l'Unità di sabato 27 agosto ha pubblicato il pezzo, sotto allegato, di Lanfranco Turci e mio col titolo, fuorviante, "L'austerity non basta" (laddove il senso del pezzo è "L'austerity non serve").
Nel vedere lo sbando dell'Europa e del governo tedesco in particolare - il Presidente Wullf che intima alla BCE di rientrare nei ranghi viene zittito dalla Merkel in una cacofonia di voci - viene in mente l'attualità dell'interpretazione della grande crisi di Charles Kindleberger (1910-2003), il grande economista politico, che l'attribuì all'assenza di leadership economica nel passaggio di testimone fra l'impero britannico e quello americano.
sabato 27 agosto 2011
venerdì 26 agosto 2011
Iniqua e inutile
Pubblicheremo nei prossimi giorni, non appena usciti, due interventi con Turci su L'Unità e Nel merito, ambedue critici dell'impostazione di politica economica del PD. Anticipando l'incipit del primo, scriviamo: <l’asse portante della proposta economico-politica del PD si basa sulla condivisione della necessità dei tagli di bilancio, in Italia come nel resto dell’Europa, sebbene dissenta nei contenuti dalla manovra presentata dal governo. Questo asse deriva, a nostro avviso, da una profonda incomprensione da parte dei vertici del PD – non certo soli in questo – della dimensione europea della crisi in corso. Nel pur apprezzabile decalogo delle proposte presentate dal segretario Bersani ... la questione europea viene liquidata in cinque righe con un generico richiamo alle proposte dei partiti “progressisti” europei e affermando che “soltanto un governo politico dell’area euro per lo sviluppo sostenibile e la gestione comune dei debiti sovrani … può dare senso alle politiche di austerità”, politiche considerate, dunque, pienamente legittime.> Il termine "austerità" evoca a noi i fantasmi inquietanti della fine degli anni settanta.
giovedì 18 agosto 2011
L'Europa dov'é?
Pubblichiamo oggi un articolo a firma Cesaratto-Turci uscito sul quotidiano Europa. In sintesi critichiamo la manovra non solo per i contenuti, ma anche perché inutilmente recessiva e senza che l'Europa ci assicuri nulla in cambio. Mentre i dati economici europei, non sorprendentemente, si fanno negativi Merkel e Sarkozy non hanno dimostrato nè capacità nè volontà politica di prospettare soluzioni, tranne proporre una maggiore interferenza europea nelle decisioni di bilancio nazionali arrivando a definire "golden rule" la regola del pareggio di bilancio. Solo notiamo che la proposta del finanziamento dei debiti con le obbligazioni europee (i famosi Eurobonds), che comunque non è passata, non regge se non si ridefiniscono i ruoli della BCE rendendola più simile alla Fed americana. Nei fatti Merkel e Sarkozy hanno lasciato la palla alla BCE, che sostenga lei i debiti sovrani di Italia e Spagna, senza tuttavia un vero endorsment politico. La BCE continuerà dunque ad agire timidamente, e questa è la cosa peggiore perché i tassi per Italia e Spagna si mantengono comunque a livelli insostenibili. Le prospettive si fanno ora ancor più fosche. Forse Merkel e Sarkozy han fatto giusto un patto fra di loro di rimanere assieme qualunque cosa succeda. Buona fortuna!
sabato 13 agosto 2011
Articolo su Il manifesto
Il manifesto ha pubblicato il 12 agosto un mio intervento, riprodotto qui sotto, nell'ambito del dibattito sull'Europa aperto da Rossana Rossanda. Esso è stato scritto prima dell'intervento della BCE, che viene tuttavia lì anticipato come inevitabile. Il giornale ha presentato l'articolo in prima con un occhiello "Occupiamo le sedi europee con gli economisti <critici>", un proposta dell'articolo. Iniziative di lotta per una Europa diversa possono invero conciliare l'utopia europeista, acriticamente prevalente nella sinistra italiana, e il realismo politico che guarda all'Europa per quello che è, un assemblement di interessi nazionali spesso confliggenti. L'Europa è in un bel pasticcio, vale la pena cercare di forzare la situazione verso un esito progressivo - pur attrezzandosi per eventuali piani B. La crisi sta pian piano coinvolgendo la Francia. Questo farà la differenza.
mercoledì 10 agosto 2011
BCE: Too little too late?
La BCE è finalmente intervenuta da lunedì 8 agosto ad acquistare titoli sovrani di Italia e Spagna. Va subito detto che ciò potrebbe rappresentare una svolta politica semi-epocale verso una vera banca sovrana europea, e infatti ciò trova una feroce opposizione in Germania dove la ristrettezza intellettuale si associa al fastidioso moralismo verso i paesi periferici. Questo paese si è trovato dunque a dover accettare quanto mai avrebbe voluto e pensato di dover ingoiare solo qualche mese fa: che la BCE, l’erede della amata Bundesbank, salvasse l’Italia (e la Spagna) stampando moneta. Era però quanto chiedevano, sebbene con colpevole ritardo, molti “autorevoli” economisti, e noi, si parva licet, da molto prima.
domenica 7 agosto 2011
Le condizioni della Bce
Il blog pubblica un aggiornamento sulle vicende europee e un articolo pubblicato da Terra quotidiano
La Bce è finalmente intervenuta nel fine settimana, ma marginalmente sui titoli portoghesi e irlandesi con effetti nulli su quelli italiani il cui scarto con quelli tedeschi è volato oltre i 400 punti - cioè se la Repubblica italiana emettesse titoli ora pagherebbe il tasso che pagherebbe lo stato tedesco più 4%, una enormità che farebbe alla lunga fallire chiunque. Trichet e Draghi hanno posto come condizione al sostegno dei titoli italiani l'anticipazione della manovra, una manovra ricordiamo che colpisce il ceto medio-basso e non gli evasori. C'è un grave deficit di democrazia in un'Europa in cui i tecnocrati indicano ai governi cosa devono o non devono fare - o i Presidenti della Repubblica concordano le direttive di governo coi governatori delle banche centrali, ricordate: Napolitano ha visto Draghi due volte nei giorni scorsi.
La Bce è finalmente intervenuta nel fine settimana, ma marginalmente sui titoli portoghesi e irlandesi con effetti nulli su quelli italiani il cui scarto con quelli tedeschi è volato oltre i 400 punti - cioè se la Repubblica italiana emettesse titoli ora pagherebbe il tasso che pagherebbe lo stato tedesco più 4%, una enormità che farebbe alla lunga fallire chiunque. Trichet e Draghi hanno posto come condizione al sostegno dei titoli italiani l'anticipazione della manovra, una manovra ricordiamo che colpisce il ceto medio-basso e non gli evasori. C'è un grave deficit di democrazia in un'Europa in cui i tecnocrati indicano ai governi cosa devono o non devono fare - o i Presidenti della Repubblica concordano le direttive di governo coi governatori delle banche centrali, ricordate: Napolitano ha visto Draghi due volte nei giorni scorsi.
giovedì 4 agosto 2011
Crisi italiana: il convitato di pietra europeo
Cari tutti,
il blog pubblica un commento al dibattito parlamentare di ieri (3 agosto), un mio articolo in uscita su Left-Avvenimenti, e un articolo (per ora in inglese) di De Grauwe molto chiaro e condivisibile.
Il dibattito parlamentare di ieri colpiva per l'assenza di qualsiasi riferimento alla dimensione e alle responsabilità europee in cui si colloca la crisi italiana. Ci riferiamo soprattutto all'opposizione - il premier non ha detto nulla. Concentrarsi sulle responsabilità del governo, screditato e imbelle come non mai, può apparire giustificato per non dargli alibi. Esimersi tuttavia dal dire che cause e soluzioni possibili della crisi italiana non vanno solo ricercate in sede nazionale non fa fare un passo in avanti al dibattito politico. Come abbiano ripetuto ad nauseam nei nostri contributi, la Banca Centrale Europea (BCE) ha un ruolo decisivo nel spegnere l'incendio, dando poi modo per ricostruire.
il blog pubblica un commento al dibattito parlamentare di ieri (3 agosto), un mio articolo in uscita su Left-Avvenimenti, e un articolo (per ora in inglese) di De Grauwe molto chiaro e condivisibile.
Il dibattito parlamentare di ieri colpiva per l'assenza di qualsiasi riferimento alla dimensione e alle responsabilità europee in cui si colloca la crisi italiana. Ci riferiamo soprattutto all'opposizione - il premier non ha detto nulla. Concentrarsi sulle responsabilità del governo, screditato e imbelle come non mai, può apparire giustificato per non dargli alibi. Esimersi tuttavia dal dire che cause e soluzioni possibili della crisi italiana non vanno solo ricercate in sede nazionale non fa fare un passo in avanti al dibattito politico. Come abbiano ripetuto ad nauseam nei nostri contributi, la Banca Centrale Europea (BCE) ha un ruolo decisivo nel spegnere l'incendio, dando poi modo per ricostruire.