FINANZA E UE/ Francia vs. Germania, Italia ancora sconfitta
Angela Merkel conta sempre meno in Germania, ma la Francia non ottiene veri risultati. Per l’Italia ci sono sempre meno spazi in Europa.
Emmanuel Macron e Angela Merkel (LaPresse)
Si avvicina il 27
novembre, data in cui il Parlamento europeo potrebbe essere chiamato a
esprimersi sulla fiducia alla nuova Commissione europea guidata da
Ursula von der Leyen. Non si escludono sgambetti e colpi di scena dopo
che martedì sono cominciate le audizioni dei tre nuovi commissari
nominati da Francia, Ungheria e Romania. Si continua intanto a discutere
dell’apertura sull’unione bancaria arrivata da Olaf Scholz, che è stata
vista anche come una mano tesa all’Italia, visto che anche Angela
Merkel, durante il suo incontro di lunedì con Giuseppe Conte, è tornata
sull’argomento. Abbiamo chiesto un commento a Sergio Cesaratto,
professore di Economia politica all’Università di Siena.
Professore, cosa pensa di questa apertura tedesca sull’unione bancaria?
Scholz è un esponente della Spd, che è
ormai il quarto partito in Germania. La Cdu è tutt’altro che convinta di
questa apertura. Certo non c’è una chiusura, come dimostrano le parole
di Angela Merkel, ma è bene essere prudenti. Un’apertura è sempre
positiva, però forse siamo ancora lontani da un vero accordo.
Bisognerà in ogni caso da parte
italiana evitare, come già accaduto in passato in materia bancaria, di
aderire a un sistema di regole che risultano poi penalizzanti…
L’Italia, come la Spagna, non può
permettersi che venga posto un limite al possesso di titolo di stato
nazionali. Le nostre banche sarebbero infatti costrette a “svendere”
quelli che hanno e questo avrebbe conseguenze sui rendimenti stessi dei Btp e sullo spread.
Ci vorrà del tempo quindi per arrivare a un accordo sull’unione bancaria.
Credo proprio di sì. Se venisse varata una qualche forma di eurobond, un safe asset europeo,
che aiuterebbe anche a fare dell’euro un riferimento per i pagamenti
internazionali, potendo con questo titolo i paesi stranieri accumulare
riserve nella nostra valuta, si avrebbe una forma di europeizzazione del
debito e a quel punto si potrebbe anche accettare che le banche
italiane riducano la quota di Btp in detenzione. Del resto con tassi di
interesse più bassi sui titoli si avrebbero anche più risorse nel
bilancio pubblico per fare politiche fiscali.
C’è però chi ha evidenziato che
l’apertura tedesca sia funzionale proprio agli interessi della stessa
Germania, viste le difficoltà di Deutsche Bank e Commerzbank. Cosa ne
pensa?
Certo, il sospetto viene, visto che
di fatto salvando la Grecia con risorse stanziate anche dall’Italia si
sono salvate banche francesi e tedesche, ma che la Berlino possa
ricorrere a un ombrello europeo per salvare i propri risparmiatori
avrebbe un po’ dell’incredibile Non dimentichiamo poi che la Germania ha
già salvato all’inizio della crisi le proprie banche e lo può benissimo
rifare: la situazione dei suoi conti pubblici glielo consente. Non so
poi se per motivi interni voglia rassicurare i risparmiatori con una
garanzia europea sui depositi. Anche se credo che si sentano più
rassicurati da una garanzia del proprio Paese.
Più che un asse tra Francia e Germania, ultimamente si assiste più a una rivalità tra questi due paesi. Non trova?
Sì, Macron però non è riuscito a
strappare una virgola a Berlino. La Merkel non si è certo comportata da
leader di un’Europa che evolvesse verso un’unione monetaria più
sostenibile. E adesso la Germania sta andando drasticamente a destra,
anche la Cdu si sposta in quella direzione per non perdere voti. I Verdi
è difficile capire cos’abbiano realmente in testa. Le speranze francesi
di spostare qualcosa in Europa mi sembrano basse.
L’Italia può cercare di approfittare di questa situazione schierandosi dall’una o dall’altra parte?
Stante il fatto che uscire dall’euro
non dico sia impossibile ma quasi, certamente è un’impresa complicata,
allora bisogna far politica. Già la situazione economica “ordinaria” non
è facile per l’Italia. Se poi consideriamo, come si è visto in questi
giorni, che c’è l’esigenza di interventi sul territorio per affrontare i cambiamenti climatici,
piuttosto che di risolvere crisi aziendali importanti, come il caso
Ilva, la situazione si fa meno rosea. Il problema è che in Europa
purtroppo però gli spazi di manovra si stanno restringendo.
Sarebbe meglio appoggiare le iniziative francesi o piuttosto quelle tedesche?
Credo che ci convenga cercare di
creare iniziative politiche con la Francia e con la Spagna che ora avrà
un Governo anche se un po’ traballante. Gli spazi di manovra con la
Germania che già faceva poca leadership prima, adesso non potranno che
restringersi. Mi sembra poi che questa politica di appeasement di Conte
nei confronti della Merkel non serva a nulla. Capisco anche che la
Cancelliera sia una sorta di anatra zoppa, ma non si può non dire una
parola, chinare il capo e annuire. Tanto peggio di così i tedeschi che
ci possono fare?
(Lorenzo Torrisi)
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