rinunciando alla frusta della minaccia della disoccupazione. Federica, ci mancherà il tuo entusiasmo.
Con l'occasione vorrei ricordare Federica Roà, una cara amica che aveva collaborato all'e book Oltre l'austerità, che è mancata dopo una severa malattia. Federica si occupava di consulenza alle imprese. Proprio per questa sua esperienza aveva lavorato in anni recenti con Pierangelo Garegnani sul problemi dell'organizzazione del lavoro nel socialismo: come fare a conciliare la natura alienante di molte attività lavorative con la necessità che esse vengano svolte con il necessario impegno pur rinunciando alla frusta della minaccia della disoccupazione. Federica, ci mancherà il tuo entusiasmo.
Più mordente per la lista con Alexis Tsipras
Sergio Cesaratto
Non vi è
dubbio che la situazione del nostro paese sia di una gravità eccezionale. Le
più ottimistiche previsioni per il 2014 stimano una sostanziale stagnazione in
un futuro che vede intere generazioni di giovani disoccupate e l’impoverimento
complessivo del paese. La netta presa di posizione di Hollande a favore di
politiche dell’offerta ha zittito chi coltivava illusioni sul cosiddetto
socialismo europeo. La prepotenza tedesca nel far prevalere i propri (presunti)
interessi appare non aver più ostacoli. Lo slogan dell’uscita dall’euro,
ammesso che possa far presa, è tuttavia visto con comprensibile inquietudine,
politica ed economica. E anche con indignazione, non perché l’euro sia una
creatura difendibile, ma perché l’Europa potrebbe almeno tentare altre strade
pur mantenendo il mostro in vita. Per come si prefigura, la lista Tsipras
sceglie di sostenere quest’ultima battaglia. La ragionevolezza è tuttavia, come
tutti sanno, un’arma a doppio taglio.
La giustificata accusa di perpetuare un velleitario utopismo europeista, peraltro facilmente imitabile da un Renzi qualsiasi, è dietro l’angolo. Questo aliena alla lista Tsipras la simpatia di quella parte del paese, fra cui migliaia di giovani, che ha consapevolezza del segno reazionario con cui l’Europa monetaria è stata costruita e viene difesa, una impronta non facilmente modificabile. Pari coscienza non è ancora, sospetto, patrimonio di molti padri (e madri) nobili della lista. Dotata di un messaggio così debole, quale può dunque essere il suo appeal? Allo stato essa appare come un rassemblement di istanze politiche e movimentiste déjà vu attorno a un grido di dolore di una élite di volenterosi intellettuali. Il respiro programmatico della proposta politica va dunque radicalizzato.
La giustificata accusa di perpetuare un velleitario utopismo europeista, peraltro facilmente imitabile da un Renzi qualsiasi, è dietro l’angolo. Questo aliena alla lista Tsipras la simpatia di quella parte del paese, fra cui migliaia di giovani, che ha consapevolezza del segno reazionario con cui l’Europa monetaria è stata costruita e viene difesa, una impronta non facilmente modificabile. Pari coscienza non è ancora, sospetto, patrimonio di molti padri (e madri) nobili della lista. Dotata di un messaggio così debole, quale può dunque essere il suo appeal? Allo stato essa appare come un rassemblement di istanze politiche e movimentiste déjà vu attorno a un grido di dolore di una élite di volenterosi intellettuali. Il respiro programmatico della proposta politica va dunque radicalizzato.
Il
rilancio in tempi rapidi dell’occupazione deve essere la priorità a cui
subordinare ogni altra considerazione, mentre il giudizio sulla costruzione
monetaria (e non solo) europea deve essere più impietoso. Per come si è
configurata, essa ha costituito un deliberato svuotamento delle autonomie
economiche nazionali e dunque delle battaglie democratiche per redistribuire il
reddito e accrescere l’occupazione. In questo senso la lista deve impegnarsi a
un duro ostruzionismo che paralizzi ogni deliberazione euro-parlamentare che
perpetui questo disegno, puntando a riformarlo radicalmente o a abbandonarlo.
Su questo terrà tempestivamente informata l’opinione pubblica italiana,
promuovendo la mobilitazione popolare. Una lista di movimento, dunque, da
costruire anche in rete. Mentre va sostenuta ogni misura straordinaria
economica e monetaria che consenta la riacquisizione di spazi di autonomia
nazionale per accrescere l’occupazione, non va esclusa l’opzione di una rottura
consensuale dell’euro. Tale rottura deve preservare un processo di cooperazione
europea liberato dagli orpelli liberisti e rispettoso degli spazi democratici
nazionali. Politicamente la lista si dovrebbe così mostrare aperta e inclusiva
anche verso le istanze più scettiche – e pour
cause – della riformabilità di questa Europa. Infine essa dovrebbe
selezionare adeguate competenze per i propri rappresentanti affiancando loro
una ricerca progettuale alternativa sulla politica economica europea e per il
nostro paese, inclusa ogni possibile misura straordinaria che esso possa
adottare in tempi rapidi e in autonomia per rilanciare l’occupazione. A questa
progettualità dovrebbero essere immediatamente devolute le risorse che si
rendessero disponibili se si riscuotesse un successo elettorale.
Nessun commento:
Posta un commento