Pubblichiamo la traduzione del pezzo sull'economista tedesco Sinn pubblicata da IDEAS (che è un importante sito di economisti non ortodossi sopratutto dedicato ai problemi dello sviluppo economico e anche da Irish Left Review in versione con la vignetta)). Mi scuso con tutti del rallentamento di questo blog. Il semplice motivo è che sto cercando di finire un po' di lavoro di ricerca, anche su temi della crisi europea. Con l'occasione segnalo come buone letture sull'accordo sulla Grecia (di cui tutti danno per scontata l’inefficacia, e il cui senso andrà nei prossimi giorni meglio interpretato) gli articoli sul NYT (qui e qui) e WSJ (qui e qui). Da leggere questo pezzo su Bloomberg, sopratutto la parte finale spiega bene i termini dello scontro che si può prefigurare fra Holland e Germania (indovinate chi si farà la pipì sotto per primo?). Da leggere assieme a George Irvin su Social Europe circa le speranze di una controparte SPD costruttiva (vedi anche questo rapporto sulle posizioni economiche dei partiti tedeschi). Vale la pena segnalarvi che il Washington Post ha pubblicato un lungo articolo sulla Modern Monetary Theory di cui si parla molto con toni eccessivamente messianici e concitati. Vedi il blog di Matias Vernengo (un ottimo sito Sraffa-Keynesiano) per i riferimenti al WS e al dibattito. Con calma diremo qualcosa al riguardo alla MMT. | |||||||||||||
The Target of German economists | |||||||||||||
Sergio Cesaratto | |||||||||||||
Beyond any doubt, Hans-Werner Sinn is the most influential German economist. He exhibits a flawless, albeit conventional, curriculum. Revered by his dominantly priggish colleagues, he chairs Cesifo, a powerful group of research institutes in a country in which the economists' opinion is viewed in high consideration. Sinn's views are the most pro-German one can imagine and have the sole purpose of depicting it as the real victim of the rest of Europe. It obviously makes little sense to blame Germany or any other country for the European crisis. Each dominant class joined the European Monetary Union (EMU) in its own interest or pretending to do so for its respective country. If the collective design of the EMU has failed, the responsibility is not of one single country: each national elite has made its own calculations and they should all have known that Europe was not an optimal currency area. We cannot know, of course, what would have happened to Europe or to single members of the Eurozone (EZ) without the EMU. Less excusable is, especially for major countries, not to appreciate and change national policies that are particularly inconsistent with the EMU. Unfortunately this is far from happening. The story told by Sinn is interesting in this respect, since the narrative of the crisis offered to the public by the German centre-right politicians particularly relies on that provided by their most favourite economist. I shall refer here to a recent long petition subscribed to by top exponents of the financial and political elite, including Sinn, who is clearly recognisable as the extensor. |
mercoledì 22 febbraio 2012
Sinn in inglese
lunedì 13 febbraio 2012
SuperArgentina
Il vostro blogger è tornato da un piccolo paese Caraibico dove ha impartito un corso (e si è così fortunatamente evitato un po’ della Siberia climatica oltre che politica che impera in Europa). Nella seconda metà di marzo parteciperà a un convegno organizzato a Buenos Aires da alcuni economisti eterodossi (simpatizzanti Sraffiani!) membri del governo. Ci saranno un paio di discussioni pepate con alcuni fra i più importanti economisti eterodossi che mi coinvolgono sui temi di quale sia la più promettente teoria non-ortodossa della crescita economica, e sulla analisi economica delle pensioni. Ho ricevuto alcune note assai informali sull’economia argentina e su cosa si discute lì.