martedì 27 novembre 2012
Ciccone su Garegnani a un anno dalla scomparsa (Italian and English)
A poco più di un anno dalla scomparsa, publichiamo col consenso della redazione un estratto (in italiano e più sotto in inglese) della commemorazione di Garegnani scritta da Roberto Ciccone . Il testo completo su
Moneta e Credito, vol. 65 n. 259 (2012), 243-267
http://ojs.uniroma1.it/index.php/monetaecredito/article/view/10140/10031
We publish with the consent of the editors and excerpt of a memory by Roberto Ciccone on the late Garegnani. The complete text is here:
PSL Quarterly Review, vol. 65 n. 262 (2012), 311-331
http://ojs.uniroma1.it/index.php/PSLQuarterlyReview/article/view/10152
Pierangelo Garegnani: rifondare la teoria economica
ROBERTO CICCONE
1. Il 15 ottobre 2011 è venuto a mancare Pierangelo Garegnani, uno
degli economisti italiani più acuti e innovatori, i cui lavori hanno avuto
grande influenza e alimentato occasioni di dibattito con studiosi quali
Blaug, Bliss, Hahn, Hollander, Joan Robinson, Samuelson. La sua opera
ha costituito un punto di riferimento per diverse generazioni di studenti e
di ricercatori, sia in Italia che all’estero, e ciò anche indipendentemente
da una piena condivisione dell’impostazione di teoria economica alla
quale egli aderiva. L’attenta ricostruzione delle strutture analitiche entro
le quali si collocano le proposizioni teoriche considerate, che era propria
del modo di procedere di Garegnani e degli obiettivi della sua ricerca,
consentiva infatti, e anzi – si può dire – imponeva, a chi entrava in
contatto con i suoi studi, di assumere consapevolezza di aspetti e
problemi che altrimenti potevano non essere altrettanto evidenti. E questa
ricaduta ‘didattica’ del lavoro di Garegnani non mancava di lasciare il
segno, rendendo di fatto necessario quanto meno confrontarsi con i suoi
argomenti.
Dopo un paragrafo in cui si danno dei dettagli, per quanto ne ho
conoscenza, del percorso accademico e culturale di Garegnani, attingendo
anche ad alcuni ricordi personali al riguardo, ripercorrerò il contributo
scientifico di questo studioso, soffermandomi su aspetti della sua ricerca
che ritengo particolarmente significativi. Considerata l’ampiezza delle
questioni affrontate da Garegnani durante la sua lunga attività, la scelta è
tutt’altro che esaustiva, e indubbiamente risente dei miei interessi e della
mia personale reattività a certi risultati del suo lavoro.
2. Pierangelo Garegnani era nato il 9 agosto 1930 a Milano, dove visse
con la sua famiglia fino all’epoca degli studi universitari a Pavia. Dopo i
primi livelli di istruzione egli frequentò un istituto tecnico per geometri di
Milano, una scelta di carattere ‘pratico’ suggerita dai genitori e
influenzata dall’incertezza circa le prospettive future alimentata dalla
guerra allora in corso. Conseguito il relativo diploma, e terminato nel
frattempo il periodo bellico, egli preparò e superò successivamente come
privatista l’esame di maturità scientifica. Si iscrisse quindi al corso di
laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Pavia, ottenendo
l’ammissione al prestigioso Collegio Ghislieri, e si laureò nel 1958
discutendo una tesi su Ricardo ispirata dall’Introduzione di Sraffa ai
Principi di Economia Politica di quell’autore.
Nel frattempo Garegnani aveva maturato un forte interesse per la
politica, avvicinandosi al Partito Comunista Italiano, e stretto era il suo
rapporto di amicizia con Aldo Tortorella, che diverrà uno dei maggiori
esponenti del partito. Nel 1953, grazie alle borse di studio assegnategli, in
ragione della sua tesi di laurea, dal Trinity College, dal Collegio Ghislieri e
dal British Council, si presentò a Garegnani l’occasione di andare ad
approfondire gli studi in economia politica proprio presso l’Università di
Cambridge (UK), dove insegnava Sraffa e dove, anche per l’eredità
intellettuale lasciata da Keynes, era al tempo nutrita la presenza di
economisti ‘eterodossi’ – fra tutti, Joan Robinson e Nicholas Kaldor.
Tortorella ha ricordato, nel corso della cerimonia funebre a Genova4 e nella
giornata in memoria di Garegnani tenutasi presso l’Università Roma Tre,
che l’opportunità di perseguire i suoi interessi di ricerca, per giunta nella
sede universitaria più consona allo scopo, fu inizialmente contrastata, in
Garegnani, dal dubbio che in tal modo egli sarebbe di fatto venuto meno
all’impegno politico, di cui pure avvertiva il richiamo civile e morale. In
ultimo, come Tortorella stesso lo aiutò a considerare, prevalse in Garegnani
la consapevolezza che un contributo alla comprensione della realtà
esistente, e all’ideale di una società diversa, poteva venire proprio dalla sua
attività di studioso. Ed effettivamente questo è stato un aspetto centrale
della prospettiva in cui, pur nell’assoluto rispetto dei più rigidi canoni di
rigore analitico, Garegnani ha collocato il suo lavoro di ricostruzione dei
fondamenti di impostazioni alternative di teoria economica, e, di qui, di
critica del paradigma teorico divenuto dominante.
A Cambridge Garegnani ottenne l’ammissione al dottorato di ricerca
(Ph.D.). Conseguì il titolo nel 1958, discutendo la tesi A Problem in the
Theory of Distribution from Ricardo to Wicksell (finora non pubblicata),
nell’elaborazione della quale egli fu seguito da Maurice Dobb quale
supervisore ‘ufficiale’, e da Piero Sraffa. Subito dopo ebbe inizio la sua
carriera accademica in Italia, nel corso della quale Garegnani è stato
docente di Economia Politica presso le Università di Roma “La Sapienza”,
di Sassari, di Pavia, di Firenze, ancora presso “La Sapienza” di Roma e,
infine, dal 1992 fino alla sua andata a riposo nel 2005, presso l’Università
Roma Tre, della quale fu nominato Professore Emerito nel 2007.
L’intensa attività di studioso di Garegnani comprende inoltre periodi
di ricerca e insegnamento presso alcune Università estere tra le maggiori,
quali Cambridge (UK), Stanford, M.I.T, New School (New York). E tra
le sue attività di carattere internazionale deve ricordarsi quell’importante
iniziativa che è stata la Scuola Estiva di Economia di Trieste, di cui
Garegnani fu promotore e organizzatore insieme a un gruppo inizialmente
costituito da Jan Kregel e Sergio Parrinello, e poi allargatosi ad altri
studiosi, tra i quali Giacomo Becattini, Augusto Graziani, Luigi Pasinetti,
Alessandro Roncaglia, Paolo Sylos Labini. A partire dal 1981 e per
diversi anni la Scuola è stato un centro di attività didattiche avanzate,
indirizzate a giovani ricercatori italiani e stranieri e improntate alla
diffusione di impostazioni alternative alla teoria economica dominante –
in primo luogo la moderna ripresa della teoria classica, avviata da Sraffa,
e le correnti di pensiero ‘post-keynesiane’. Il fatto di riunire economisti
accomunati dalla distanza dalla teoria neoclassica, ma i cui approcci
potevano essere diversi sia rispetto alle ragioni del dissenso dal
‘mainstream’, sia rispetto ai contenuti di una teoria alternativa,
alimentava la comunicazione e il confronto, con ricadute positive sia per i
‘docenti’ che per i ‘discenti’.
Garegnani era membro dell’Academia Europaea dal 1989 e socio
corrispondente dell’Accademia dei Lincei dal 2001. Come è noto, era
stato nominato da Piero Sraffa suo esecutore letterario, e quale curatore
generale, insieme a Heinz Kurz, dell’edizione degli scritti inediti di
Sraffa, egli coordinava il lavoro in corso per la pubblicazione di quei
materiali, e ne aveva responsabilità diretta per alcune parti.
Termino questo paragrafo con alcuni accenni, che mi paiono
significativi, alla mia esperienza di studente dei corsi di Garegnani, dalla
quale scaturì l’interesse a continuare gli studi dopo la laurea, e che ha
perciò costituito il punto di partenza di quello che è stato il mio lungo
rapporto di collaborazione con lui. Quell’esperienza fu per me, come per
altri studenti, estremamente feconda, e in un duplice aspetto. Ai contenuti
di teoria economica, esposti con un rigore, una capacità di cogliere
collegamenti strutturali e, al tempo stesso, un gusto per il dettaglio che
costituivano qualcosa di diverso e di più di quello che avevo avuto dagli
studi fatti fino ad allora, le lezioni di Garegnani aggiungevano uno spessore
culturale che andava al di là degli elementi strettamente analitici. Si
percepiva che nello sforzo critico da una parte, e costruttivo dall’altra, che
motivava lo studio accurato delle teorie economiche, c’era non soltanto
l’interesse scientifico a configurare un paradigma che fosse logicamente
corretto; ma un obiettivo ultimo più generale: quello di meglio
comprendere aspetti fondamentali del funzionamento della società,
liberandosi dalle mistificazioni che si rivelavano sorrette da impalcature
teoriche incoerenti. Era in effetti una delle forme in cui si manifestava
quella tensione di Garegnani per l’impegno politico, nel senso ampio del
termine, cui si è prima fatto riferimento. Ne è ulteriore riprova un fatto di
rilievo cui mi è capitato di assistere nei primi anni di insegnamento di
Garegnani a “La Sapienza” di Roma. Quanto Garegnani sosteneva, in
particolare nel corso che trattava degli economisti classici, di Marx e di
Sraffa, andava di fatto a toccare un tema politico-culturale di grande
rilevanza in quel periodo (gli anni intorno al 1975), relativo alla possibilità
che l’analisi di Marx continuasse o meno ad avere un ruolo
nell’elaborazione della sinistra, a fronte dei ‘difetti’ che essa presentava sul
piano strettamente analitico, e in particolare con riguardo alla teoria del
valore. Implicita agli argomenti che Garegnani sviluppava in aula era una
risposta affermativa: la ripresa dell’impostazione teorica classica avviata da
Sraffa (e alla quale egli stesso stava contribuendo) consentiva di superare
quelle difficoltà in modo coerente con il complesso dell’analisi di Marx,
permettendone in definitiva il rafforzamento. La circostanza inusuale che si
verificò durante i primi cicli di lezioni di Garegnani su questi temi fu la
nutrita presenza in aula non soltanto di studenti, ma anche di giovani
‘borsisti’ (come si chiamavano i precari universitari di allora) e
collaboratori vari di altre cattedre, provenienti persino da altre facoltà, in
genere politicamente orientati e interessati a seguire quelle lezioni allo
scopo di confrontarsi con le posizioni che Garegnani esponeva.
Ricordo che Antonietta Campus, che era assistente alla sua cattedra,
nei colloqui con noi studenti si riferiva talvolta a Garegnani appunto
come ‘il maestro’, un termine che ci sembrava arcaico, fuori tempo – si
era tra l’altro in un periodo di forte contestazione dei rapporti con i
docenti. Come ho poi capito col tempo, quella era invece un’espressione
del tutto appropriata, come dimostra il non piccolo numero di studiosi
che, come me, si sono formati con Garegnani, e soprattutto la traccia che
egli ha lasciato in loro, e probabilmente non soltanto in loro. Garegnani è
stato un autentico maestro, che tale è non soltanto per la professione che
esercita, ma perché ha qualcosa da insegnare.
(...)
Pierangelo Garegnani: Rebuilding Economic
Theory
ROBERTO CICCONE
Pierangelo Garegnani, one of the subtlest and most innovative
Italian economists, passed away on October 15, 2011. His writings
have proved widely influential, triggering debate with eminent
scholars such as Blaug, Bliss, Hahn, Joan Robinson and Samuelson
and his work has constituted a point of reference for generations of
students and researchers both in Italy and abroad, regardless of
whether they fully share his theoretical views. Painstaking
reconstruction of the analytical frameworks in which the theoretical
propositions under examination are embedded, a key characteristic of
Garegnani’s aims and approach, enables and indeed compels those
coming into contact with his studies to take cognisance of aspects and
problems whose complexity might otherwise have made them difficult
to grasp. This ‘educational’ side-effect of his work could hardly be
ineffective, by making it necessary at least to face his arguments
squarely.
This note will open with an outline of Garegnani’s academic
itinerary and then go on to examine his contribution to economic
theory, focusing on aspects of his research that I consider particularly
significant. Given the breadth of the issues tackled by Garegnani
during his long career, the selection is necessarily by no means
exhaustive and unquestionably reflects my personal response to
certain results of his work.
2. Pierangelo Garegnani (Milan, 9 August 1930 – Lavagna, 15 October
2011) graduated in political science from the University of Pavia in 1953,
with a dissertation on Ricardo prompted by Sraffa’s introduction to
Ricardo’s Principles of Political Economy and then continued his
studies in economics at Cambridge University, where he was admitted to
the PhD course and obtained a doctorate in 1959. His thesis, A Problem
in the Theory of Distribution from Ricardo to Wicksell, was developed
with the assistance of Maurice Dobb as official supervisor and Piero
Sraffa. The academic career embarked upon soon afterwards in Italy
involved teaching political economy at the universities of Rome ‘La
Sapienza’, Sassari, Pavia, Florence, La Sapienza again and finally, from
1992 until his retirement in 2005, at Roma Tre University, where he
became professor emeritus in 2007. Garegnani’s intense activity as a
scholar also included periods of research and teaching at major
universities outside Italy including Cambridge (UK), Stanford, MIT and
the New School (New York). He became a member of the Academia
Europaea in 1989 and a corresponding member of the Accademia dei
Lincei in 2001. Piero Sraffa appointed him his literary executor and as
general editor of Sraffa’s unpublished papers, together with Heinz Kurz,
Garegnani supervised the ongoing work of publishing this material, in
addition to taking direct responsability for part of it.
(...)
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