Pubblichiamo intervista uscita in prima su il Foglio. I toni sono stati un po' caricati. Continua intanto la surrealtà italiana: piani fantasiosi e ipocriti sulla disoccupazione giovanile, bisticci da polli di Renzo (o di Renzi?) su IMU e IVA, inutili dibattiti su riforme istituzionali.
Euro? Raus
L’economista Cesaratto invoca le maniere forti con la
Germania. Altrimenti addio a Eurolandia
“L’Italia decresce a colpi di due punti percentuali
all’anno, in poco tempo ci ritroveremo ai livelli degli anni 70, con
costi umani e sociali enormi, la situazione si farà rapidamente drammatica. Alla
Germania non importa se il sud dell’Europa va a fondo, il governo italiano non
ha grandi idee da proporre in Europa e non sbatte i pugni. E insomma, uscire
dall’euro è una soluzione estrema, ma se ne può cominciare a parlare”. Dice così
Sergio Cesaratto, economista, professore all’Università di Siena, e osserva con
preoccupazione il processo che la Corte costituzionale tedesca ha aperto contro
il presidente della Banca centrale Mario Draghi, l’uomo che, dice Cesaratto,
“finora con i suoi interventi ha salvato l’euro e l’Europa”. E’ notizia di
questi giorni che il governo greco, al collasso finanziario, ha chiuso la tivù
pubblica, la Rai di Atene, e ha licenziato d’emblée tutti i suoi 2.800
dipendenti.